mercoledì 30 gennaio 2013

LA MIA VITA

Ho avuto dei genitori severi. Li ringrazio di questo, mica no, li ringrazio per avermi insegnato a essere educata, a prendermi la responsabilità delle mie azioni, di tutte, per avermi insegnato a chiedere scusa, e io ho chiesto scusa anche quando troppo torto, forse, non lo avevo. Mi hanno insegnato a essere corretta, a sudarmi le mie piccole conquiste, a rimettermi in piedi quando cadevo, senza aspettare che mi si tendesse la mano. Ho avuto tanto dalla vita, i miei bambini, la mia famiglia, una casa (eh, vabbè...), un lavoro. Tutto questo l'ho avuto con il sacrificio, non mi sono mai tirata indietro. La vita, d'altronde, mi ha chiesto tanto in cambio. Ho conosciuto il dolore per la malattia di mio figlio, risento il suo pianto nel cuore anche oggi che sono passati tanti anni, ho conosciuto la malattia mia, quella vera, quella che ti fa stare a un passo dalla fine e che ti fa venir voglia di riavvolgere il nastro e tornare indietro, per riprenderti un pò di quella stessa vita che sembra voler fuggire via, ho conosciuto tante difficoltà, ma sono sempre andata avanti. Ho pianto poco, le difficoltà della mia vita sono incise, forse, nel mio corpo, così buffo, robusto e minuto insieme, un insieme di forza e fragilità, che è quello che mi caratterizza. Ho accettato le sfide e non mi sono mai fermata quando sono passata sulla casella "imprevisti". Ho lottato e lotto ancora, so che tanto c'è stato da affrontare e tanto ce ne sarà. Lo accetto e non mi spavento, oddio, forse un pò, ma so che posso guardare solo avanti e non tornare indietro. Va bene così. Fa parte del pacchetto "all inclusive" che ho acquistato quel 31 gennaio di quasi 37 anni fa. Cresco i miei figli affinchè siano onesti e forti, perchè non si spaventino di fronte alle difficoltà e siano sempre corretti e leali. Insegno loro a dire grazie per ciò che hanno, che forse è meno di ciò che vorrebbero, ma tant'è. Gli insegno la responsabilità e la disciplina, li guardo e mi sembra che siano due piccoli ometti che, come me, non sgomiteranno, ma si conquisteranno con la fatica il loro posto nel mondo. Ma a volte, spesso, lo ammetto, mi chiedo se questo rigore sia giusto. Perchè ogni giorno, in tanti ambiti, mi rendo conto che vanno avanti i furbi e i prepotenti, quelli che ti investono e non si fermano a vedere cosa è successo, quelli che sono pronti a farti del male pur di avere ciò che vogliono, quelli che ti fanno del male per il solo gusto di farlo. Io non sono così. Mi viene il magone, ma non piango, rimando indietro le lacrime che non so piangere e vado avanti. Mi barcameno tra le mille difficoltà della vita, ma non imparo a schivare le bordate di quelli che ti aspettano al varco, di quelli che "valgo più di te e quindi, se posso, ti anniento", quelli che della slealtà hanno fatto una bandiera che sventolano allegramente e con cui seppelliscono i cadaveri che lasciano sul cammino. I miei figli...ecco....io vorrei che sapessero cosa è giusto e cosa è sbagliato e si ponessero sempre dalla parte del giusto. Vorrei che potessero camminare sempre a testa alta, vorrei che diventassero uomini con una coscienza, con un cuore. Vorrei che sapessero voler bene e che sapessero fare bene e del bene. Lo vorrei, ma poi, quando inciampo nelle scorrettezze della vita, mi chiedo se sia giusto educarli così. Mi chiedo se sia giusto insegnar loro che va avanti chi è corretto e non chi è più forte. Spero che sappiano trovare la loro strada e che quella strada non abbia troppi intralci. Vorrei che, se questo proprio non è possibile, dovessero incappare negli intralci della vita e non in quelli delle persone, quelle stesse persone che forse hanno avuto meno rampognate e che, proprio per questo, hanno imparato a farsi posto nel mondo senza passare dal via. FEDERICA CHICCA MEOGROSSI, L'AQUILA

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