lunedì 4 febbraio 2013
VILI E PARACULI
In Italia le cose funziano così: c'é il padrone e ci sono i servi. Un codazzo di servi chiamati 'politici', 'giornalisti' e 'imprenditori' pronti ad approvare qualsiasi indecenza facendola passare 'per il bene della collettività'. In realtà 'l'indecenza' serve a salvare 'culi ed orti' oltre che poltrone. La corruzione é penetrata ovunque, per cui é possibile comprare -a suon di bigliettoni e promesse di poltroncine- maggioranze parlamentari altrimenti improbabili... E tutto questo accade pubblicamente. Sotto gli occhi di tutti. Tagli alla sanità, alla scuola e alla cultura. Tasse per recuperare soldi da spendere nelle macchine da guerra e per pagare un esercito di militari inutili. Occhi chiusi di fronte ai tanti casi di tumore in terre 'segnate' e malate come la mia: il ministro dice che 'é tutto a posto'. Certo, tanto il ministro non ci deve crescere i suoi figli, né deve respirare quest'aria per campare.
Le ricette tecniche dei dottoroni ci affossano, ministri idioti figli di papà offendono l'intelligenza di tanti che figli di papà non sono e che meritebbero più di loro quelle poltrone.
Un Paese di vili e paraculi 'senza amore e senza Cristo', come diceva Quasimodo, in cui ancora si permette a uno come Silvio di ricandidarsi é degno delle peggiori sventure.
Maria Francesca Fragnoli
giovedì 31 gennaio 2013
INNO ALL'AMICIZIA
Non è vero che un amico si vede nel momento del bisogno, un amico si vede sempre. [Roberto Benigni]
Da quanti anni sei vicino a me, da quanti? Così tanti, pensando a tutte le cose che abbiamo fatto insieme e così pochi se poi, in definitiva, li contiamo. Ci siamo incontrati per caso. All'inizio, lo ricordo bene, mi stavi anche piuttosto antipatico, avevi l'aria da saccente, parlavi che sembrava sapessi tutto tu. Io avevo molti anni in meno di quelli che ho ora e vedevo la tua vita, tu che hai giusto dieci anni più di me, lontana anni luce dalla mia. Io sempre di corsa verso un traguardo mobile, tu con una vita che mi sembrava perfetta. Poi la vita ci ha avvicinato, non in quel modo strano in cui si avvicinano un uomo e una donna che si annusano, no, noi ci siamo guardati e ci siamo avviluppati in un abbraccio da cui non ci siamo liberati più, un abbraccio fatto di affetto, stima, dolore, calore e forza. Tu ci sei sempre stato per me, ore al telefono di notte, o "corri qui, sto impazzendo!" in pieno giorno. Abbiamo preso il caffè nei bar "in" nelle ore che non erano "in". Credo che non ci siamo mai fatti gli auguri di compleanno,non siamo mai andati a cena fuori, non siamo mai stati a prendere un aperitivo insieme. Ma ci siamo sempre stati l'uno per l'altra. Ci sei stato silenziosamente quando "non era il momento", mi hai scosso le spalle quando non avevo più voglia di reagire, hai raccolto i miei sfoghi e hai calmato le mie ansie, mi hai regalato i sorrisi più belli e mi hai strappato le risate più sonore. Mi hai fatto da guida quando incespicavo e mi hai insegnato senza mai farmelo pesare. Ti ho raccontato ogni più piccolo dettaglio della mia vita, so di te ogni tuo giorno, ogni tuo istante, non c'è giorno che passi senza la tua telefonata, non c'è giorno in cui io non sappia cosa è successo in quelle frenetiche 24 ore. Abbiamo parlato, parlato, parlato, ci siamo raccontati l'anima, non abbiamo mai litigato, ma abbiamo discusso fino a sfinirci. Ci siamo sempre confrontati su tutto, sulle nostre vite, sul lavoro, sui fatti del giorno e sulle nostre famiglie. Abbiamo riso come matti quando abbiamo dovuto mettere insieme gli spiccioli per il caffè e abbiamo lasciato che, in alcuni momenti, ognuno camminasse per la propria via. Ci siamo stretti sotto la pioggia come due innamorati. E, innamorati, in fondo, lo siamo davvero. Siamo innamorati di questa splendida, maledetta vita. Siamo innamorati di ciò che facciamo, siamo innamorati dei nostri sguardi stanchi ma in fondo felici. Abbiamo sfatato il mito che vuole che uomini e donne possano essere amanti, ma mai amici, abbiamo percorso un lungo tratto di strada insieme e ci siamo raccontati tutte le mollichine di pane che avevamo lasciato per terra prima di arrivare a trovarci. Ancora oggi ci sei. Ho ancora sullo stomaco il pollo e le patatine che mi hai costretta a mangiare a pranzo, "perchè così magra non stai bene". Ho ancora in bocca il sapore dei ravioli che ti ho rubato, ho ancora nelle orecchie la tua risata mentre mi raccontavi "questa te la devo proprio dire, anche se stai affogata di lavoro", c'è il bip del telefonino con quel messaggio con cui anche oggi, tra pannolini e cena, hai trovato il tempo di dirmi quanto sono importante e quanto sono "cazzuta". Domani ci sarà di nuovo tanto da dirci, anche se la maggior parte delle ore che abbiamo trascorso senza sentirci sono state dedicate al sonno (le tue....dato che io dormo poco e penso, penso, penso...."cazzo avrai da pensare tutto sto tempo??"). Poi ci saranno altri giorni e altri ne verranno. Tu ci sarai sempre. Tu sarai lì a fare il tifo per me. Io ci sarò, sarà lì vicino per dirti che, come sempre, non sei solo. Ne faremo tanta di strada insieme e tutte le bricioline che ci saremo lasciati indietro per non perdere la via non ci serviranno, perchè insieme sapremo ritrovare la strada.
- FEDERICA CHICCA MEOGROSSI
mercoledì 30 gennaio 2013
LA MIA VITA
Ho avuto dei genitori severi. Li ringrazio di questo, mica no, li ringrazio per avermi insegnato a essere educata, a prendermi la responsabilità delle mie azioni, di tutte, per avermi insegnato a chiedere scusa, e io ho chiesto scusa anche quando troppo torto, forse, non lo avevo. Mi hanno insegnato a essere corretta, a sudarmi le mie piccole conquiste, a rimettermi in piedi quando cadevo, senza aspettare che mi si tendesse la mano. Ho avuto tanto dalla vita, i miei bambini, la mia famiglia, una casa (eh, vabbè...), un lavoro. Tutto questo l'ho avuto con il sacrificio, non mi sono mai tirata indietro. La vita, d'altronde, mi ha chiesto tanto in cambio. Ho conosciuto il dolore per la malattia di mio figlio, risento il suo pianto nel cuore anche oggi che sono passati tanti anni, ho conosciuto la malattia mia, quella vera, quella che ti fa stare a un passo dalla fine e che ti fa venir voglia di riavvolgere il nastro e tornare indietro, per riprenderti un pò di quella stessa vita che sembra voler fuggire via, ho conosciuto tante difficoltà, ma sono sempre andata avanti. Ho pianto poco, le difficoltà della mia vita sono incise, forse, nel mio corpo, così buffo, robusto e minuto insieme, un insieme di forza e fragilità, che è quello che mi caratterizza. Ho accettato le sfide e non mi sono mai fermata quando sono passata sulla casella "imprevisti". Ho lottato e lotto ancora, so che tanto c'è stato da affrontare e tanto ce ne sarà. Lo accetto e non mi spavento, oddio, forse un pò, ma so che posso guardare solo avanti e non tornare indietro. Va bene così. Fa parte del pacchetto "all inclusive" che ho acquistato quel 31 gennaio di quasi 37 anni fa. Cresco i miei figli affinchè siano onesti e forti, perchè non si spaventino di fronte alle difficoltà e siano sempre corretti e leali. Insegno loro a dire grazie per ciò che hanno, che forse è meno di ciò che vorrebbero, ma tant'è. Gli insegno la responsabilità e la disciplina, li guardo e mi sembra che siano due piccoli ometti che, come me, non sgomiteranno, ma si conquisteranno con la fatica il loro posto nel mondo. Ma a volte, spesso, lo ammetto, mi chiedo se questo rigore sia giusto. Perchè ogni giorno, in tanti ambiti, mi rendo conto che vanno avanti i furbi e i prepotenti, quelli che ti investono e non si fermano a vedere cosa è successo, quelli che sono pronti a farti del male pur di avere ciò che vogliono, quelli che ti fanno del male per il solo gusto di farlo. Io non sono così. Mi viene il magone, ma non piango, rimando indietro le lacrime che non so piangere e vado avanti. Mi barcameno tra le mille difficoltà della vita, ma non imparo a schivare le bordate di quelli che ti aspettano al varco, di quelli che "valgo più di te e quindi, se posso, ti anniento", quelli che della slealtà hanno fatto una bandiera che sventolano allegramente e con cui seppelliscono i cadaveri che lasciano sul cammino. I miei figli...ecco....io vorrei che sapessero cosa è giusto e cosa è sbagliato e si ponessero sempre dalla parte del giusto. Vorrei che potessero camminare sempre a testa alta, vorrei che diventassero uomini con una coscienza, con un cuore. Vorrei che sapessero voler bene e che sapessero fare bene e del bene. Lo vorrei, ma poi, quando inciampo nelle scorrettezze della vita, mi chiedo se sia giusto educarli così. Mi chiedo se sia giusto insegnar loro che va avanti chi è corretto e non chi è più forte. Spero che sappiano trovare la loro strada e che quella strada non abbia troppi intralci. Vorrei che, se questo proprio non è possibile, dovessero incappare negli intralci della vita e non in quelli delle persone, quelle stesse persone che forse hanno avuto meno rampognate e che, proprio per questo, hanno imparato a farsi posto nel mondo senza passare dal via.
FEDERICA CHICCA MEOGROSSI, L'AQUILA
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giovedì 10 gennaio 2013
Uomini e donne
Provo un'istintiva diffidenza nei confronti di chi pronuncia spesso le parole "le donne"
oppure "gli uomini".
Non esistono "le" ne "gli". Esiste una donna. Esiste un uomo.
Sempre uno ed una alla volta. Ed è di quelli che dobbiamo parlare.
Non si nasce a mazzi.
Paola Felice
giovedì 29 settembre 2011
DEFAULT!! --- DEFAULT!! --- DEFAULT!! --- DEFAULT!!
Tutti i capi di governo dei paesi europei sanno benissimo che un DEFAULT del paese che amministrano sarebbe disastroso, ma non per il popolo, ma per loro, ecco perchè il grande affanno per trovare delle soluzioni, anche sulla pelle dei cittadini, si, perchè in ogni caso, saranno i cittadini a pagare, quindi noi cittadini aspettiamo e invochiamo il DEFAULT.
Sfanculiamo per sempre la casta politicastra! (come hanno già fatto gli islandesi *)
PER SALVARCI: subire il Vero Default (politico) il fallimento della casta, cacciarli a pedate nel culo fuori dal paese o nelle patrie galere, uscire dall'europa disconoscendo il debito pubblico, riscrivere la costituzione su modello democratico diretto svizzero, eliminare fisicamente bankitalia spa, denaro: stampare e coniare monete e biglietti di stato a corso legale, immettendo la nuova moneta di stato in circolazione sostituendo con rapidità la moneta di banca che andrà restituita ai banchieri usurai, con tutti quei pezzi carta possano darsi fuoco.
http://youtu.be/wwSo57YUjNo
http://youtu.be/9xT5HAnWkBY
http://www.signoraggio.org
CONDIVIDETE QUESTA NOTA PIU' CHE POTETE NELLE BACHECHE E NEI GRUPPI, QUESTO IMPORTANTE MESSAGGIO DEVE ARRIVARE A TUTTI I CITTADINI
http://www.signoraggio.net/
Giovanni Sandi
martedì 20 settembre 2011
PROVATE VOI STESSI
allora,se siete un po' lupi,e non volete fare la fine di un agnello a pasqua,vi consiglio di fare un piccolo esperimento,partiamo da una semplice spiegazione sul concetto:CAPITALE SOCIALE,Il capitale sociale rappresenta il valore delle somme e dei beni conferiti dai soci, a titolo di capitale di rischio, all’atto di costituzione della società. Esso è suddiviso in quote di pari valore che sono assegnate ai soci in proporzione alla parte di capitale da essi sottoscritta e versata. Nelle società per azioni il capitale sociale è suddiviso in un determinato numero di titoli (azioni), ognuno dei quali incorpora una determinata quota di partecipazione ed i diritti sociali ad essa relativi. Il capitale sociale è utilizzato anche come parametro per lo svolgimento di alcune attività delle società come la convocazione dell’assemblea che si costituisce quando è rappresentata almeno la metà del capitale sociale. (http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/capitale-sociale.htm),ora aprite un'altra pagina di ricerca sul web e andate sul sito della banca d'italia,dopodiche,in alto a sinistra,cliccate su "banca d'italia",aperta la pagina cliccate su "funzioni e governance",poi,partecipanti al capitale e,prima sorpresa,il capitale è di 156.000 euro,voglio dire,tanto per darvi un'idea che,una emittente radiofonica,che pur essendo una delle big,con rispetto parlando,è pur sempre una emittente radiofonica,la cui società editrice,hà un capitale sociale di € 25.000.000.00 i.v. (http://www.deejay.it/static/footer/contatti.html),ultimo passo,cliccate alla voce "partecipanti al capitale"in basso,e scaricate il form. e..........se avete ancora un barlume di raziocinio capirete tutto,il debito pubblico?,il debito sovrano?,esisteva la sovranità monetaria........esisteva!
Dax Primo
http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti/Partecipanti.pdf
giovedì 4 agosto 2011
Caso Agostino: OMERTA' DI STATO
Palermo, 19 luglio 2010
Sono stato a Palermo per partecipare ai 3 giorni di commemorazioni di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta uccisi in via D’Amelio il 19/07/92.
Andare a Palermo e “toccare con mano” l’albero in via D’Amelio e il monumento a Capaci è stato, per me, sconvolgente! Non posso definire diversamente il turbamento che si prova quando si acquisisce la consapevolezza che, quanto letto in tanti libri e visto in svariati film da 18 anni a questa parte, è realmente accaduto. Un brusco risveglio per la mia mente, che, quasi, si sforzava di pensare a quei fatti come fossero irreali, o meglio surreali.
Quei tre giorni di Palermo del 2010 mi furono indispensabili anche per prendere atto di un'altra realtà, che sconvolse in modo brutale la mia coscienza e il mio cuore. In quei giorni, infatti, ho avuto la fortuna e l’onore di essere ospite della fam. Agostino. L’esperienza è stata infinitamente forte considerato che a quella famiglia sono legato da un affetto, da una stima e da un rispetto che sarebbe riduttivo relegare in una frase. A Nino Agostino, Ida Castelluccio e Attilio Manca inoltre, è stata idealmente dedicata l’Associazione che presiedo: LA MAFIA NON E’ SOLO SUD.
La situazione anomala, drammatica e incomprensibile, che ho dovuto affrontare durante e dopo quell’incontro, è il dover constatare che: NON TUTTE LE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIA SONO UGUALI!!!!
In molti si indignano a sentir parlare di “vittime di mafia di serie B” ma l’indignazione, credo, nasca dalla consapevolezza che si tratta di una REALTA’ incontrovertibile e come tale se ne nega l’esistenza, dunque anche la sua denuncia rimbalza su pareti di gomma.
Nino Agostino (poliziotto della mobile di Palermo) e la neo-moglie Ida Castelluccio (i due erano sposati da poco più di un mese) sono stati uccisi dalla mafia il 5 agosto del 1989. Nino Agostino è stato ucciso molto probabilmente perché AVEVA SCOPERTO COSE CHE “NON AVEREBBE DOVUTO SAPERE” e non a caso nel portafogli teneva un biglietto con scritto SE MI SUCCEDE QUALCOSA GUARDATE NEL MIO ARMADIETTO (per info vedi il filmato http://www.youtube.com/watch?v=1d1xfFP2tgw). Ida Castelluccio (da poco incinta), probabilmente, fu uccisa perché sapeva (le sue ultime parole furono:"VI CONOSCO").
I coniugi Agostino, quel 5 agosto del 89, si stavano recando al compleanno della sorella di Nino e morirono, assassinati, proprio tra le braccia dei genitori del poliziotto.
Le indagini sulla morte di Nino e Ida, causa numerosi depistaggi (DA SUBITO si parlò di movente passionale ndr), non hanno, ad oggi, fatto chiarezza sui mandanti, sugli esecutori e sui complici di questo pluriomicidio. Il probabile coinvolgimento di apparati dei SERVIZI SEGRETI provato dal loro continuo silenzio in merito, ci porta quindi a DENUNCIARE che: SUL CASO AGOSTINO C’E’ OMERTA’ DI STATO!!!.
Molto indicative sono le parole di Nino di Matteo quando, in merito al caso Agostino, afferma: TECNICAMENTE NON E’ MAI STATO POSTO IL SEGRETO di STATO MA CI STIAMO SCONTRANDO CON SEMPRE PIU’ EVIDENTI RETICENZE ANCHE DA PARTE DI QUEI SOGGETTI CHE HANNO RICOPERTO INCARICI PUBBLICI, ISTITUZIONALI E AL SERVIZIO DELLE FORZE di POLIZIA!”
Ascoltando le parole di Di Matteo, non posso che trovarmi d’accordo con chi mi dice: ”MAGARI” FOSSE STATO POSTO IL SEGRETO DI STATO SUL CASO AGOSTINO, MAGARI! Con un Segreto di Stato, “almeno”, avremo una o più persone PRECISE da additare e accusare. Invece, al posto di un vergognoso segreto di stato, ci troviamo, assieme agli Agostino e alle decine e decine di famigliari di vittime delle mafie, a fronteggiare la costante vigliaccheria di uno Stato che nei tribunali espone, paradossalmente, la frase LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI; OMERTA' DI STATO vigliacca e ingiustificabile è pari, solo, alla vigliaccheria di quei mafiosi che non si fermano nemmeno davanti ad una 19enne incinta.
I genitori di Nino, dalla morte del figlio e della nuora, hanno fatto una promessa: Vincenzo non si taglierà più né barba né capelli mentre Augusta non toglierà più il lutto FINTANTO CHE NON SI SAPRA’ UFFICIALMENTE CHI, E PERCHE’, hanno ucciso questa giovane coppia di sposi.
In Italia ormai è prassi avere due VERITA’: la verità giuridica (determinata dalle sentenze) e la verità “storica” (determinata da fatti certi ma che, per varie ragioni, non hanno portato ad una sentenza di condanna dei colpevoli). Nella nostra Nazione i famigliari delle vittime innocenti di mafia di “serie B” (come purtroppo definisco anche la fam. Agostino) spesso non hanno nemmeno il “diritto” di conoscere la verità storica perché essa si può avere forse, soltanto, se a chiederla sono la maggioranza dei cittadini (“se l’Italia tutta chiederà la verità lo Stato non potrà sottrarsi a questa richiesta” A. INGROIA) oppure se a “concederla” sono i “poteri forti”.
Dall’uccisione di Nino e Ida (sono passti 22 anni ndr) si è parlato sempre troppo poco di questo caso e, i fatti accaduti, raramente sono stati raccontati con la dovizia di particolari, che gli sarebbe dovuta. Perché tutto ciò?
PERCHE’ LA VERITA’ SULLA MORTE DI NINO E IDA E’ SCOMODISSIMA E, SE SCOPERTA, SAREBBE PERICOLOSA PER MOLTI!!!
Scoprire coloro che hanno voluto la morte dei due coniugi e coloro che hanno partecipato attivamente al depistaggio delle indagini porterebbe, forse, ALLE STESSE PERSONE IMPLICATE NEL FALLITO ATTENTATO A GIOVANNI FALCONE (Addaura 1989) NONCHE' AI MAFIOSI, AI MEMBRI DEI SERVIZI SEGRETI COINVOLTI NELLE STRAGI DEL 92 E DEL 93 E, MOLTO PROBABILMENTE, PORTEREBBE A SCOPRIRE FINALMENTE CHI E' QUELLA "FACCIA DA MOSTRO" DI CUI TANTO SI E' PARLATO SUI GIORNALI MA CHE, AD OGGI, E' SENZA NOME.
La ricerca della verità, in uno Stato di diritto, dovrebbe chiamarsi “INTERESSE NAZIONALE” e, invece, in un’Italia dove la giustizia è un lusso per pochissimi eletti, l’OMERTA’ DI STATO è la realtà che fronteggiano giornalmente queste famiglie abbandonate e, che si vorrebbe, relegate al silenzio. A febbraio 2011 è partita una petizione per togliere il “segreto di stato” sul caso VOLTA A SCOPRIRE TUTTA LA VERITA’; ad oggi hanno firmato poco più di 1.500 persone. Anche questo sforzo, dunque, sembrerebbe essere stato inutile: l’ennesima sconfitta dei giusti! Cosa, allora, dovrei dire agli Agostino? ”CIO CHE FATE DA 22 ANNI E’ TOTALMENTE INUTILE”, ARRENDETEVI all’OMERTA’ DI STATO!
No, se potessi incontrarli oggi stesso, invece, gli direi: molti Italiani (non so se considerare anche loro di “serie B”, non credo, comunque sicuramente diversi) vi sono vicini con i loro umili e spuntati strumenti; ma sappiate, cari Agostino, che queste persone vi sono vicine con il cuore, non vi abbandoneranno, non si stancheranno di urlare ai “sordi” la verità storica sulla morte dei vostri cari perché anche noi, come voi, abbiamo fatto una promessa solenne mai più vittime di serie B, mai più segreti infamanti per un popolo onesto!
In ultimo, mi pongo una domanda agghiacciante:
•L’arresto dei mandanti, degli esecutori e dei complici del pluri-omicidio Agostino, avrebbe potuto evitare la morte di Emanuele Piazza e prevenire i morti e le Stragi del 1992/1993?
Davide Tassan Zorat
LA MAFIA NON E’ SOLO SUD
P.S. vi ricordo di consultare il video http://www.youtube.com/watch?v=1d1xfFP2tgw
IMPORTANTE : Venerdì 5 agosto alle ore 09.15 al Santuario di S. Maria del Gesù (PA) si terrà una messa per ricordare Nino Agostino e Ida Castellucci celebrata da Don Luigi Ciotti.
Alle ore 9.00 il Questore di Palermo deporrà una corona di fiori davanti la cappella dove riposano i due ragazzi. Alle ore 11.30 verrà scoperta una targa commemorativa realizzata dal Comune di Carini, installata a Villagrazia di Carini sul lungomare Cristoforo Colombo, luogo dell'omicidio, all'altezza dell'ex civico 699, in cui sorgeva il villino della famiglia Agostino
La mafia non è solo sud
martedì 2 agosto 2011
MAMBRO E FIORAVANTI, ESECUTORI DELLA STRAGE DI BOLOGNA, SONO LIBERI. LO SAPETE?
Come ogni 2 agosto eccomi qua a ricordare Bologna, la strage più infame, il momento più basso, che dura ancora. In pochi sanno che non è una strage senza colpevoli: gli esecutori materiali sono, per sentenza passata in giudicato, i serial killer Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. Che, incredibilmente, hanno passato in carcere solo 16 anni, dal 1998 sono fuori dalla galera e oggi sono persone libere. Sono completamente liberi senza essersi mai né dissociati né pentiti. Senza aver mai detto la verità. Che per la verità sul quel pozzo nero che è stato il terrorismo neofascista nei suoi addentellati con lo Stato deviato che l'ha utilizzato come manovalanza, io avrei concesso anche la libertà. Ma senza verità non può esserci libertà. E la libertà di Mambro e Fioravanti oggi, nei giorni in cui ci scandalizziamo perché i norvegesi daranno solo 21 anni di carcere all'autore della strage di Oslo, è la vergogna della storia della giustizia in Italia. C'è stato un momento in cui ho pensato che finalmente avremmo saputa la verità. E' stato quando Gennaro Mokbel (che ora è sotto processo, ma liberato anche lui dal carcere, come punto di congiuzione eversione-riciclaggio-servizi-stato-bandamagliana) veniva intercettato decine di volte al telefono con Fioravanti e Mambro (che gli propone addirittura i suoi parenti come tesserati per il suo movimento politico) e una volta lo stesso Mokblel dice chiaramente: "Tirarli fuori dal carcere mi è costato un milione e duecentomila euro". Leggendo quelle intercettazione ho creduto che finalmente i giornali avrebbero finito con la loro campagna per trasformare i due peggiori assassini della storia italiana in due santi. Sarebbe finita la fioritura di libri giustificazionisti sulle azioni dei Nar (erano giovani, poverini). Sarebbe finita la commedia di Nessuno tocchi Caino e nessuno lo tocchi, per carità, ma deve per forza venire a darci lezioni di umanità? Si sarebbe finalmente vergognata Emma Bonino di aver chiamato due pluriergastolani neofascisti (e i rapporti con Mokble provano che la radice politica non cambia) a collaborare ad una campagna politica per tutto il centrosinistra alla conquista della regione Lazio. Confesso di non essere riuscito a votare per la Bonino, l'anno scorso. Io posso solo riportare le parole di Paolo Bolognesi a nome di tutte le vittime di Bologna alla celebrazione del trentennale: "Ad eseguire materialmente la strage sono stati i neofascisti dei Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, hanno scontato condanne pagate a prezzi di saldo: non esiste detenuto in Italia che abbia goduto di maggiori benefici. Abbiamo appreso con sconcerto la disinvoltura e la noncuranza dell'etica politica con cui Emma Bonino ha avuto come consulenti nel comitato elettorale Mambro e Fioravanti". Bolognesi poi ha ricordato il caso Mokbel e il ruolo del giudice Mario Amato, giovane magistrato trucidato su ordine di Mambro e Fioravanti quaranta giorni prima della strage di Bologna. Stava indagando sui legami tra Nar, servizi deviati e banda della Magliana, puntando "molto in alto". Il mio modo di ricordare sempre che i peggiori criminali della storia italiana sono liberi e oggetto di venerazione da parte della classe giornalistica italiana, è ricordare tutte le loro vittime, quelle di cui nessun giornale oggi ha ricordato il nome, specie quei giornali impegnati nella celebrazione degli assassini Mambro e Fioravanti. Ecco alcune righe finite dentro a "La ricerca della costante" (il mio ultimo romanzo, uscito lo scorso anno e nel 2012 credo diventerà un film) e dentro il cuore di un personaggio che, come tutti i personaggi del romanzo, esiste realmente. PAOLO nato il 3 aprile 1963, quando in Italia si era al culmine del boom economico, al governo c'era il primo centrosinistra ed Amintore Fanfani faceva il presidente del Consiglio, i contadini si erano trasformati in operai e il nostro paese si era ritrovato tra le grandi potenze industriali. Non ha Facebook, non guarda YouTube, non usa internet. La sua ossessione è un frammento di giornale. Paolo non ha più molti capelli, è massiccio e quelli che una volta erano muscoli possenti oggi sono anche grasso. Una pancia prominente, non dovuta solo al cibo. Beve, Paolo. Beve anche quando gioca e beve per dimenticare. Beve per dimenticare quel maledetto 2 agosto. Gioca anche, per dimenticare. In realtà gioca bene, non è mai prevedibile, è solido: soffre i più giovani, quelli allenati da decine di ore settimanali trascorsi a grindare anche venti tavoli contemporaneamente. Grindare significa giocare come automi molti sit 'n' go allo stesso tempo puntando solo sulle cosiddette monster hands, le migliori mani possibili di partenza: AA, KK, QQ. Quelle che danno la massima probabilità di vittoria. E poiché il bravo giocatore di poker è quello freddo che punta su probabilità a proprio favore, chi grinda on line si arricchisce perché riesce a giocare anche cinquecento minitornei al giorno, accumulando peraltro un'esperienza notevolissima in poche settimane. Quella che uno come Paolo ha costruito in trent'anni. Trent'anni passati a giocare al vecchio poker cinque carte prima, a texas hold'em ora. Ma la mente di Paolo è ferma. Ferma a quel maledetto 2 agosto quando doveva raggiungere la sua Antonella a Bologna, poi insieme partire per Rimini e tornare ai bagni dove l'anno prima s'erano conosciuti e lui, sedicenne, per la prima volta aveva fatto l'amore. Ma quel 2 agosto il treno da Roma lo portò a Firenze e da Firenze non si mosse perché a Bologna era scoppiata una bomba e Antonella non c'era più. E Paolo non sa se soffre di più per il ricordo di Antonella o per l'incontro che ogni giorno fa per strada, nelle viuzze accanto al Pantheon dove lui ha una piccola casa comprata negli Anni Ottanta dopo una vincita particolarmente cospicua in una serata fortunata. Incontra sempre quelli che i giudici hanno detto essere coloro che la bomba che gli ha spezzato la vita in quella stazione l'hanno messa. Paolo si rigira tra le mani un frammento di giornale, spesso, molto spesso. E' la sua ossessione. Ce l'ha nel portafoglio anche oggi che deve giocarsi il mondiale. Paolo ha seguito il processo della strage, sa che li hanno condannati con ragione. Eppure Giusva Fioravanti e Francesca Mambro sono liberi, hanno avuto una figlia, girano felici senza alcun peso. Li incontri per strada come una coppia qualunque. Paolo rilegge tutti i crimini che questi due hanno commesso, anche senza la strage di Bologna per la quale si proclamano innocenti. Li rilegge ogni giorno, attraverso quel frammento di giornale. 28 febbraio 1978. Giusva Fioravanti ed altri notano due ragazzi seduti su una panchina che dall'aspetto (capelli lunghi e giornali) identificano come appartenenti alla sinistra. Fioravanti scende dall'auto, si dirige verso il gruppetto e fa fuoco: Roberto Scialabba, 24 anni, cade a terra ferito e Fioravanti lo finisce con un colpo alla testa. Poi, si gira verso una ragazza che sta fuggendo urlando e le spara senza colpirla. 9 gennaio 1979. Fioravanti ed altre tre persone assaltano la sede romana di Radio città futura dove è in corso una trasmissione gestita da un gruppo femminista. I terroristi fanno stendere le donne presenti sul pavimento e danno fuoco ai locali. L'incendio divampa e le impiegate tentano di fuggire. Sono raggiunte da colpi di mitra e pistola. Quattro rimangono ferite, di cui due gravemente. 16 giugno 1979. Fioravanti guida l'assalto alla sezione comunista dell'Esquilino, a Roma. All'interno si stanno svolgendo due assemblee congiunte. Sono presenti più di 50 persone. La squadra terrorista lancia due bombe a mano, poi scarica alla cieca un caricatore di revolver. Si contano 25 feriti. Dario Pedretti, componente del commando, verrà redarguito da Fioravanti perché, nonostante il ricco armamentario "non c'era scappato il morto". Che Fioravanti fosse colui che ha guidato il commando è accertato dalle testimonianze dei feriti e degli altri partecipanti all'azione, e da una sentenza passata in giudicato. Ciononostante, Fioravanti ha sempre negato questo suo pesante precedente stragista. 17 dicembre 1979. Fioravanti assieme ad altri vuole uccidere l'avvocato Giorgio Arcangeli, ritenuto responsabile della cattura di Pierluigi Concutelli, leader carismatico dell'eversione neofascista. Fioravanti non ha mai visto la vittima designata, ne conosce solo una sommaria descrizione. L'agguato viene teso sotto lo studio dell'avvocato, ma a perdere la vita è un inconsapevole geometra di 24 anni, Antonio Leandri, vittima di uno scambio di persona e colpevole di essersi voltato al grido "avvocato!" lanciato da Fioravanti. 6 febbraio 1980. Fioravanti uccide il poliziotto Maurizio Arnesano che ha solo 19 anni. Scopo dell'omicidio, impadronirsi del suo mitra M.12. Al sostituto procuratore di Roma, il 13 aprile 1981, Cristiano Fioravanti - fratello di Valerio - dichiarerà: "La mattina dell'omicidio Arnesano, Valerio mi disse che un poliziotto gli avrebbe dato un mitra; io, incredulo, chiesi a che prezzo ed egli mi rispose: "gratuitamente"; fece un sorriso ed io capii". 23 giugno 1980. Su ordine di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, Gilberto Cavallini uccide a Roma il sostituto procuratore Mario Amato. Il magistrato, 36 anni, è appena uscito di casa; da due anni conduce le principali inchiesta sui movimenti eversivi di destra. Amato aveva annunciato che le sue indagini lo stavano portando "alla visione di una verità d'assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi". Mambro e Fioravanti la sera dell'omicidio festeggiano ad ostriche e champagne. 9 settembre 1980. Mambro e Fioravanti con Soderini e Cristiano Fioravanti, uccidono Francesco Mangiameli, dirigente di Terza Posizione in Sicilia e testimone scomodo in merito alla strage di Bologna. 5 febbraio 1981. Mambro e Fioravanti tendono un agguato a due carabinieri: Enea Codotto, 25 anni e Luigi Maronese, 23 anni. Dagli atti del processo è emerso che durante l'imboscata Fioravanti ha fatto finta di arrendersi. Poi ha gridato alla Mambro, nascosta dietro un'auto, "Spara, spara!". 30 settembre 1981. Viene ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, estremista di destra e intimo amico di Luigi Ciavardini, poiché ritenuto un "infame delatore". Del commando omicida fa parte Mambro. 21 ottobre 1981. Alcuni Nar, tra cui Mambro, tendono un agguato, a Roma, al capitano della Digos Francesco Straullu e all'agente Ciriaco Di Roma. I due vengono massacrati. L'efferatezza del crimine è racchiusa nelle parole del medico legale: "La morte di Straullu è stata causata dallo sfracellamento del capo e del massiccio facciale con spappolamento dell'encefalo; quello di Di Roma per la ferita a carico del capo con frattura del cranio e lesioni al cervello". Il capitano Straullu, 26 anni, aveva lavorato con grande impegno per smascherare i soldati dell'eversione nera. Nel 1981 ne aveva fatti arrestare 56. La mattina dell'agguato non aveva la solita auto blindata, in riparazione da due giorni. 5 marzo 1982. Durante una rapina a Roma, Mambro uccide Alessandro Caravillani, 17 anni. Il ragazzo stava recandosi a scuola e passava di lì per caso. Mambro sostiene che Caravillani sia stato ucciso da un proiettile di rimbalzo. Viene condannata come esecutrice dell'assassinio. Francesca Mambro e Giusva Fioravanti sono nella mente di Paolo anche quando affronta la mano decisiva che lo conduce al tavolo finale, contro uno di quei ragazzini che lui non sopporta. Si chiama Tommaso, avrà vent'anni, sui tavoli del poker on line è riconosciuto come un maestro. Affronta un flop cinque di quadri cinque di fiori sei di quadri mandando "la vasca", cioè tutte le chips, per evitare rischi di scale o progetti di colore degli avversari che ha già sfoltito con un pesante raise preflop. Gli era rimasto da battere solo Paolo, che però ha seguito il suo rilancio avendo in mano asso e cinque. Paolo ha trissato, cioè la sua mano debole di partenza si è trasformata in mano praticamente imbattibile (nuts, nel gergo). Tommaso non può saperlo. Paolo fa instant call all'all in di Tommaso, turn e river non soprendono, il figlio che magar avrebbe anche voluto avere da Antonella è battuto, ma i fantasmi, quelli, non si battono mai. (tratto da "La ricerca della costante", di Mario Adinolfi, AlibertiCastelvecchi 2010) I serial killer Fioravanti e Mambro sono liberi. Hanno avuto una figlia. Hanno un lavoro. Il fratello di Giusva, Cristiano, ha sostenuto che Fioravanti è il killer del giornalista Mino Pecorelli e anche del presidente della regione Sicilia, Piersanti Mattarella. La vedova di Piersanti Mattarella, accanto al marito nel momento in cui sono stati esplosi i colpi mortali, ha riconosciuto in Giusva Fioravanti l'esecutore dell'assassinio. E' l'unico caso della storia processuale italiana in cui a un testimone oculare certamente credibile viene preferita la parola di un pentito. Fioravanti è stato assolto. Fioravanti è libero, insieme alla sua Francesca, senza averci mai detto la verità. I serial killer sono stati premiati. Bologna oggi piange i suoi morti oltraggiati senza vergogna da uno Stato senza giustizia.
Mario Adinolfi
mercoledì 27 luglio 2011
DIVIDE ET IMPERA
Il modo migliore che il potere ha per distruggere la voce di un popolo pacifista che si ribella è quello di infiltrare picchiatori travestiti nelle manifestazioni o fingere di trovare armi dove non ci sono e poi divulgare tutto ciò attraverso una informazione diffamatoria per infangare e accusare di atti criminosi... Creare confusione e mettere le persone una contro l'altra... Vige ancora il detto "DIVIDI ET IMPERA"
Egidia Lanza
lunedì 25 luglio 2011
I RAGAZZI DI OSLO....da una mamma
PER I RAGAZZI DI OSLO.............Come fiori recisi dalla tempesta, i biondi capelli al vento. I vostri sorrisi ora muti, un silenzio di sangue e dolore, gli occhi che fissano un cielo vuoto e assente. Dov" era l" Amore...dove si nascondeva la Vita...il nulla, Io ora vi vedo danzare nella luce, sorridenti e stupiti che tanta bellezza vi stia abbracciando oltre il velo di maya...io vi vedo .....abbracciati in un girotondo di eterna giovinezza...di gioia ...pieni di luce ghirlande di fiori intrecciate tra i capelli...la rugiada sulle vostre giovani labbra ...il tempo ora immobile.... immersi in un eterno e composto sorriso...tra le braccia di DIO..... ....shanti om
Tullia Parvathi Turazzi
lunedì 18 luglio 2011
LA RIVOLUZIONE (NON) VA IN VACANZA...
Si stanno organizzando manifestazioni di piazza, molti si stanno svegliando ma mi chiedo:
vista la crisi generale e la stangata data dal governo a tutti, com'è che non si decide di usare tutto il mese di agosto per fare sit-in di piazza in ogni città?
Così da costringere anche i politici a non fare le ferie E OCCUPARSI DEL PAESE ITALIA?
Oppure gli italiani preferiscono fare 1g solo di manifestazione prima di partire per il mare e poi riprendere a lamentarsi a settembre?
La rivoluzione non aspetta i comodi di nessuno...
Egidia Lanza
martedì 12 luglio 2011
LETTERA APERTA A BERLUSCONI CORRUTTORE
Ciao Silvio !! Dicono che ti sei chiuso nel silenzio per non far sbandare ancora di più il mercato italiano..che ci tieni a noi e alla stabilità del Paese.Un consiglio caro nonno :smettila di pagare le persone per sparare queste minchiate !!Da quando c'è GOGOL siamo appena appena più informati di te e le prese per il culo ci hanno veramente stancati...sfiancati...
Ogni tua parola, detta o fatta dire,è ormai irrangiugibile alle nostre orecchie.Ci hai mandati in OVERDOSE DA CAZZATE...è una brutta cosa sai? Non ne reggiamo più nemmeno una.E' come avere una costante indigestione.Un mal di stomaco cronico.La nausea perenne.L'uccello sempre duro ( forse questo è l'esempio che puoi capire meglio)....
Le cose invece stanno così: ti sei chiuso nel silenzio insieme agli avvocati avvoltoi che hai messo al parlamento per studiare SOLUZIONI A TE CONSONE PER NON PAGARE I 560 MILIONI A DE BENEDETTI.
Questo stai facendo.Nulla più.
Ma sappi che noi teniamo d'occhio OGNI TUA MOSSA...ti stiamo con il fiato sul collo...hai il nostro alito dietro l'orecchio...e alla prima cacata che cerchi di fare...ZAC...un morso...ZAC...due morsi...
Non sono minacce,ma CONSTATAZIONI DI FATTO.I tuoi avvocati avvoltoi possono studiarla in tutti i modi...i tuoi parlamentari comprati possono dire ciò che vogliono....ma è tutto inutile: LA RETE TI VEDE !!
Ciao nonnino...ti lascio al riposino pomeridiano e ricordati di far svuotare il pappagallo...che fa caldo... e poi puzza .
Barbara Franzot
giovedì 30 giugno 2011
Democrazia partecipata , ovvero la dittatura degli eletti
Democrazia partecipata , ovvero la dittatura degli eletti
Si sa ancora poco dell’accordo del 29 giugno 2011 da quello che è dato capire si è ratificato l’indebolimento, se non l’eliminazione dei due strumenti fondamentali a disposizione dei lavoratori : il conflitto e la democrazia.
Ha fatto scuola il sistema Marchionne della “tregua” che a ridosso di una manovra finanziaria che penalizzerà ulteriormente i lavoratori, precari e le classi più deboli , blocca” qualunque forma di opposizione .
le ragioni sono tutte politiche e ancora una volta riconducibili alla logica del subalternità alle esigenze del sistema delle imprese a danno dei diritti sociali e delle politiche di solidarietà, d’altronde nell’ultimo documento della CGIL il ridimensionamento del welfare pubblico è stato ritenuto inevitabile a fronte della riduzione del Pil .
La CGIL, quindi, ha preferito negoziare diritti certi per salvaguardare il patto di stabilità europeo mentre i costi della manovra si concretizzeranno in ulteriori tagli ai servizi pubblici, nuovi attacchi alle pensioni, ulteriore congelamento sine die dei contratti pubblici, blocco totale del turn over – con buona pace dei precari del pubblico impiego - manovra sulle tasse e sull'IVA tale da far pagare di più ai ceti popolari e al lavoro dipendente, di aumento dei contributi previdenziali per i precari, di attacco ai migranti,e sostanzialmente i ricchi, che hanno un reddito medio 11 volte superiore ai poveri. (55.000 euro contro 5.000) , continueranno a non essere toccati ,al massimo la “stangatella “ colpirà i proprietari dei Suv.
Si sgretola definitivamente anche quel residuo di democrazia attraverso il meccanismo delle certificazioni, cioè non saranno più previste consultazioni di base mediante le quali i lavoratori sono chiamati ad esprimersi sugli accordi nazionali e sul contratto collettivo, ma è stato elaborato un sistema misto tra iscritti , quindi il via al mercato delle iscrizioni , ed RSU, che lì dove sono presenti saranno le uniche a votare . In pratica il contratto di lavoro nazionale , viene siglato dai firmatari, bloccando il diritto di voto dei lavoratori e qualunque agibilità sindacale delle organizzazioni in disaccordo . In questo sistema la derogabilità al contratto collettivo, sistema Fiat, secondo cui ogni impresa potrà definire a suo piacere i contratti ad personam, decreterà la fine del sistema universale di diritti e tutele, unica e forte premessa per ricomporre la frammentarietà del lavoro e nel lavoro.
Adele Dentice
Si sa ancora poco dell’accordo del 29 giugno 2011 da quello che è dato capire si è ratificato l’indebolimento, se non l’eliminazione dei due strumenti fondamentali a disposizione dei lavoratori : il conflitto e la democrazia.
Ha fatto scuola il sistema Marchionne della “tregua” che a ridosso di una manovra finanziaria che penalizzerà ulteriormente i lavoratori, precari e le classi più deboli , blocca” qualunque forma di opposizione .
le ragioni sono tutte politiche e ancora una volta riconducibili alla logica del subalternità alle esigenze del sistema delle imprese a danno dei diritti sociali e delle politiche di solidarietà, d’altronde nell’ultimo documento della CGIL il ridimensionamento del welfare pubblico è stato ritenuto inevitabile a fronte della riduzione del Pil .
La CGIL, quindi, ha preferito negoziare diritti certi per salvaguardare il patto di stabilità europeo mentre i costi della manovra si concretizzeranno in ulteriori tagli ai servizi pubblici, nuovi attacchi alle pensioni, ulteriore congelamento sine die dei contratti pubblici, blocco totale del turn over – con buona pace dei precari del pubblico impiego - manovra sulle tasse e sull'IVA tale da far pagare di più ai ceti popolari e al lavoro dipendente, di aumento dei contributi previdenziali per i precari, di attacco ai migranti,e sostanzialmente i ricchi, che hanno un reddito medio 11 volte superiore ai poveri. (55.000 euro contro 5.000) , continueranno a non essere toccati ,al massimo la “stangatella “ colpirà i proprietari dei Suv.
Si sgretola definitivamente anche quel residuo di democrazia attraverso il meccanismo delle certificazioni, cioè non saranno più previste consultazioni di base mediante le quali i lavoratori sono chiamati ad esprimersi sugli accordi nazionali e sul contratto collettivo, ma è stato elaborato un sistema misto tra iscritti , quindi il via al mercato delle iscrizioni , ed RSU, che lì dove sono presenti saranno le uniche a votare . In pratica il contratto di lavoro nazionale , viene siglato dai firmatari, bloccando il diritto di voto dei lavoratori e qualunque agibilità sindacale delle organizzazioni in disaccordo . In questo sistema la derogabilità al contratto collettivo, sistema Fiat, secondo cui ogni impresa potrà definire a suo piacere i contratti ad personam, decreterà la fine del sistema universale di diritti e tutele, unica e forte premessa per ricomporre la frammentarietà del lavoro e nel lavoro.
Adele Dentice
lunedì 9 maggio 2011
IL VERO VOLTO DI GRILLO!
Grillo, sempre bravo ad insultare tutti, non arretra davanti a nulla
Ieri ci sono stati due comizi in Piazza Maggiore a Bologna: Grillo (ore 18) e Vendola (ore 21).
Grillo si rivolge ai bolognesi e a Nichi Vendola ("colpevole" di parlare dopo di lui) con l'espressione "AT SALUT, BUSON"
Eccolo il RINNOVATORE, che pur di racimolare qualche consenso tra leghisti e fascisti, recita le sue battute secondo uno squallido clichè, l'ANTIPOLITICO, che per soddisfare il proprio ego smisurato, preferirebbe regalare la vittoria (di cui si è dichiarato certo) alla Moratti (ma soprattutto a berlusconi, da lui a parole così esecrato), piuttosto che sostenere Pisapia, candidato di tutto rispetto, ma a cui contende lo stesso bacino elettorale.
E per raggiungere il suo scopo, a Milano manda allo sbaraglio un ragazzino: Mattia Calise la cui foto sotto parla da sè:
un ventenne a cui, pur volendogli riconoscere le migliori potenzialità, di sicuro Grillo non affiderebbe mai la gestione della sua azienda (e nemmeno i suoi genitori, se pure ne avessero una), poichè la sua giovane età ed inesperienza a malapena gli consentono di gestire la sua vita ed i suoi studi, figuriamoci una città come Milano!
Ma questa candidatura ha lo scopo di irretire i giovani, i più scontenti, i più tartassati da questo governo, ed è a voi GIOVANI che mi rivolgo:
NON LASCIATEVI ABINDOLARE DA QUEST'UOMO IL CUI UNICO INTENTO E' MANTENERE IN VITA, PER PROPRIA CONVENIENZA, IL MOVIMENTO DA LUI CREATO, CHE SI DISSOLVEREBBE, SOTTO IL BUON GOVERNO CHE SICURAMENTE PISAPIA ATTUEREBBE UNA VOLTA ELETTO.
Tutto ciò ricorda un pò l'idea portata avanti dai terrosti (che poi si è scoperto come essi stessi fossero, più o mento consapevolmente, manipolati da altri e con scopi diametralmente opposti) : eliminare (oggi non in senso letterale) i migliori, i riformatori, così, restando solo i peggiori, sarebbe diventata inevitabile una rivoluzione di popolo. La storia ci ha già dimostato, dolorosamente, come tutto ciò fosse clamorosamente falso.
I cambiamenti vanno apportati all'interno del sistema, da chi al governo vuole DAVVERO esserci, per il raggiungimento del bene comune; accettando il dialogo, la collaborazione, con tutti coloro che propugnano idee simili (non necessariamente uguali) alle nostre.
Il momento è grave. la priorità su tutto, è far cadere questo governo; come lo stesso berlusconi ha pomposamente proclamato, queste amministrative saranno una sorta di referendum su di lui.
ACCONTENTIAMOLO, FACCIAMOGLI CAPIRE CHE IL SUO TEMPO E' SCADUTO.
Poi penseremo alla ricosruzione.
Paola Cardelli
lunedì 7 marzo 2011
8 Marzo, Giornata di festa?
Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le indescrivibili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson,fece bloccare tutte le porte della fabbrica impedendo cosi'alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno( di cui alcune italiane) morirono arse vive dalle fiamme. Dopo questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia. Ed oggi? Sicuramente giornata di festa, commercializzata e talune volte strumentalizzata anche politicamente. Forse chiara opportunita'per alcune donne di riunirsi tra loro almeno una volta l'anno, per altre , invece, giornata di evasione( dalla routine) utilizzata come scusante o attenuante per guardar squallidi spogliarelli ecc. Lungi" da me" voler definire questo giorno come festa,ritenendolo concretamente "momento internazionale" di riflessione, commemorazione e compassione per tutte le donne che ancor oggi subiscono atroci violenze dentro e fuori le loro famiglie.
Giulia Meliti
sabato 26 febbraio 2011
Guatemala, ingerenze italiane e uccisione di attivisti indigeni
Chiediamo fortemente al Guatemala di indagare sull'uccisione di quattro attivisti per i diritti degli indigeni, trovati morti nella parte orientale del paese.
I corpi di CATALINA MUCU MAAS (23 anni), ALBERTO COC CAL (25 anni) e SEBASTIAN XUC COC (28 anni) - militanti attivi per i diritti della comunità Quebrada Seca - e il loro amico AMILCAR CHOC (24 anni), sono stati trovati in un fiume il 14 febbraio. Uccisi barbaramente sulla macchina e poi gettati in un fiume, al termine di una giornata di studio trascorsa all'Università. Catalina e Alberto Coc erano guide spirituali maya, Sebastián e Amílcar maestri elementari.
Le comunità indigene di San Juan Cotzal sono scese in lotta contro l'Enel Green Power, la società del Gruppo Enel per le energie rinnovabili. La compagnia italiana è accusata di aver avviato nel 2009 la costruzione dell'impianto idroelettrico di Palo Viejo senza ottenere il consenso delle popolazioni native, come prescritto dall'Onu e dalla Convenzione 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro: ora gli abitanti chiedono un risarcimento dei danni causati al loro territorio.
Dopo tre riunioni infruttuose (l'ultima il 31 gennaio) con i responsabili Enel, le comunità hanno scritto una lettera aperta all'opinione pubblica internazionale e al popolo italiano, criticando la mancata volontà di dialogo da parte dell'impresa e la politica del governo guatemalteco, che si è schierato a fianco della transnazionale. Nel messaggio si annuncia l'intenzione di continuare con la resistenza pacifica, per salvaguardare le risorse naturali "che abbiamo ereditato dai nostri antenati maya" e che garantiscono il sostentamento delle future generazioni.
All'investimento ha contribuito anche la Simest, la finanziaria controllata dal governo italiano che sostiene i piani di sviluppo delle aziende nazionali all'estero. Con Palo Viejo, Enel Green Power consolida la sua presenza in America Latina e nel novembre scorso ha fatto il suo ingresso in Borsa a Milano e a Madrid. Ma quali saranno i benefici per la regione? Ben pochi, visto che l'energia prodotta è destinata in gran parte all'esportazione. Ai contadini di San Juan Cotzal rimarranno terre allagate e un ecosistema distrutto.
Dopo la resistenza dei locali, per rappresaglia hanno bloccato la fornitura di elettricità a interi comuni per giorni e giorni. A farne le spese anche gli ospedali, dove la mancanza di refrigerazione ha portato alla perdita di decine di migliaia di vaccini destinati ai bambini. A questa sorta di rappresaglia si aggiungono gli omicidi selettivi contro i leader della protesta. Le vittime sono già una decina. Come nel caso dell'Enel, l'esecutivo si è rifiutato di prendere posizione a favore della popolazione locale, anzi ha risposto con la repressione e la sospensione delle garanzie costituzionali.
Madre terra, fratello clandestino
venerdì 25 febbraio 2011
HEY MARSEILLES - To Travels And Trunks
Meglio tardi che mai, verrebbe da pensare nell'osservare la pubblicazione ritardata di due anni, rispetto all'originaria autoproduzione risalente al 2008, della quale oggi è oggetto "To Travels And Trunks", debutto dell'ennesima fresca proposta proveniente da quel territorio fertilissimo per il folk, inteso nell'accezione più lata del termine, che corrisponde al quadrante nord-occidentale degli Stati Uniti.
Stavolta non si tratta della "solita" Portland, bensì della vicina Seattle, ove da poco più di un paio d'anni opera una band di ben sette elementi, dotata di un'ampia strumentazione comprendente tra l'altro fiati, violoncello e un fisarmonica, grazie alla quale riveste di una scintillante veste orchestrale narrazioni folk senza tempo, improntate sia a intimo lirismo che a melodie esuberanti.
La band in questione risponde al nome di Hey Marseilles e, al di là dei riferimenti onomastici e in parte anche musicali legati a un certo gusto francese, può agevolmente collocarsi nella scia delle esperienze di gruppi quali Decemberists e Okkervil River, per il suo tentativo di rideclinare ballate folk secondo un piglio orchestrale e modalità interpretative in bilico tra teatralità e spirito "indie" cantautorale.
L'ora di musica racchiusa in "To Travels And Trunks" ne rappresenta una prova tangibile, articolata in ben tredici brani all'interno dei quali si susseguono senza sosta variazioni di mood, tonalità e registri interpretativi, incarnati con misura ed espressività dalla voce del cantante Mark Bishop, il cui timbro pacato e talora incantato risulta duttile nell'adattarsi tanto a scatenate aperture a cavallo tra tradizione bandistica e magnificenza da musical, quanto a bozzetti nei quali l'accompagnamento si riduce quasi soltanto alla chitarra.
Come testimoniano già il suadente intro pianistico di "Marseilles" e lo strumentale impressionista "Goodbye Versailles", che chiude il disco con un affresco fuori dal tempo, quella proposta dagli Hey Marseilles è una formula capace di contemperare composizioni intrise di compunto romanticismo, danze guidate dalla fisarmonica e scatenati handclapping, il tutto senza tralasciare occhieggiamenti a soluzioni di ormai sperimentata presa. In "To Travels And Trunks", infatti, non è dato riscontrare affinità soltanto con i citati Okkervil River (dei quali "You Will Do For Now" potrebbe sembrare uno degli episodi più lenti) e Decemberists (le cui cadenze claudicanti ricorrono ad esempio in "Gasworks"), bensì anche numerosi spunti a vario titolo riconducibili ad affermati protagonisti del panorama indie-folk. Basti pensare alla cura nelle propulsioni orchestrali, che nel singolo "Rio" sfociano in un profluvio di fiati alla Sufjan Stevens, o alla trasformazione di "Calabasas", dall'iniziale lo-fi gibbardiano alle aperture corali della sua parte finale.
Lungo tutto il corso dell'album, non affiora tuttavia mai con evidenza una dichiarazione di parentela stretta con altri artisti, e questo proprio in ragione di un continuo rimescolamento di registri, frequente anche all'interno di uno stesso brano, che coniuga il nostalgico lirismo delle melodie con una vivacità elegante, che nemmeno nei pezzi più briosi sfocia in ebbrezza da osteria.
Nonostante l'universo di riferimento, l'indie-folk degli Hey Marseilles non sa di alcool e sangue, ma dei miti sentori di un pic-nic primaverile appena fuori città, nel corso del quale vi è il momento per le storie e la parentesi per le danze (perfettamente simboleggiata in "From A Terrace"), ma pure un breve spazio per imbracciare soltanto una chitarra e intonare una canzone d'amore semplice nei modi e nelle parole ("Someone To Love"). Sarà per questo che l'epos gentile e la ricca tavolozza sonora della band riescono a segnalarsi con decisione di fronte a mille altre produzioni analoghe, coinvolgendo con la loro autentica passione per la scrittura e per la composizione. Non resta dunque che recuperare il tempo perduto e rendere il giusto merito agli Hey Marseilles, attendendone con curiosità le prossime mosse.
Raffaele Russo - www.ondarock.it
myspace
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BAND OF HORSES - Infinite arms
terzo album per la Band of Horses, e primo dopo il passaggio alla Columbia dalla Sub Pop. 'Infinite Arms' è anche il primo disco con i Band Of Horses per Ramsey e Raynolds. Anche questo lavoro, come il precedente, è stato concepito sotto gli ampi cieli del South Carolina, dove il gruppo risiede dopo aver lasciato Seattle.
Bridwell ha ormai uno stile consolidato e riconoscibile, che anche in quest'ultimo disco si è mantenuto pressoché inalterato. Quello che si può trovare in più (o in
meno) è la pulizia degli arrangiamenti e della produzione, e la scelta di virare decisamente verso il pop, lasciando scivolare lontano il tocco sad-core che li aveva caratterizzati agli inizi. Si troveranno ritmi più serrati e contorni più netti e non ci sarà più bisogno di strizzare gli
occhi per cogliere le immagini evanescenti tipiche della produzione antecedente.
si dice che siano i primi tre minuti a far capire ad una persona se colui o colei che ha davanti sarà o meno di suo gradimento. Se, poi, si aggiungono preconcetti, stereotipi e frammenti non significativi di quello che verrà, il giudizio rischia seriamente di diventare preventivo. A quel punto è difficile abbattere le mura erette a difesa di posizioni preconfezionate. Quello di cui si parla, a detta di molti, è il tipico esempio di un disco nato da buttare, un disco che si ascolta solo per poterlo, poi, stroncare e scartare con sufficienza. Approfondendo, invece, si può scoprire che non è affatto così. Si deve, necessariamente, partire dal fatto che 'Infinite Arms' non è un lavoro degli stessi Band Of Horses di 'Everything All The Time' e 'Cease To Begin'. Quelli di oggi sono profondamente diversi, più semplici, certo, meno empatici (altrettanto vero), ma pur sempre di valore. Bisogna anche accettare che non ci sarà un altra 'The Funeral' e questo è decisamente il passo più difficile, ma imprescindibile, se si vogliono cogliere i molti lati positivi di quest'opera. Nello specifico l'album si presenta, essenzialmente, come una collezione di singoli, tra cui 'Factory', 'Laredo', 'Compliments' e 'For Annabelle' sono, sicuramente, i più ispirati. 'Infinite Arms' non racconta una storia, è fatto per il piacere immediato, dà tutto fin dal primo ascolto, senza sorprese o regali da scoprire. Rispetto al passato manca, poi, l'impasto sonoro a dare quell'effetto emozionale quasi stordente, rendendo tutto più ordinario e rassicurante, per quanto rimanga un'impronta riconoscibile e una certa eleganza compositiva. La sensazione, a posteriori, è che si debba avere un gran talento per mettere insieme una serie di canzoni estremamente efficaci come queste, sicuramente adatte perché i Band of Horses compiano un passo decisivo verso un ampio successo. Una di quelle scelte che, probabilmente, non si può disprezzare, anche se a coloro che li hanno amati dall'esordio
mancheranno molto. Niente lacrime però, questo è un gran disco pop.
www.bandofhorses.com
myspace
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lunedì 21 febbraio 2011
Riforme 2011: “Difendiamo la Costituzione, sempre e dovunque, contro l'ennesimo attacco”
“Difendiamo la Costituzione, sempre e dovunque, contro l'ennesimo attacco”
“No alla riforma liberticida della Costituzione”
“CSM e Consulta non si toccano: sono garanzia dei cittadini e non privilegi dei magistrati”
In passato il passaggio dalla democrazia al fascismo avvenne con la cosiddetta Costituzione fascista, che conferiva al primo ministro poteri eccezionali, e con una legge elettorale impersonale, la legge Acerbo, che eliminava il voto di preferenza. E fu per un ventennio tirannide da cui ci liberammo grazie alla sconfitta dell'asse e alla Resistenza.
Erodoto ricorda “Anche il migliore degli uomini, una volta salito a tale autorità, il potere lo allontana dal suo solito modo di pensare, per l'arroganza che deriva dal potere e l'invidia verso coloro che eccellono in qualche campo”. (Erodoto III, Le storie). E' la fotografia del premier.
“L'uomo, - dice Aristotele,- è la migliore delle creature, ma quando si stacca dalla legge (Costituzione) e dalla giustizia, è la peggiore di tutte. Senza virtù, è l'essere più sfrontato e selvaggio e il più volgarmente proclive ai piaceri d'amore e del mangiare. La giustizia è elemento fondamentale dello Stato, il principio ordinatore della comunità statale, e l'attacco ad essa è attacco allo Stato”. Ed è quello che sta accadendo in Italia, ove il premier si stacca dalla Costituzione, minacciando di distruggere l'indipendenza della magistratura, la nostra democrazia e la nostra libertà. (La politica Aristotele Laterza)
E' un errore sottovalutare ciò che accade. Oggi la situazione è peggiore: il Premier è multimiliardario, ha l'appoggio della mafia, controlla TV pubbliche e private. In Italia si è instaurata una specie di “monarchia assoluta”, in cui il sovrano è il premier. Che pretende di governare ogni cosa a sua volontà. Questo va contro la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini e della democrazia, il cui destino è legato indissolubilmente a quello della Costituzione. Se muore la Costituzione repubblicana, muore la democrazia.
Ma nella Costituzione e per la sua salvezza, “si deve badare che non si violino i principi fondamentali” ma anche che “si osservi il piccolo perchè le trasgressioni si insinuano senza che ce se ne accorga”. Poi “occorre non prestare fede agli argomenti messi insieme per ingannare la massa, giacchè sono confutati dalla realtà”: così il tema del cosiddetto “processo breve” è un inganno perchè il premier vuole la distruzione dei vari processi contro di lui- per corruzione, esportazione illecita di capitali e prostituzione minorile-, cioè nessun processo per lui, e non il processo veloce per tutti.
Ritengo ingiusta anche la proposta del PD e del PDL, che vuole ripristinare l'autorizzazione a procedere per qualunque reato commesso dai parlamentari. Dietro questa proposta c'è sicuramente la mano di D'Alema. E' un' ingiustizia salva premier, frutto del solito inciucio insopportabile, che ci riporta al peggiore passato, quando veniva invocato il fumus persecutionis per qualunque reato commesso dai parlamentari. E si era creata una specie di immunità anche per reati che nulla avevano a che vedere con l'attività parlamentare. Questa legge farebbe immediatamente cadere il processo per concussione e prostituzione contro il premier. E sconfesserebbe l'operato della magistratura. Ma sarebbero giudicabili solo Lele Mora e Emilio Fede con la violazione del principio della uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Così come è ingannevole il tentativo di stravolgimento della Consulta, accusata dal premier di essere giudice di parte. Non è così. E' il premier uomo di parte, la sua e dei suoi amici leghisti. La Consulta è il Giudice che difende la Costituzione e boccia le leggi incostituzionali da qualunque parte siano approvate; è il giudice delle leggi emanate dal Parlamento, il massimo custode della Costituzione. Guai se si dovesse stravolgere la composizione della Consulta per sottoporla alla volontà delle Lega, per violare il principio della unità e indivisibilità, o del premier, per violare il principio delle eguaglianza dei cittadini. O se si dovesse cambiare il quorum per la validità delle sue decisioni: 2/3, anziché la maggioranza.
Se mi si chiede perchè intervengo a parlare ancora di Costituzione, io rispondo con le parole di Aristotele, “coloro che si danno pensiero della Costituzione, e della sua salvezza , devono procurare motivi di timore in modo che i cittadini stiano in guardia e non allentino la vigilanza intorno alla Costituzione, e rendere vicino quel che è lontano” (Aristotele la politca V). “Ma certo conoscere un male all'inizio non è di uno qualunque, bensì di un vero politico”.
Ed io credo di essere un vero politico, perchè pur essendo un uomo modesto e che spesso sbaglia,sono al servizio solo della Costituzione e non dei partiti, che ignorano i pericoli che corre la nostra bella Costituzione e tacciono , lasciando che la disinformazione, messa in atto dal premier, dilaghi e cosi' i cittadini non possono fare valere i loro diritti.
Il mio obiettivo è uno solo: informare, senza arroganza ma in umiltà, il maggior numero di cittadini di quello che accade e che può accadere. E di invitarli a informare gli altri, con un semplice passaparola, dicendo loro che l'ANPI di Roma, sotto la Presidenza del partigianoMassimo Rendina, si farà promotrice di iniziative in difesa della Costituzione, dovunque sia possibile. Io lo farò nelle scuole anche elementari, con grande gioia. Andrò a Cerignola, il paese di Giuseppe Di Vittorio, in quelle scuole elementari, l'11 aprile 2011, e nei liceo Ettore Majorana di Roma, e nelle scuole di Velletri, e nelle scuole liceali della borgata Gordiani a Roma. Oggi e sempre Resistenza!
Il Parlamento sta perdendo la sua libertà per la compravendita di parlamentari che proteggono se stessi e non gli interessi di lavoratori, disoccupati e giovani.
Il premier ricatta e corrompe molti parlamentari con la minaccia di non ricandidarli o la promessa di confermarli. Pretende il processo breve, anzi brevissimo, per fruire della prescrizione dei reati di corruzione e di prostituzione minorile, commessi fuori dall'esercizio delle funzioni parlamentari. Minaccia la indipendenza della magistratura modificando la struttura del CSM con l'inserimento di membri laici prevalenti su quelli togati. In tal modo spetterebbe a lui e non al CSM la selezione, nomina e carriera dei magistrati , con l’attribuzione di questi poteri a commissioni controllate dall’esecutivo, con la lesione di indipendenza e autonomia della magistratura.
Il Governo nominerebbe capi di uffici giudiziari amici, giudici subalterni al potere politico, come ai tempi della strage di piazza Fontana e di Portella delle Ginestre.
Il Premier vuole sottomettere anche la Consulta, pretendendo la maggioranza dei due terzi di componenti per la abrogazione delle leggi incostituzionali. In passato il PDL e la lega tentarono l'assalto alla Consulta con una nuova composizione che prevedeva che due giudici fossero sottratti al Capo dello Stato ed alla Cassazione, attribuendo alle camere la scelta di 7 anziché di 5 giudici. La Corte non sarebbe più l’estrema barriera contro il tentativo di attentare all’essenza della democrazia.
Ferdinando Imposimato
Ferdinando Imposimato (Maddaloni, 9 aprile 1936) è un magistrato e politico italiano.
Avvocato penalista, è Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione.
Si è occupato della lotta alla mafia, alla camorra e al terrorismo: è stato il giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro (1978), l'attentato al papa Giovanni Paolo II (1981), l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet, e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. Si occupa anche della difesa dei diritti umani.
http://www.anpi.it/
Le dichiarazioni di Luca Barbareschi, uomo d'altri tempi
aprile 2008,il Pdl lo piazza in Parlamento:"Berlusconi è un fuoriclasse,un genio, come lui ne nasce uno ogni 50 anni...meno male che ha resistito ai giudici di Mani Pulite,che hanno fatto un vero colpo di stato"
31 ottobre 2009:"Ho oltre l'80% di presenze...ah sì? Sicuro che ne ho solo il 47,70%?...Vabbè, è quasi la metà E' la stessa cosa...non ce la farei ad andare avanti con il solo stipendio da politico...("Ma sono circa 23.000mila euro lordi al mese,più tutti i benefit",sottolinea l'intervistatore)...E allora? Non sono mica nato da una famiglia ricca.Nessuno mi ha lasciato niente...E' facile parlare per voi! Voi giornalisti siete la vera casta,la feccia"
16 aprile 2010:"il Pdl non esiste,è un partito di plastica.Fini mi ha chiesto: "Sei pronto?"
7 luglio 2010:"Mediaset blocca il mio film...hanno fatto bene quelli di sinistra ad insultare Berlusconi per 10 anni,così ora hanno fatto i miliardi,io invece ho preso solo fregature"
22 luglio 2010:"Il Pdl è solo un partito di sudditi che fa gli interessi di B.e di Mediaset.Noi deputati non possiamo essere trattati come sudditi mentre si trasforma lo Stato in un bordello"
31 luglio 2010,è entusiasta:lascia il Pdl e diventa Deputato di Futuro e Libertà,il nuovo gruppo parlamentare guidato da Gianfranco Fini
6 ottobre 2010:"Per me il partito di Fini dev'essere un Fronte di Liberazione Nazionale,aderisco a Fli con lo stesso spirito con cui mio padre ha combattuto tra i Partigiani bianchi del Cln...abbiamo sbagliato ad appoggiare Berlusconi,siamo caduti nel suo inganno,dobbiamo liberare l'Italia da questa politica morta"
2 novembre 2010:"Lo scanalo Ruby?Fossi in Berlusconi mi dimetterei"
6 novembre 2010,nasce FLI:"Ho un incarico,il più grande che mi è stato affidato nella mia vita di spettacolo e politico:leggere il Manifesto per l'Italia di Fli...Noi amiamo l'Italia, la nostra Patria e la vogliamo orgogliosa e consapevole,unita nelle sue differenze,civile e generosa,tollerante ed accogliente; una Nazione di cittadini liberi,che credono nell'etica della responsabilità"
31 gennaio 2011:"Sono solo illazioni,non ritorno nel Pdl.Resto in Fli.La notizia vera è che ieri pomeriggio sono stato ad Arcore per incontrare il Premier,e sono contento di questo incontro...pensare con preoccupazione e con spirito costruttivo ai problemi del Paese non significa cambiare casacca.Il mio passaggio in Fli,fin dalla sua fondazione,è stato convinto e chiaro.Le dimissioni da deputato?Non le escludo".(Il friulano Diego Volpe Pasini,che assieme Vittorio Sgarbi è appena andato a trovare Berlusconi ad Arcore,a Radio 24 afferma:"Tutti sanno che Barbareschi è andato da Silvio per sbloccare le sue fiction")
1 febbraio 2011:"Nell'inchiesta ci sono delle foto fatte in casa di Berlusconi con strumenti professionali usati per lo spionaggio...sappiamo che questi apparecchi costano più di 25.000 euro l'uno.Gli investigatori hanno fatto delle foto e sono notizie certe.Non sono foto fatte dalle ragazze con i telefonini ma foto scattate con strumenti professionali.Non è più un paese libero.Se dovessi vedere una foto di Berlusconi io come cittadino italiano mi sentirò offeso"
1 febbraio 2011:"Berlusconi mi ha offerto di tutto per tornare nel Pdl...ma non esco da Futuro e Libertà,e non ho nessuna intenzione di andare con i Responsabili di Moffa"
2 febbraio 2011:"Non mi dimetto da Futuro e Libertà,sono tranquillo e sto bene dove mi trovo adesso"
2 febbraio 2011:"Non esiste una sola dichiarazione alla stampa in cui dico che andrò via da Fli...Faccio parte di Futuro e Libertà,voterò compatto con Fli"
3 febbraio 2011,voto sul Ruby-gate,sorprendente astensione:"No! C'é stato un contatto,un errore.Io ho votato compatto insieme ai finiani"
5 febbraio 2011:"Non me ne vado,tra poco si chiarirà tutto"
6 febbraio 2011."Ecco come Barbareschi ha cambiato il suo voto",spiega la finiana Angela Napoli
7 febbraio 2011:"Resto in Fli,non me ne sono mai uscito.Questa settimana ho messo in atto la più grande e bella provocazione mediatica:senza aver detto nulla,perché non esistono dichiarazioni in cui dico che lascio Fli... Però "pagliaccio"non me lo dice nemmeno Fini,pretendo le sue scuse"
8 febbraio 2011:"Le ripeto:io ad Arcore non ho chiesto niente.Abbiamo parlato da amici...Il voto sbagliato?Ma certo che ho fatto apposta!Mi sono astenuto,e poi ho finto di essermi sbagliato...Diciamo che lanciavo il mio film,"Il trasformista", in vista del suo passaggio televisivo,su Rai3...Questa storia che io starei tradendo Fli è una bufala mediatica...È una bufala mediatica perché io non ho mai detto di voler lasciare Fli.Tutti i giornali l'hanno scritto,è vero...Ma era e resta una vostra fantasia.Punto"
8 febbraio 2011:"Ancora una volta sono costretto a intervenire per ribadire la mia appartenenza a Futuro e Libertà,che ho contribuito a fondare e alla quale aderisco pienamente"
11 febbraio 2011:"Non passo col Cavaliere,abbiamo solo parlato di agenda digitale.. ho solo stigmatizzato il falso moralismo che vuole impiccare in piazza lo stile di vita del Premier"
15 febbraio 2011:"Si puo' criticare Berlusconi ma bisogna tener contro delle cose buone fatte dal governo,come ad esempio la riforma Gelmini.Non possiamo darci dei cretini da soli''
15 febbraio 2011:"La manifestazione delle donne è stata strumentale e inutile... le donne hanno sempre usato il loro corpo per fare carriera,in tutti i settori,in tutto il mondo"
16 febbraio 2011,alla fine ce la fa: via libera dalla Rai, per lui, le sue fiction e le sue aziende, con un lucroso contratto da 15 milioni
16 febbraio 2011:"Dopo Tangentopoli,Berlusconi è stato fondamentale per creare questo centrodestra...non dobbiamo fare di Berlusconi un nemico...Ruby? Chi è senza peccato scagli la prima pietra...comunque io per ora resto con Fli,gli altri fanno i trasformisti,io no,resto immobile"
oggi:"Lascio Fli per il gruppo misto:aiuterò il Governo.Berlusconi mi ha già telefonato,ringraziandomi per la coerenza"
Filly SaintJust
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