giovedì 29 settembre 2011

DEFAULT!! --- DEFAULT!! --- DEFAULT!! --- DEFAULT!!


Tutti i capi di governo dei paesi europei sanno benissimo che un DEFAULT del paese che amministrano sarebbe disastroso, ma non per il popolo, ma per loro, ecco perchè il grande affanno per trovare delle soluzioni, anche sulla pelle dei cittadini, si, perchè in ogni caso, saranno i cittadini a pagare, quindi noi cittadini aspettiamo e invochiamo il DEFAULT.

Sfanculiamo per sempre la casta politicastra! (come hanno già fatto gli islandesi *)

PER SALVARCI: subire il Vero Default (politico) il fallimento della casta, cacciarli a pedate nel culo fuori dal paese o nelle patrie galere, uscire dall'europa disconoscendo il debito pubblico, riscrivere la costituzione su modello democratico diretto svizzero, eliminare fisicamente bankitalia spa, denaro: stampare e coniare monete e biglietti di stato a corso legale, immettendo la nuova moneta di stato in circolazione sostituendo con rapidità la moneta di banca che andrà restituita ai banchieri usurai, con tutti quei pezzi carta possano darsi fuoco.

http://youtu.be/wwSo57YUjNo
http://youtu.be/9xT5HAnWkBY
http://www.signoraggio.org
CONDIVIDETE QUESTA NOTA PIU' CHE POTETE NELLE BACHECHE E NEI GRUPPI, QUESTO IMPORTANTE MESSAGGIO DEVE ARRIVARE A TUTTI I CITTADINI

http://www.signoraggio.net/


Giovanni Sandi

martedì 20 settembre 2011

PROVATE VOI STESSI


allora,se siete un po' lupi,e non volete fare la fine di un agnello a pasqua,vi consiglio di fare un piccolo esperimento,partiamo da una semplice spiegazione sul concetto:CAPITALE SOCIALE,Il capitale sociale rappresenta il valore delle somme e dei beni conferiti dai soci, a titolo di capitale di rischio, all’atto di costituzione della società. Esso è suddiviso in quote di pari valore che sono assegnate ai soci in proporzione alla parte di capitale da essi sottoscritta e versata. Nelle società per azioni il capitale sociale è suddiviso in un determinato numero di titoli (azioni), ognuno dei quali incorpora una determinata quota di partecipazione ed i diritti sociali ad essa relativi. Il capitale sociale è utilizzato anche come parametro per lo svolgimento di alcune attività delle società come la convocazione dell’assemblea che si costituisce quando è rappresentata almeno la metà del capitale sociale. (http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/capitale-sociale.htm),ora aprite un'altra pagina di ricerca sul web e andate sul sito della banca d'italia,dopodiche,in alto a sinistra,cliccate su "banca d'italia",aperta la pagina cliccate su "funzioni e governance",poi,partecipanti al capitale e,prima sorpresa,il capitale è di 156.000 euro,voglio dire,tanto per darvi un'idea che,una emittente radiofonica,che pur essendo una delle big,con rispetto parlando,è pur sempre una emittente radiofonica,la cui società editrice,hà un capitale sociale di € 25.000.000.00 i.v. (http://www.deejay.it/static/footer/contatti.html),ultimo passo,cliccate alla voce "partecipanti al capitale"in basso,e scaricate il form. e..........se avete ancora un barlume di raziocinio capirete tutto,il debito pubblico?,il debito sovrano?,esisteva la sovranità monetaria........esisteva!

Dax Primo

http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti/Partecipanti.pdf

giovedì 4 agosto 2011

Caso Agostino: OMERTA' DI STATO


Palermo, 19 luglio 2010

Sono stato a Palermo per partecipare ai 3 giorni di commemorazioni di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta uccisi in via D’Amelio il 19/07/92.

Andare a Palermo e “toccare con mano” l’albero in via D’Amelio e il monumento a Capaci è stato, per me, sconvolgente! Non posso definire diversamente il turbamento che si prova quando si acquisisce la consapevolezza che, quanto letto in tanti libri e visto in svariati film da 18 anni a questa parte, è realmente accaduto. Un brusco risveglio per la mia mente, che, quasi, si sforzava di pensare a quei fatti come fossero irreali, o meglio surreali.



Quei tre giorni di Palermo del 2010 mi furono indispensabili anche per prendere atto di un'altra realtà, che sconvolse in modo brutale la mia coscienza e il mio cuore. In quei giorni, infatti, ho avuto la fortuna e l’onore di essere ospite della fam. Agostino. L’esperienza è stata infinitamente forte considerato che a quella famiglia sono legato da un affetto, da una stima e da un rispetto che sarebbe riduttivo relegare in una frase. A Nino Agostino, Ida Castelluccio e Attilio Manca inoltre, è stata idealmente dedicata l’Associazione che presiedo: LA MAFIA NON E’ SOLO SUD.

La situazione anomala, drammatica e incomprensibile, che ho dovuto affrontare durante e dopo quell’incontro, è il dover constatare che: NON TUTTE LE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIA SONO UGUALI!!!!

In molti si indignano a sentir parlare di “vittime di mafia di serie B” ma l’indignazione, credo, nasca dalla consapevolezza che si tratta di una REALTA’ incontrovertibile e come tale se ne nega l’esistenza, dunque anche la sua denuncia rimbalza su pareti di gomma.

Nino Agostino (poliziotto della mobile di Palermo) e la neo-moglie Ida Castelluccio (i due erano sposati da poco più di un mese) sono stati uccisi dalla mafia il 5 agosto del 1989. Nino Agostino è stato ucciso molto probabilmente perché AVEVA SCOPERTO COSE CHE “NON AVEREBBE DOVUTO SAPERE” e non a caso nel portafogli teneva un biglietto con scritto SE MI SUCCEDE QUALCOSA GUARDATE NEL MIO ARMADIETTO (per info vedi il filmato http://www.youtube.com/watch?v=1d1xfFP2tgw). Ida Castelluccio (da poco incinta), probabilmente, fu uccisa perché sapeva (le sue ultime parole furono:"VI CONOSCO").

I coniugi Agostino, quel 5 agosto del 89, si stavano recando al compleanno della sorella di Nino e morirono, assassinati, proprio tra le braccia dei genitori del poliziotto.

Le indagini sulla morte di Nino e Ida, causa numerosi depistaggi (DA SUBITO si parlò di movente passionale ndr), non hanno, ad oggi, fatto chiarezza sui mandanti, sugli esecutori e sui complici di questo pluriomicidio. Il probabile coinvolgimento di apparati dei SERVIZI SEGRETI provato dal loro continuo silenzio in merito, ci porta quindi a DENUNCIARE che: SUL CASO AGOSTINO C’E’ OMERTA’ DI STATO!!!.

Molto indicative sono le parole di Nino di Matteo quando, in merito al caso Agostino, afferma: TECNICAMENTE NON E’ MAI STATO POSTO IL SEGRETO di STATO MA CI STIAMO SCONTRANDO CON SEMPRE PIU’ EVIDENTI RETICENZE ANCHE DA PARTE DI QUEI SOGGETTI CHE HANNO RICOPERTO INCARICI PUBBLICI, ISTITUZIONALI E AL SERVIZIO DELLE FORZE di POLIZIA!”

Ascoltando le parole di Di Matteo, non posso che trovarmi d’accordo con chi mi dice: ”MAGARI” FOSSE STATO POSTO IL SEGRETO DI STATO SUL CASO AGOSTINO, MAGARI! Con un Segreto di Stato, “almeno”, avremo una o più persone PRECISE da additare e accusare. Invece, al posto di un vergognoso segreto di stato, ci troviamo, assieme agli Agostino e alle decine e decine di famigliari di vittime delle mafie, a fronteggiare la costante vigliaccheria di uno Stato che nei tribunali espone, paradossalmente, la frase LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI; OMERTA' DI STATO vigliacca e ingiustificabile è pari, solo, alla vigliaccheria di quei mafiosi che non si fermano nemmeno davanti ad una 19enne incinta.

I genitori di Nino, dalla morte del figlio e della nuora, hanno fatto una promessa: Vincenzo non si taglierà più né barba né capelli mentre Augusta non toglierà più il lutto FINTANTO CHE NON SI SAPRA’ UFFICIALMENTE CHI, E PERCHE’, hanno ucciso questa giovane coppia di sposi.



In Italia ormai è prassi avere due VERITA’: la verità giuridica (determinata dalle sentenze) e la verità “storica” (determinata da fatti certi ma che, per varie ragioni, non hanno portato ad una sentenza di condanna dei colpevoli). Nella nostra Nazione i famigliari delle vittime innocenti di mafia di “serie B” (come purtroppo definisco anche la fam. Agostino) spesso non hanno nemmeno il “diritto” di conoscere la verità storica perché essa si può avere forse, soltanto, se a chiederla sono la maggioranza dei cittadini (“se l’Italia tutta chiederà la verità lo Stato non potrà sottrarsi a questa richiesta” A. INGROIA) oppure se a “concederla” sono i “poteri forti”.



Dall’uccisione di Nino e Ida (sono passti 22 anni ndr) si è parlato sempre troppo poco di questo caso e, i fatti accaduti, raramente sono stati raccontati con la dovizia di particolari, che gli sarebbe dovuta. Perché tutto ciò?

PERCHE’ LA VERITA’ SULLA MORTE DI NINO E IDA E’ SCOMODISSIMA E, SE SCOPERTA, SAREBBE PERICOLOSA PER MOLTI!!!



Scoprire coloro che hanno voluto la morte dei due coniugi e coloro che hanno partecipato attivamente al depistaggio delle indagini porterebbe, forse, ALLE STESSE PERSONE IMPLICATE NEL FALLITO ATTENTATO A GIOVANNI FALCONE (Addaura 1989) NONCHE' AI MAFIOSI, AI MEMBRI DEI SERVIZI SEGRETI COINVOLTI NELLE STRAGI DEL 92 E DEL 93 E, MOLTO PROBABILMENTE, PORTEREBBE A SCOPRIRE FINALMENTE CHI E' QUELLA "FACCIA DA MOSTRO" DI CUI TANTO SI E' PARLATO SUI GIORNALI MA CHE, AD OGGI, E' SENZA NOME.

La ricerca della verità, in uno Stato di diritto, dovrebbe chiamarsi “INTERESSE NAZIONALE” e, invece, in un’Italia dove la giustizia è un lusso per pochissimi eletti, l’OMERTA’ DI STATO è la realtà che fronteggiano giornalmente queste famiglie abbandonate e, che si vorrebbe, relegate al silenzio. A febbraio 2011 è partita una petizione per togliere il “segreto di stato” sul caso VOLTA A SCOPRIRE TUTTA LA VERITA’; ad oggi hanno firmato poco più di 1.500 persone. Anche questo sforzo, dunque, sembrerebbe essere stato inutile: l’ennesima sconfitta dei giusti! Cosa, allora, dovrei dire agli Agostino? ”CIO CHE FATE DA 22 ANNI E’ TOTALMENTE INUTILE”, ARRENDETEVI all’OMERTA’ DI STATO!

No, se potessi incontrarli oggi stesso, invece, gli direi: molti Italiani (non so se considerare anche loro di “serie B”, non credo, comunque sicuramente diversi) vi sono vicini con i loro umili e spuntati strumenti; ma sappiate, cari Agostino, che queste persone vi sono vicine con il cuore, non vi abbandoneranno, non si stancheranno di urlare ai “sordi” la verità storica sulla morte dei vostri cari perché anche noi, come voi, abbiamo fatto una promessa solenne mai più vittime di serie B, mai più segreti infamanti per un popolo onesto!

In ultimo, mi pongo una domanda agghiacciante:



•L’arresto dei mandanti, degli esecutori e dei complici del pluri-omicidio Agostino, avrebbe potuto evitare la morte di Emanuele Piazza e prevenire i morti e le Stragi del 1992/1993?


Davide Tassan Zorat

LA MAFIA NON E’ SOLO SUD

P.S. vi ricordo di consultare il video http://www.youtube.com/watch?v=1d1xfFP2tgw
IMPORTANTE : Venerdì 5 agosto alle ore 09.15 al Santuario di S. Maria del Gesù (PA) si terrà una messa per ricordare Nino Agostino e Ida Castellucci celebrata da Don Luigi Ciotti.

Alle ore 9.00 il Questore di Palermo deporrà una corona di fiori davanti la cappella dove riposano i due ragazzi. Alle ore 11.30 verrà scoperta una targa commemorativa realizzata dal Comune di Carini, installata a Villagrazia di Carini sul lungomare Cristoforo Colombo, luogo dell'omicidio, all'altezza dell'ex civico 699, in cui sorgeva il villino della famiglia Agostino



La mafia non è solo sud

martedì 2 agosto 2011

MAMBRO E FIORAVANTI, ESECUTORI DELLA STRAGE DI BOLOGNA, SONO LIBERI. LO SAPETE?


Come ogni 2 agosto eccomi qua a ricordare Bologna, la strage più infame, il momento più basso, che dura ancora. In pochi sanno che non è una strage senza colpevoli: gli esecutori materiali sono, per sentenza passata in giudicato, i serial killer Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. Che, incredibilmente​, hanno passato in carcere solo 16 anni, dal 1998 sono fuori dalla galera e oggi sono persone libere. Sono completamente liberi senza essersi mai né dissociati né pentiti. Senza aver mai detto la verità. Che per la verità sul quel pozzo nero che è stato il terrorismo neofascista nei suoi addentellati con lo Stato deviato che l'ha utilizzato come manovalanza, io avrei concesso anche la libertà. Ma senza verità non può esserci libertà. E la libertà di Mambro e Fioravanti oggi, nei giorni in cui ci scandalizziamo perché i norvegesi daranno solo 21 anni di carcere all'autore della strage di Oslo, è la vergogna della storia della giustizia in Italia. C'è stato un momento in cui ho pensato che finalmente avremmo saputa la verità. E' stato quando Gennaro Mokbel (che ora è sotto processo, ma liberato anche lui dal carcere, come punto di congiuzione eversione-ricic​laggio-servizi-​stato-bandamagl​iana) veniva intercettato decine di volte al telefono con Fioravanti e Mambro (che gli propone addirittura i suoi parenti come tesserati per il suo movimento politico) e una volta lo stesso Mokblel dice chiaramente: "Tirarli fuori dal carcere mi è costato un milione e duecentomila euro". Leggendo quelle intercettazione​ ho creduto che finalmente i giornali avrebbero finito con la loro campagna per trasformare i due peggiori assassini della storia italiana in due santi. Sarebbe finita la fioritura di libri giustificazioni​sti sulle azioni dei Nar (erano giovani, poverini). Sarebbe finita la commedia di Nessuno tocchi Caino e nessuno lo tocchi, per carità, ma deve per forza venire a darci lezioni di umanità? Si sarebbe finalmente vergognata Emma Bonino di aver chiamato due pluriergastolan​i neofascisti (e i rapporti con Mokble provano che la radice politica non cambia) a collaborare ad una campagna politica per tutto il centrosinistra alla conquista della regione Lazio. Confesso di non essere riuscito a votare per la Bonino, l'anno scorso. Io posso solo riportare le parole di Paolo Bolognesi a nome di tutte le vittime di Bologna alla celebrazione del trentennale: "Ad eseguire materialmente la strage sono stati i neofascisti dei Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, hanno scontato condanne pagate a prezzi di saldo: non esiste detenuto in Italia che abbia goduto di maggiori benefici. Abbiamo appreso con sconcerto la disinvoltura e la noncuranza dell'etica politica con cui Emma Bonino ha avuto come consulenti nel comitato elettorale Mambro e Fioravanti". Bolognesi poi ha ricordato il caso Mokbel e il ruolo del giudice Mario Amato, giovane magistrato trucidato su ordine di Mambro e Fioravanti quaranta giorni prima della strage di Bologna. Stava indagando sui legami tra Nar, servizi deviati e banda della Magliana, puntando "molto in alto". Il mio modo di ricordare sempre che i peggiori criminali della storia italiana sono liberi e oggetto di venerazione da parte della classe giornalistica italiana, è ricordare tutte le loro vittime, quelle di cui nessun giornale oggi ha ricordato il nome, specie quei giornali impegnati nella celebrazione degli assassini Mambro e Fioravanti. Ecco alcune righe finite dentro a "La ricerca della costante" (il mio ultimo romanzo, uscito lo scorso anno e nel 2012 credo diventerà un film) e dentro il cuore di un personaggio che, come tutti i personaggi del romanzo, esiste realmente. PAOLO nato il 3 aprile 1963, quando in Italia si era al culmine del boom economico, al governo c'era il primo centrosinistra ed Amintore Fanfani faceva il presidente del Consiglio, i contadini si erano trasformati in operai e il nostro paese si era ritrovato tra le grandi potenze industriali. Non ha Facebook, non guarda YouTube, non usa internet. La sua ossessione è un frammento di giornale. Paolo non ha più molti capelli, è massiccio e quelli che una volta erano muscoli possenti oggi sono anche grasso. Una pancia prominente, non dovuta solo al cibo. Beve, Paolo. Beve anche quando gioca e beve per dimenticare. Beve per dimenticare quel maledetto 2 agosto. Gioca anche, per dimenticare. In realtà gioca bene, non è mai prevedibile, è solido: soffre i più giovani, quelli allenati da decine di ore settimanali trascorsi a grindare anche venti tavoli contemporaneame​nte. Grindare significa giocare come automi molti sit 'n' go allo stesso tempo puntando solo sulle cosiddette monster hands, le migliori mani possibili di partenza: AA, KK, QQ. Quelle che danno la massima probabilità di vittoria. E poiché il bravo giocatore di poker è quello freddo che punta su probabilità a proprio favore, chi grinda on line si arricchisce perché riesce a giocare anche cinquecento minitornei al giorno, accumulando peraltro un'esperienza notevolissima in poche settimane. Quella che uno come Paolo ha costruito in trent'anni. Trent'anni passati a giocare al vecchio poker cinque carte prima, a texas hold'em ora. Ma la mente di Paolo è ferma. Ferma a quel maledetto 2 agosto quando doveva raggiungere la sua Antonella a Bologna, poi insieme partire per Rimini e tornare ai bagni dove l'anno prima s'erano conosciuti e lui, sedicenne, per la prima volta aveva fatto l'amore. Ma quel 2 agosto il treno da Roma lo portò a Firenze e da Firenze non si mosse perché a Bologna era scoppiata una bomba e Antonella non c'era più. E Paolo non sa se soffre di più per il ricordo di Antonella o per l'incontro che ogni giorno fa per strada, nelle viuzze accanto al Pantheon dove lui ha una piccola casa comprata negli Anni Ottanta dopo una vincita particolarmente​ cospicua in una serata fortunata. Incontra sempre quelli che i giudici hanno detto essere coloro che la bomba che gli ha spezzato la vita in quella stazione l'hanno messa. Paolo si rigira tra le mani un frammento di giornale, spesso, molto spesso. E' la sua ossessione. Ce l'ha nel portafoglio anche oggi che deve giocarsi il mondiale. Paolo ha seguito il processo della strage, sa che li hanno condannati con ragione. Eppure Giusva Fioravanti e Francesca Mambro sono liberi, hanno avuto una figlia, girano felici senza alcun peso. Li incontri per strada come una coppia qualunque. Paolo rilegge tutti i crimini che questi due hanno commesso, anche senza la strage di Bologna per la quale si proclamano innocenti. Li rilegge ogni giorno, attraverso quel frammento di giornale. 28 febbraio 1978. Giusva Fioravanti ed altri notano due ragazzi seduti su una panchina che dall'aspetto (capelli lunghi e giornali) identificano come appartenenti alla sinistra. Fioravanti scende dall'auto, si dirige verso il gruppetto e fa fuoco: Roberto Scialabba, 24 anni, cade a terra ferito e Fioravanti lo finisce con un colpo alla testa. Poi, si gira verso una ragazza che sta fuggendo urlando e le spara senza colpirla. 9 gennaio 1979. Fioravanti ed altre tre persone assaltano la sede romana di Radio città futura dove è in corso una trasmissione gestita da un gruppo femminista. I terroristi fanno stendere le donne presenti sul pavimento e danno fuoco ai locali. L'incendio divampa e le impiegate tentano di fuggire. Sono raggiunte da colpi di mitra e pistola. Quattro rimangono ferite, di cui due gravemente. 16 giugno 1979. Fioravanti guida l'assalto alla sezione comunista dell'Esquilino,​ a Roma. All'interno si stanno svolgendo due assemblee congiunte. Sono presenti più di 50 persone. La squadra terrorista lancia due bombe a mano, poi scarica alla cieca un caricatore di revolver. Si contano 25 feriti. Dario Pedretti, componente del commando, verrà redarguito da Fioravanti perché, nonostante il ricco armamentario "non c'era scappato il morto". Che Fioravanti fosse colui che ha guidato il commando è accertato dalle testimonianze dei feriti e degli altri partecipanti all'azione, e da una sentenza passata in giudicato. Ciononostante, Fioravanti ha sempre negato questo suo pesante precedente stragista. 17 dicembre 1979. Fioravanti assieme ad altri vuole uccidere l'avvocato Giorgio Arcangeli, ritenuto responsabile della cattura di Pierluigi Concutelli, leader carismatico dell'eversione neofascista. Fioravanti non ha mai visto la vittima designata, ne conosce solo una sommaria descrizione. L'agguato viene teso sotto lo studio dell'avvocato, ma a perdere la vita è un inconsapevole geometra di 24 anni, Antonio Leandri, vittima di uno scambio di persona e colpevole di essersi voltato al grido "avvocato!" lanciato da Fioravanti. 6 febbraio 1980. Fioravanti uccide il poliziotto Maurizio Arnesano che ha solo 19 anni. Scopo dell'omicidio, impadronirsi del suo mitra M.12. Al sostituto procuratore di Roma, il 13 aprile 1981, Cristiano Fioravanti - fratello di Valerio - dichiarerà: "La mattina dell'omicidio Arnesano, Valerio mi disse che un poliziotto gli avrebbe dato un mitra; io, incredulo, chiesi a che prezzo ed egli mi rispose: "gratuitamente"​; fece un sorriso ed io capii". 23 giugno 1980. Su ordine di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, Gilberto Cavallini uccide a Roma il sostituto procuratore Mario Amato. Il magistrato, 36 anni, è appena uscito di casa; da due anni conduce le principali inchiesta sui movimenti eversivi di destra. Amato aveva annunciato che le sue indagini lo stavano portando "alla visione di una verità d'assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi". Mambro e Fioravanti la sera dell'omicidio festeggiano ad ostriche e champagne. 9 settembre 1980. Mambro e Fioravanti con Soderini e Cristiano Fioravanti, uccidono Francesco Mangiameli, dirigente di Terza Posizione in Sicilia e testimone scomodo in merito alla strage di Bologna. 5 febbraio 1981. Mambro e Fioravanti tendono un agguato a due carabinieri: Enea Codotto, 25 anni e Luigi Maronese, 23 anni. Dagli atti del processo è emerso che durante l'imboscata Fioravanti ha fatto finta di arrendersi. Poi ha gridato alla Mambro, nascosta dietro un'auto, "Spara, spara!". 30 settembre 1981. Viene ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, estremista di destra e intimo amico di Luigi Ciavardini, poiché ritenuto un "infame delatore". Del commando omicida fa parte Mambro. 21 ottobre 1981. Alcuni Nar, tra cui Mambro, tendono un agguato, a Roma, al capitano della Digos Francesco Straullu e all'agente Ciriaco Di Roma. I due vengono massacrati. L'efferatezza del crimine è racchiusa nelle parole del medico legale: "La morte di Straullu è stata causata dallo sfracellamento del capo e del massiccio facciale con spappolamento dell'encefalo; quello di Di Roma per la ferita a carico del capo con frattura del cranio e lesioni al cervello". Il capitano Straullu, 26 anni, aveva lavorato con grande impegno per smascherare i soldati dell'eversione nera. Nel 1981 ne aveva fatti arrestare 56. La mattina dell'agguato non aveva la solita auto blindata, in riparazione da due giorni. 5 marzo 1982. Durante una rapina a Roma, Mambro uccide Alessandro Caravillani, 17 anni. Il ragazzo stava recandosi a scuola e passava di lì per caso. Mambro sostiene che Caravillani sia stato ucciso da un proiettile di rimbalzo. Viene condannata come esecutrice dell'assassinio​. Francesca Mambro e Giusva Fioravanti sono nella mente di Paolo anche quando affronta la mano decisiva che lo conduce al tavolo finale, contro uno di quei ragazzini che lui non sopporta. Si chiama Tommaso, avrà vent'anni, sui tavoli del poker on line è riconosciuto come un maestro. Affronta un flop cinque di quadri cinque di fiori sei di quadri mandando "la vasca", cioè tutte le chips, per evitare rischi di scale o progetti di colore degli avversari che ha già sfoltito con un pesante raise preflop. Gli era rimasto da battere solo Paolo, che però ha seguito il suo rilancio avendo in mano asso e cinque. Paolo ha trissato, cioè la sua mano debole di partenza si è trasformata in mano praticamente imbattibile (nuts, nel gergo). Tommaso non può saperlo. Paolo fa instant call all'all in di Tommaso, turn e river non soprendono, il figlio che magar avrebbe anche voluto avere da Antonella è battuto, ma i fantasmi, quelli, non si battono mai. (tratto da "La ricerca della costante", di Mario Adinolfi, AlibertiCastelv​ecchi 2010) I serial killer Fioravanti e Mambro sono liberi. Hanno avuto una figlia. Hanno un lavoro. Il fratello di Giusva, Cristiano, ha sostenuto che Fioravanti è il killer del giornalista Mino Pecorelli e anche del presidente della regione Sicilia, Piersanti Mattarella. La vedova di Piersanti Mattarella, accanto al marito nel momento in cui sono stati esplosi i colpi mortali, ha riconosciuto in Giusva Fioravanti l'esecutore dell'assassinio​. E' l'unico caso della storia processuale italiana in cui a un testimone oculare certamente credibile viene preferita la parola di un pentito. Fioravanti è stato assolto. Fioravanti è libero, insieme alla sua Francesca, senza averci mai detto la verità. I serial killer sono stati premiati. Bologna oggi piange i suoi morti oltraggiati senza vergogna da uno Stato senza giustizia.


Mario Adinolfi

mercoledì 27 luglio 2011

DIVIDE ET IMPERA


Il modo migliore che il potere ha per distrugger​e la voce di un popolo pacifista che si ribella è quello di infiltrare​ picchiator​i travestiti​ nelle manifestaz​ioni o fingere di trovare armi dove non ci sono e poi divulgare tutto ciò attraverso​ una informazio​ne diffamator​ia per infangare e accusare di atti criminosi.​.. Creare confusione​ e mettere le persone una contro l'altra...​ Vige ancora il detto "DIVIDI ET IMPERA"

Egidia Lanza

lunedì 25 luglio 2011

I RAGAZZI DI OSLO....da una mamma


PER I RAGAZZI DI OSLO.............Come fiori recisi dalla tempesta, i biondi capelli al vento. I vostri sorrisi ora muti, un silenzio di sangue e dolore, gli occhi che fissano un cielo vuoto e assente. Dov" era l" Amore...dove si nascondeva la Vita...il nulla, Io ora vi vedo danzare nella luce, sorridenti e stupiti che tanta bellezza vi stia abbracciando oltre il velo di maya...io vi vedo .....abbracciati in un girotondo di eterna giovinezza...di gioia ...pieni di luce ghirlande di fiori intrecciate tra i capelli...la rugiada sulle vostre giovani labbra ...il tempo ora immobile.... immersi in un eterno e composto sorriso...tra le braccia di DIO..... ....shanti om

Tullia Parvathi Turazzi

lunedì 18 luglio 2011

LA RIVOLUZIONE (NON) VA IN VACANZA...


Si stanno organizzando manifestazioni di piazza, molti si stanno svegliando ma mi chiedo:
vista la crisi generale e la stangata data dal governo a tutti, com'è che non si decide di usare tutto il mese di agosto per fare sit-in di piazza in ogni città?
Così da costringere anche i politici a non fare le ferie E OCCUPARSI DEL PAESE ITALIA?
Oppure gli italiani preferiscono fare 1g solo di manifestazione prima di partire per il mare e poi riprendere a lamentarsi a settembre?

La rivoluzione non aspetta i comodi di nessuno...

Egidia Lanza

martedì 12 luglio 2011

LETTERA APERTA A BERLUSCONI CORRUTTORE


Ciao Silvio !! Dicono che ti sei chiuso nel silenzio per non far sbandare ancora di più il mercato italiano..che ci tieni a noi e alla stabilità del Paese.Un consiglio caro nonno :smettila di pagare le persone per sparare queste minchiate !!Da quando c'è GOGOL siamo appena appena più informati di te e le prese per il culo ci hanno veramente stancati...sfiancati...
Ogni tua parola, detta o fatta dire,è ormai irrangiugibile alle nostre orecchie.Ci hai mandati in OVERDOSE DA CAZZATE...è una brutta cosa sai? Non ne reggiamo più nemmeno una.E' come avere una costante indigestione.Un mal di stomaco cronico.La nausea perenne.L'uccello sempre duro ( forse questo è l'esempio che puoi capire meglio)....
Le cose invece stanno così: ti sei chiuso nel silenzio insieme agli avvocati avvoltoi che hai messo al parlamento per studiare SOLUZIONI A TE CONSONE PER NON PAGARE I 560 MILIONI A DE BENEDETTI.
Questo stai facendo.Nulla più.
Ma sappi che noi teniamo d'occhio OGNI TUA MOSSA...ti stiamo con il fiato sul collo...hai il nostro alito dietro l'orecchio...e alla prima cacata che cerchi di fare...ZAC...un morso...ZAC...due morsi...
Non sono minacce,ma CONSTATAZIONI DI FATTO.I tuoi avvocati avvoltoi possono studiarla in tutti i modi...i tuoi parlamentari comprati possono dire ciò che vogliono....ma è tutto inutile: LA RETE TI VEDE !!
Ciao nonnino...ti lascio al riposino pomeridiano e ricordati di far svuotare il pappagallo...che fa caldo... e poi puzza .


Barbara Franzot

giovedì 30 giugno 2011

Democrazia partecipata , ovvero la dittatura degli eletti

Democrazia partecipata , ovvero la dittatura degli eletti
Si sa ancora poco dell’accordo del 29 giugno 2011 da quello che è dato capire si è ratificato l’indebolimento, se non l’eliminazione dei due strumenti fondamentali a disposizione dei lavoratori : il conflitto e la democrazia.
Ha fatto scuola il sistema Marchionne della “tregua” che a ridosso di una manovra finanziaria che penalizzerà ulteriormente i lavoratori, precari e le classi più deboli , blocca” qualunque forma di opposizione .
le ragioni sono tutte politiche e ancora una volta riconducibili alla logica del subalternità alle esigenze del sistema delle imprese a danno dei diritti sociali e delle politiche di solidarietà, d’altronde nell’ultimo documento della CGIL il ridimensionamento del welfare pubblico è stato ritenuto inevitabile a fronte della riduzione del Pil .
La CGIL, quindi, ha preferito negoziare diritti certi per salvaguardare il patto di stabilità europeo mentre i costi della manovra si concretizzeranno in ulteriori tagli ai servizi pubblici, nuovi attacchi alle pensioni, ulteriore congelamento sine die dei contratti pubblici, blocco totale del turn over – con buona pace dei precari del pubblico impiego - manovra sulle tasse e sull'IVA tale da far pagare di più ai ceti popolari e al lavoro dipendente, di aumento dei contributi previdenziali per i precari, di attacco ai migranti,e sostanzialmente i ricchi, che hanno un reddito medio 11 volte superiore ai poveri. (55.000 euro contro 5.000) , continueranno a non essere toccati ,al massimo la “stangatella “ colpirà i proprietari dei Suv.
Si sgretola definitivamente anche quel residuo di democrazia attraverso il meccanismo delle certificazioni, cioè non saranno più previste consultazioni di base mediante le quali i lavoratori sono chiamati ad esprimersi sugli accordi nazionali e sul contratto collettivo, ma è stato elaborato un sistema misto tra iscritti , quindi il via al mercato delle iscrizioni , ed RSU, che lì dove sono presenti saranno le uniche a votare . In pratica il contratto di lavoro nazionale , viene siglato dai firmatari, bloccando il diritto di voto dei lavoratori e qualunque agibilità sindacale delle organizzazioni in disaccordo . In questo sistema la derogabilità al contratto collettivo, sistema Fiat, secondo cui ogni impresa potrà definire a suo piacere i contratti ad personam, decreterà la fine del sistema universale di diritti e tutele, unica e forte premessa per ricomporre la frammentarietà del lavoro e nel lavoro.

Adele Dentice

lunedì 9 maggio 2011

IL VERO VOLTO DI GRILLO!


Grillo, sempre bravo ad insultare tutti, non arretra davanti a nulla
Ieri ci sono stati due comizi in Piazza Maggiore a Bologna: Grillo (ore 18) e Vendola (ore 21).
Grillo si rivolge ai bolognesi e a Nichi Vendola ("colpevole" di parlare dopo di lui) con l'espressione "AT SALUT, BUSON"
Eccolo il RINNOVATORE, che pur di racimolare qualche consenso tra leghisti e fascisti, recita le sue battute secondo uno squallido clichè, l'ANTIPOLITICO, che per soddisfare il proprio ego smisurato, preferirebbe regalare la vittoria (di cui si è dichiarato certo) alla Moratti (ma soprattutto a berlusconi, da lui a parole così esecrato), piuttosto che sostenere Pisapia, candidato di tutto rispetto, ma a cui contende lo stesso bacino elettorale.
E per raggiungere il suo scopo, a Milano manda allo sbaraglio un ragazzino: Mattia Calise la cui foto sotto parla da sè:

un ventenne a cui, pur volendogli riconoscere le migliori potenzialità, di sicuro Grillo non affiderebbe mai la gestione della sua azienda (e nemmeno i suoi genitori, se pure ne avessero una), poichè la sua giovane età ed inesperienza a malapena gli consentono di gestire la sua vita ed i suoi studi, figuriamoci una città come Milano!
Ma questa candidatura ha lo scopo di irretire i giovani, i più scontenti, i più tartassati da questo governo, ed è a voi GIOVANI che mi rivolgo:
NON LASCIATEVI ABINDOLARE DA QUEST'UOMO IL CUI UNICO INTENTO E' MANTENERE IN VITA, PER PROPRIA CONVENIENZA, IL MOVIMENTO DA LUI CREATO, CHE SI DISSOLVEREBBE, SOTTO IL BUON GOVERNO CHE SICURAMENTE PISAPIA ATTUEREBBE UNA VOLTA ELETTO.
Tutto ciò ricorda un pò l'idea portata avanti dai terrosti (che poi si è scoperto come essi stessi fossero, più o mento consapevolmente, manipolati da altri e con scopi diametralmente opposti) : eliminare (oggi non in senso letterale) i migliori, i riformatori, così, restando solo i peggiori, sarebbe diventata inevitabile una rivoluzione di popolo. La storia ci ha già dimostato, dolorosamente, come tutto ciò fosse clamorosamente falso.
I cambiamenti vanno apportati all'interno del sistema, da chi al governo vuole DAVVERO esserci, per il raggiungimento del bene comune; accettando il dialogo, la collaborazione, con tutti coloro che propugnano idee simili (non necessariamente uguali) alle nostre.
Il momento è grave. la priorità su tutto, è far cadere questo governo; come lo stesso berlusconi ha pomposamente proclamato, queste amministrative saranno una sorta di referendum su di lui.
ACCONTENTIAMOLO, FACCIAMOGLI CAPIRE CHE IL SUO TEMPO E' SCADUTO.
Poi penseremo alla ricosruzione.

Paola Cardelli

lunedì 7 marzo 2011

8 Marzo, Giornata di festa?


Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le indescrivibili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson,fece bloccare tutte le porte della fabbrica impedendo cosi'alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno( di cui alcune italiane) morirono arse vive dalle fiamme. Dopo questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia. Ed oggi? Sicuramente giornata di festa, commercializzata e talune volte strumentalizzata anche politicamente. Forse chiara opportunita'per alcune donne di riunirsi tra loro almeno una volta l'anno, per altre , invece, giornata di evasione( dalla routine) utilizzata come scusante o attenuante per guardar squallidi spogliarelli ecc. Lungi" da me" voler definire questo giorno come festa,ritenendolo concretamente "momento internazionale" di riflessione, commemorazione e compassione per tutte le donne che ancor oggi subiscono atroci violenze dentro e fuori le loro famiglie.

Giulia Meliti

sabato 26 febbraio 2011

Guatemala, ingerenze italiane e uccisione di attivisti indigeni


Chiediamo fortemente al Guatemala di indagare sull'uccisione di quattro attivisti per i diritti degli indigeni, trovati morti nella parte orientale del paese.

I corpi di CATALINA MUCU MAAS (23 anni), ALBERTO COC CAL (25 anni) e SEBASTIAN XUC COC (28 anni) - militanti attivi per i diritti della comunità Quebrada Seca - e il loro amico AMILCAR CHOC (24 anni), sono stati trovati in un fiume il 14 febbraio. Uccisi barbaramente sulla macchina e poi gettati in un fiume, al termine di una giornata di studio trascorsa all'Università. Catalina e Alberto Coc erano guide spirituali maya, Sebastián e Amílcar maestri elementari.

Le comunità indigene di San Juan Cotzal sono scese in lotta contro l'Enel Green Power, la società del Gruppo Enel per le energie rinnovabili. La compagnia italiana è accusata di aver avviato nel 2009 la costruzione dell'impianto idroelettrico di Palo Viejo senza ottenere il consenso delle popolazioni native, come prescritto dall'Onu e dalla Convenzione 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro: ora gli abitanti chiedono un risarcimento dei danni causati al loro territorio.

Dopo tre riunioni infruttuose (l'ultima il 31 gennaio) con i responsabili Enel, le comunità hanno scritto una lettera aperta all'opinione pubblica internazionale e al popolo italiano, criticando la mancata volontà di dialogo da parte dell'impresa e la politica del governo guatemalteco, che si è schierato a fianco della transnazionale. Nel messaggio si annuncia l'intenzione di continuare con la resistenza pacifica, per salvaguardare le risorse naturali "che abbiamo ereditato dai nostri antenati maya" e che garantiscono il sostentamento delle future generazioni.

All'investimento ha contribuito anche la Simest, la finanziaria controllata dal governo italiano che sostiene i piani di sviluppo delle aziende nazionali all'estero. Con Palo Viejo, Enel Green Power consolida la sua presenza in America Latina e nel novembre scorso ha fatto il suo ingresso in Borsa a Milano e a Madrid. Ma quali saranno i benefici per la regione? Ben pochi, visto che l'energia prodotta è destinata in gran parte all'esportazione. Ai contadini di San Juan Cotzal rimarranno terre allagate e un ecosistema distrutto.

Dopo la resistenza dei locali, per rappresaglia hanno bloccato la fornitura di elettricità a interi comuni per giorni e giorni. A farne le spese anche gli ospedali, dove la mancanza di refrigerazione ha portato alla perdita di decine di migliaia di vaccini destinati ai bambini. A questa sorta di rappresaglia si aggiungono gli omicidi selettivi contro i leader della protesta. Le vittime sono già una decina. Come nel caso dell'Enel, l'esecutivo si è rifiutato di prendere posizione a favore della popolazione locale, anzi ha risposto con la repressione e la sospensione delle garanzie costituzionali.

Madre terra, fratello clandestino

venerdì 25 febbraio 2011

HEY MARSEILLES - To Travels And Trunks


Meglio tardi che mai, verrebbe da pensare nell'osservare la pubblicazione ritardata di due anni, rispetto all'originaria autoproduzione risalente al 2008, della quale oggi è oggetto "To Travels And Trunks", debutto dell'ennesima fresca proposta proveniente da quel territorio fertilissimo per il folk, inteso nell'accezione più lata del termine, che corrisponde al quadrante nord-occidentale degli Stati Uniti.
Stavolta non si tratta della "solita" Portland, bensì della vicina Seattle, ove da poco più di un paio d'anni opera una band di ben sette elementi, dotata di un'ampia strumentazione comprendente tra l'altro fiati, violoncello e un fisarmonica, grazie alla quale riveste di una scintillante veste orchestrale narrazioni folk senza tempo, improntate sia a intimo lirismo che a melodie esuberanti.

La band in questione risponde al nome di Hey Marseilles e, al di là dei riferimenti onomastici e in parte anche musicali legati a un certo gusto francese, può agevolmente collocarsi nella scia delle esperienze di gruppi quali Decemberists e Okkervil River, per il suo tentativo di rideclinare ballate folk secondo un piglio orchestrale e modalità interpretative in bilico tra teatralità e spirito "indie" cantautorale.
L'ora di musica racchiusa in "To Travels And Trunks" ne rappresenta una prova tangibile, articolata in ben tredici brani all'interno dei quali si susseguono senza sosta variazioni di mood, tonalità e registri interpretativi, incarnati con misura ed espressività dalla voce del cantante Mark Bishop, il cui timbro pacato e talora incantato risulta duttile nell'adattarsi tanto a scatenate aperture a cavallo tra tradizione bandistica e magnificenza da musical, quanto a bozzetti nei quali l'accompagnamento si riduce quasi soltanto alla chitarra.



Come testimoniano già il suadente intro pianistico di "Marseilles" e lo strumentale impressionista "Goodbye Versailles", che chiude il disco con un affresco fuori dal tempo, quella proposta dagli Hey Marseilles è una formula capace di contemperare composizioni intrise di compunto romanticismo, danze guidate dalla fisarmonica e scatenati handclapping, il tutto senza tralasciare occhieggiamenti a soluzioni di ormai sperimentata presa. In "To Travels And Trunks", infatti, non è dato riscontrare affinità soltanto con i citati Okkervil River (dei quali "You Will Do For Now" potrebbe sembrare uno degli episodi più lenti) e Decemberists (le cui cadenze claudicanti ricorrono ad esempio in "Gasworks"), bensì anche numerosi spunti a vario titolo riconducibili ad affermati protagonisti del panorama indie-folk. Basti pensare alla cura nelle propulsioni orchestrali, che nel singolo "Rio" sfociano in un profluvio di fiati alla Sufjan Stevens, o alla trasformazione di "Calabasas", dall'iniziale lo-fi gibbardiano alle aperture corali della sua parte finale.



Lungo tutto il corso dell'album, non affiora tuttavia mai con evidenza una dichiarazione di parentela stretta con altri artisti, e questo proprio in ragione di un continuo rimescolamento di registri, frequente anche all'interno di uno stesso brano, che coniuga il nostalgico lirismo delle melodie con una vivacità elegante, che nemmeno nei pezzi più briosi sfocia in ebbrezza da osteria.

Nonostante l'universo di riferimento, l'indie-folk degli Hey Marseilles non sa di alcool e sangue, ma dei miti sentori di un pic-nic primaverile appena fuori città, nel corso del quale vi è il momento per le storie e la parentesi per le danze (perfettamente simboleggiata in "From A Terrace"), ma pure un breve spazio per imbracciare soltanto una chitarra e intonare una canzone d'amore semplice nei modi e nelle parole ("Someone To Love"). Sarà per questo che l'epos gentile e la ricca tavolozza sonora della band riescono a segnalarsi con decisione di fronte a mille altre produzioni analoghe, coinvolgendo con la loro autentica passione per la scrittura e per la composizione. Non resta dunque che recuperare il tempo perduto e rendere il giusto merito agli Hey Marseilles, attendendone con curiosità le prossime mosse.

Raffaele Russo - www.ondarock.it

myspace

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BAND OF HORSES - Infinite arms


terzo album per la Band of Horses, e primo dopo il passaggio alla Columbia dalla Sub Pop. 'Infinite Arms' è anche il primo disco con i Band Of Horses per Ramsey e Raynolds. Anche questo lavoro, come il precedente, è stato concepito sotto gli ampi cieli del South Carolina, dove il gruppo risiede dopo aver lasciato Seattle.

Bridwell ha ormai uno stile consolidato e riconoscibile, che anche in quest'ultimo disco si è mantenuto pressoché inalterato. Quello che si può trovare in più (o in
meno) è la pulizia degli arrangiamenti e della produzione, e la scelta di virare decisamente verso il pop, lasciando scivolare lontano il tocco sad-core che li aveva caratterizzati agli inizi. Si troveranno ritmi più serrati e contorni più netti e non ci sarà più bisogno di strizzare gli
occhi per cogliere le immagini evanescenti tipiche della produzione antecedente.
si dice che siano i primi tre minuti a far capire ad una persona se colui o colei che ha davanti sarà o meno di suo gradimento. Se, poi, si aggiungono preconcetti, stereotipi e frammenti non significativi di quello che verrà, il giudizio rischia seriamente di diventare preventivo. A quel punto è difficile abbattere le mura erette a difesa di posizioni preconfezionate. Quello di cui si parla, a detta di molti, è il tipico esempio di un disco nato da buttare, un disco che si ascolta solo per poterlo, poi, stroncare e scartare con sufficienza. Approfondendo, invece, si può scoprire che non è affatto così. Si deve, necessariamente, partire dal fatto che 'Infinite Arms' non è un lavoro degli stessi Band Of Horses di 'Everything All The Time' e 'Cease To Begin'. Quelli di oggi sono profondamente diversi, più semplici, certo, meno empatici (altrettanto vero), ma pur sempre di valore. Bisogna anche accettare che non ci sarà un altra 'The Funeral' e questo è decisamente il passo più difficile, ma imprescindibile, se si vogliono cogliere i molti lati positivi di quest'opera. Nello specifico l'album si presenta, essenzialmente, come una collezione di singoli, tra cui 'Factory', 'Laredo', 'Compliments' e 'For Annabelle' sono, sicuramente, i più ispirati. 'Infinite Arms' non racconta una storia, è fatto per il piacere immediato, dà tutto fin dal primo ascolto, senza sorprese o regali da scoprire. Rispetto al passato manca, poi, l'impasto sonoro a dare quell'effetto emozionale quasi stordente, rendendo tutto più ordinario e rassicurante, per quanto rimanga un'impronta riconoscibile e una certa eleganza compositiva. La sensazione, a posteriori, è che si debba avere un gran talento per mettere insieme una serie di canzoni estremamente efficaci come queste, sicuramente adatte perché i Band of Horses compiano un passo decisivo verso un ampio successo. Una di quelle scelte che, probabilmente, non si può disprezzare, anche se a coloro che li hanno amati dall'esordio
mancheranno molto. Niente lacrime però, questo è un gran disco pop.

www.bandofhorses.com
myspace
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lunedì 21 febbraio 2011

Riforme 2011: “Difendiamo la Costituzione, sempre e dovunque, contro l'ennesimo attacco”


“Difendiamo la Costituzione, sempre e dovunque, contro l'ennesimo attacco”

“No alla riforma liberticida della Costituzione”

“CSM e Consulta non si toccano: sono garanzia dei cittadini e non privilegi dei magistrati”


In passato il passaggio dalla democrazia al fascismo avvenne con la cosiddetta Costituzione fascista, che conferiva al primo ministro poteri eccezionali, e con una legge elettorale impersonale, la legge Acerbo, che eliminava il voto di preferenza. E fu per un ventennio tirannide da cui ci liberammo grazie alla sconfitta dell'asse e alla Resistenza.


Erodoto ricorda “Anche il migliore degli uomini, una volta salito a tale autorità, il potere lo allontana dal suo solito modo di pensare, per l'arroganza che deriva dal potere e l'invidia verso coloro che eccellono in qualche campo”. (Erodoto III, Le storie). E' la fotografia del premier.


“L'uomo, - dice Aristotele,- è la migliore delle creature, ma quando si stacca dalla legge (Costituzione) e dalla giustizia, è la peggiore di tutte. Senza virtù, è l'essere più sfrontato e selvaggio e il più volgarmente proclive ai piaceri d'amore e del mangiare. La giustizia è elemento fondamentale dello Stato, il principio ordinatore della comunità statale, e l'attacco ad essa è attacco allo Stato”. Ed è quello che sta accadendo in Italia, ove il premier si stacca dalla Costituzione, minacciando di distruggere l'indipendenza della magistratura, la nostra democrazia e la nostra libertà. (La politica Aristotele Laterza)


E' un errore sottovalutare ciò che accade. Oggi la situazione è peggiore: il Premier è multimiliardario, ha l'appoggio della mafia, controlla TV pubbliche e private. In Italia si è instaurata una specie di “monarchia assoluta”, in cui il sovrano è il premier. Che pretende di governare ogni cosa a sua volontà. Questo va contro la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini e della democrazia, il cui destino è legato indissolubilmente a quello della Costituzione. Se muore la Costituzione repubblicana, muore la democrazia.


Ma nella Costituzione e per la sua salvezza, “si deve badare che non si violino i principi fondamentali” ma anche che “si osservi il piccolo perchè le trasgressioni si insinuano senza che ce se ne accorga”. Poi “occorre non prestare fede agli argomenti messi insieme per ingannare la massa, giacchè sono confutati dalla realtà”: così il tema del cosiddetto “processo breve” è un inganno perchè il premier vuole la distruzione dei vari processi contro di lui- per corruzione, esportazione illecita di capitali e prostituzione minorile-, cioè nessun processo per lui, e non il processo veloce per tutti.


Ritengo ingiusta anche la proposta del PD e del PDL, che vuole ripristinare l'autorizzazione a procedere per qualunque reato commesso dai parlamentari. Dietro questa proposta c'è sicuramente la mano di D'Alema. E' un' ingiustizia salva premier, frutto del solito inciucio insopportabile, che ci riporta al peggiore passato, quando veniva invocato il fumus persecutionis per qualunque reato commesso dai parlamentari. E si era creata una specie di immunità anche per reati che nulla avevano a che vedere con l'attività parlamentare. Questa legge farebbe immediatamente cadere il processo per concussione e prostituzione contro il premier. E sconfesserebbe l'operato della magistratura. Ma sarebbero giudicabili solo Lele Mora e Emilio Fede con la violazione del principio della uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.


Così come è ingannevole il tentativo di stravolgimento della Consulta, accusata dal premier di essere giudice di parte. Non è così. E' il premier uomo di parte, la sua e dei suoi amici leghisti. La Consulta è il Giudice che difende la Costituzione e boccia le leggi incostituzionali da qualunque parte siano approvate; è il giudice delle leggi emanate dal Parlamento, il massimo custode della Costituzione. Guai se si dovesse stravolgere la composizione della Consulta per sottoporla alla volontà delle Lega, per violare il principio della unità e indivisibilità, o del premier, per violare il principio delle eguaglianza dei cittadini. O se si dovesse cambiare il quorum per la validità delle sue decisioni: 2/3, anziché la maggioranza.


Se mi si chiede perchè intervengo a parlare ancora di Costituzione, io rispondo con le parole di Aristotele, “coloro che si danno pensiero della Costituzione, e della sua salvezza , devono procurare motivi di timore in modo che i cittadini stiano in guardia e non allentino la vigilanza intorno alla Costituzione, e rendere vicino quel che è lontano” (Aristotele la politca V). “Ma certo conoscere un male all'inizio non è di uno qualunque, bensì di un vero politico”.


Ed io credo di essere un vero politico, perchè pur essendo un uomo modesto e che spesso sbaglia,sono al servizio solo della Costituzione e non dei partiti, che ignorano i pericoli che corre la nostra bella Costituzione e tacciono , lasciando che la disinformazione, messa in atto dal premier, dilaghi e cosi' i cittadini non possono fare valere i loro diritti.


Il mio obiettivo è uno solo: informare, senza arroganza ma in umiltà, il maggior numero di cittadini di quello che accade e che può accadere. E di invitarli a informare gli altri, con un semplice passaparola, dicendo loro che l'ANPI di Roma, sotto la Presidenza del partigianoMassimo Rendina, si farà promotrice di iniziative in difesa della Costituzione, dovunque sia possibile. Io lo farò nelle scuole anche elementari, con grande gioia. Andrò a Cerignola, il paese di Giuseppe Di Vittorio, in quelle scuole elementari, l'11 aprile 2011, e nei liceo Ettore Majorana di Roma, e nelle scuole di Velletri, e nelle scuole liceali della borgata Gordiani a Roma. Oggi e sempre Resistenza!


Il Parlamento sta perdendo la sua libertà per la compravendita di parlamentari che proteggono se stessi e non gli interessi di lavoratori, disoccupati e giovani.

Il premier ricatta e corrompe molti parlamentari con la minaccia di non ricandidarli o la promessa di confermarli. Pretende il processo breve, anzi brevissimo, per fruire della prescrizione dei reati di corruzione e di prostituzione minorile, commessi fuori dall'esercizio delle funzioni parlamentari. Minaccia la indipendenza della magistratura modificando la struttura del CSM con l'inserimento di membri laici prevalenti su quelli togati. In tal modo spetterebbe a lui e non al CSM la selezione, nomina e carriera dei magistrati , con l’attribuzione di questi poteri a commissioni controllate dall’esecutivo, con la lesione di indipendenza e autonomia della magistratura.


Il Governo nominerebbe capi di uffici giudiziari amici, giudici subalterni al potere politico, come ai tempi della strage di piazza Fontana e di Portella delle Ginestre.


Il Premier vuole sottomettere anche la Consulta, pretendendo la maggioranza dei due terzi di componenti per la abrogazione delle leggi incostituzionali. In passato il PDL e la lega tentarono l'assalto alla Consulta con una nuova composizione che prevedeva che due giudici fossero sottratti al Capo dello Stato ed alla Cassazione, attribuendo alle camere la scelta di 7 anziché di 5 giudici. La Corte non sarebbe più l’estrema barriera contro il tentativo di attentare all’essenza della democrazia.

Ferdinando Imposimato
Ferdinando Imposimato (Maddaloni, 9 aprile 1936) è un magistrato e politico italiano.

Avvocato penalista, è Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione.

Si è occupato della lotta alla mafia, alla camorra e al terrorismo: è stato il giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro (1978), l'attentato al papa Giovanni Paolo II (1981), l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet, e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. Si occupa anche della difesa dei diritti umani.



http://www.anpi.it/

Le dichiarazioni di Luca Barbareschi, uomo d'altri tempi


aprile 2008,il Pdl lo piazza in Parlamento:"Berlusconi è un fuoriclasse,un genio, come lui ne nasce uno ogni 50 anni...meno male che ha resistito ai giudici di Mani Pulite,che hanno fatto un vero colpo di stato"
31 ottobre 2009:"Ho oltre l'80% di presenze...ah sì? Sicuro che ne ho solo il 47,70%?...Vabbè, è quasi la metà E' la stessa cosa...non ce la farei ad andare avanti con il solo stipendio da politico...("Ma sono circa 23.000mila euro lordi al mese,più tutti i benefit",sottolinea l'intervistatore)...E allora? Non sono mica nato da una famiglia ricca.Nessuno mi ha lasciato niente...E' facile parlare per voi! Voi giornalisti siete la vera casta,la feccia"
16 aprile 2010:"il Pdl non esiste,è un partito di plastica.Fini mi ha chiesto: "Sei pronto?"
7 luglio 2010:"Mediaset blocca il mio film...hanno fatto bene quelli di sinistra ad insultare Berlusconi per 10 anni,così ora hanno fatto i miliardi,io invece ho preso solo fregature"
22 luglio 2010:"Il Pdl è solo un partito di sudditi che fa gli interessi di B.e di Mediaset.Noi deputati non possiamo essere trattati come sudditi mentre si trasforma lo Stato in un bordello"
31 luglio 2010,è entusiasta:lascia il Pdl e diventa Deputato di Futuro e Libertà,il nuovo gruppo parlamentare guidato da Gianfranco Fini
6 ottobre 2010:"Per me il partito di Fini dev'essere un Fronte di Liberazione Nazionale,aderisco a Fli con lo stesso spirito con cui mio padre ha combattuto tra i Partigiani bianchi del Cln...abbiamo sbagliato ad appoggiare Berlusconi,siamo caduti nel suo inganno,dobbiamo liberare l'Italia da questa politica morta"
2 novembre 2010:"Lo scanalo Ruby?Fossi in Berlusconi mi dimetterei"
6 novembre 2010,nasce FLI:"Ho un incarico,il più grande che mi è stato affidato nella mia vita di spettacolo e politico:leggere il Manifesto per l'Italia di Fli...Noi amiamo l'Italia, la nostra Patria e la vogliamo orgogliosa e consapevole,unita nelle sue differenze,civile e generosa,tollerante ed accogliente; una Nazione di cittadini liberi,che credono nell'etica della responsabilità"
31 gennaio 2011:"Sono solo illazioni,non ritorno nel Pdl.Resto in Fli.La notizia vera è che ieri pomeriggio sono stato ad Arcore per incontrare il Premier,e sono contento di questo incontro...pensare con preoccupazione e con spirito costruttivo ai problemi del Paese non significa cambiare casacca.Il mio passaggio in Fli,fin dalla sua fondazione,è stato convinto e chiaro.Le dimissioni da deputato?Non le escludo".(Il friulano Diego Volpe Pasini,che assieme Vittorio Sgarbi è appena andato a trovare Berlusconi ad Arcore,a Radio 24 afferma:"Tutti sanno che Barbareschi è andato da Silvio per sbloccare le sue fiction")
1 febbraio 2011:"Nell'inchiesta ci sono delle foto fatte in casa di Berlusconi con strumenti professionali usati per lo spionaggio...sappiamo che questi apparecchi costano più di 25.000 euro l'uno.Gli investigatori hanno fatto delle foto e sono notizie certe.Non sono foto fatte dalle ragazze con i telefonini ma foto scattate con strumenti professionali.Non è più un paese libero.Se dovessi vedere una foto di Berlusconi io come cittadino italiano mi sentirò offeso"
1 febbraio 2011:"Berlusconi mi ha offerto di tutto per tornare nel Pdl...ma non esco da Futuro e Libertà,e non ho nessuna intenzione di andare con i Responsabili di Moffa"
2 febbraio 2011:"Non mi dimetto da Futuro e Libertà,sono tranquillo e sto bene dove mi trovo adesso"
2 febbraio 2011:"Non esiste una sola dichiarazione alla stampa in cui dico che andrò via da Fli...Faccio parte di Futuro e Libertà,voterò compatto con Fli"
3 febbraio 2011,voto sul Ruby-gate,sorprendente astensione:"No! C'é stato un contatto,un errore.Io ho votato compatto insieme ai finiani"
5 febbraio 2011:"Non me ne vado,tra poco si chiarirà tutto"
6 febbraio 2011."Ecco come Barbareschi ha cambiato il suo voto",spiega la finiana Angela Napoli
7 febbraio 2011:"Resto in Fli,non me ne sono mai uscito.Questa settimana ho messo in atto la più grande e bella provocazione mediatica:senza aver detto nulla,perché non esistono dichiarazioni in cui dico che lascio Fli... Però "pagliaccio"non me lo dice nemmeno Fini,pretendo le sue scuse"
8 febbraio 2011:"Le ripeto:io ad Arcore non ho chiesto niente.Abbiamo parlato da amici...Il voto sbagliato?Ma certo che ho fatto apposta!Mi sono astenuto,e poi ho finto di essermi sbagliato...Diciamo che lanciavo il mio film,"Il trasformista", in vista del suo passaggio televisivo,su Rai3...Questa storia che io starei tradendo Fli è una bufala mediatica...È una bufala mediatica perché io non ho mai detto di voler lasciare Fli.Tutti i giornali l'hanno scritto,è vero...Ma era e resta una vostra fantasia.Punto"
8 febbraio 2011:"Ancora una volta sono costretto a intervenire per ribadire la mia appartenenza a Futuro e Libertà,che ho contribuito a fondare e alla quale aderisco pienamente"
11 febbraio 2011:"Non passo col Cavaliere,abbiamo solo parlato di agenda digitale.. ho solo stigmatizzato il falso moralismo che vuole impiccare in piazza lo stile di vita del Premier"
15 febbraio 2011:"Si puo' criticare Berlusconi ma bisogna tener contro delle cose buone fatte dal governo,come ad esempio la riforma Gelmini.Non possiamo darci dei cretini da soli''
15 febbraio 2011:"La manifestazione delle donne è stata strumentale e inutile... le donne hanno sempre usato il loro corpo per fare carriera,in tutti i settori,in tutto il mondo"
16 febbraio 2011,alla fine ce la fa: via libera dalla Rai, per lui, le sue fiction e le sue aziende, con un lucroso contratto da 15 milioni
16 febbraio 2011:"Dopo Tangentopoli,Berlusconi è stato fondamentale per creare questo centrodestra...non dobbiamo fare di Berlusconi un nemico...Ruby? Chi è senza peccato scagli la prima pietra...comunque io per ora resto con Fli,gli altri fanno i trasformisti,io no,resto immobile"
oggi:"Lascio Fli per il gruppo misto:aiuterò il Governo.Berlusconi mi ha già telefonato,ringraziandomi per la coerenza"

Filly SaintJust

giovedì 17 febbraio 2011

Frank Turner - Photosynthesis



Frank Turner - Photosynthesis
Caricato da pias. - Guarda altri video musicali in HD!


Well I guess I should confess that I am starting to get old
All the latest music fads all passed me by and left me cold
All the kids are talking slang I won't pretend to understand
All my friends are getting married, mortagages and pension plans
And it's obvious my angry adolescent days are done
And I'm happy and I'm settled in the person I've become
But that doesn't mean I'm settled up and sitting out the game
Time may change alot but some things may stay the same

And I won't sit down
And I won't shut up
And most of all I will not grow up
And I won't sit down
And I won't shut up
And most of all I yeah I won't grow up

Oh maturity's a wrapped up package deal so it seems
And ditching teenage fantasy means ditching all your dreams
All your friends and peers and family solomnly tell you you will
Have to grow up be an adult yeah be bored and unfulfilled
Oh when no ones yet explained to me exactly what's so great
About slaving 50 years away on something that you hate
Look I'm meekly shuffling down the path of mediocrity
Well if that's your road then take it but it's not the road for me

And I won't sit down
And I won't shut up
And most of all I will not grow up
And I won't sit down
And I won't shut up
And most of all I yeah I won't grow up
And I won't sit down
And I won't shut up
And most of all I will not grow up

And if all you ever do with your life
Is photosynthesize
Then you deserve every hour of these sleepless nights
That you spend wondering when you're gonna die

Now I'll play and you sing
The perfect way for the evening to begin
Now I'll play and you sing
The perfect way for the evening to begin

And I won't sit down
And I won't shut up
And most of all yeah I won't grow up
And I won't sit down
And I won't shut up
And most of all I will not grow up
And I won't sit down
And I won't shut up
And most of all I will not grow up

lunedì 14 febbraio 2011

Un angelo mi ha sorriso


"Un angelo mi ha sorriso
e un calore dolce
mi accompagna da allora...
Non abbandonare
questo piccolo
essere terreno,
potrei avere ali sottili
e per spezzare un sogno...
basta un battito di ciglia."

a Valentina Rossi, uno dei 309 angeli del 6 aprile 2009

13 febbraio


Le strade erano deserte, appena sfiorate da una luce opaca. Percorremmo quell'incomprensibile silenzio, chiedendoci a voce sempre più bassa dove fossero finiti tutti. Non una persona, non un cane e nemmeno consolanti rumori di passi lontani.
Seguitammo a camminare lentamente, non senza qualche sospettosa circospezione e tra le nostre frasi di donne cominciò a comparire qualche accento incerto, qualche scaramantico dubbio. Ma un passo dopo l'altro, dopo un altro e un altro ancora, eravamo arrivate. Ci fiorì davanti una piazza improvvisa, traboccante di visi conosciuti e di facce insospettabili, di giovani e di vecchie, di donne, di bambine, che crescevano di numero ad ogni istante e che volevano essere lì, con l'ostinazione paziente e la determinazione di rivendicare il loro diritto ad essere persone vere, oneste, coerenti, rispettose di tutte le altre.
E ci incamminammo tutte e tutti insieme, in trentamila, a riprenderci la città, che è nostra ed appartiene al nostro coraggio.
Era il 13 febbraio dell'anno 2011.

Raffaella Costi

giovedì 10 febbraio 2011

La pena di morte italiana


La Pena di morte italiana
“Questo libro è un coro dolente di voci che ci racconta di gironi infernali dove la pena di morte è inflitta senza sentenza, senza colpe, senza testimoni e soprattutto senza colpevoli.”
dalla Prefazione di Beppe Grillo



Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi sono morti in circostanze oscure dopo l’arresto da parte delle forze dell’ordine. Casi ormai emblematici che grazie allo sforzo delle famiglie sono arrivati in tribunale. Ma per poche storie che hanno conquistato le prime pagine dei quotidiani, ce ne sono molte altre che l’opinione pubblica ha dimenticato o ignorato. Come quella di Niki Aprile Gatti, arrestato per una frode informatica in cui è coinvolta la società dove lavora.
Unico tra i 18 accusati, accetta di collaborare, e cinque giorni dopo viene trovato impiccato in prigione. Come può un laccio da scarpe aver retto il peso di un ragazzo di 92 chili? E Fabio Benini, morto a trent’anni di infarto alle Vallette di Torino: soffriva di anoressia, aveva perso 50 chili e collassava due volte al giorno, perché nessuno ha saputo intervenire?
Non bastano il sovraffollamento e l’inadeguata assistenza psicologica e sanitaria a spiegare queste storie: spesso sono proprio le forze dell’ordine a macchiarsi di omissione di soccorso, abusi e violenze contro i detenuti che dovrebbero proteggere e rieducare. Crimini che restano quasi sempre impuniti, grazie a una rete di silenzi e depistaggi in cui la giustizia sembra incapace di fare chiarezza. In questo crudo racconto di troppe morti sospette, Samanta di Persio ricostruisce, attraverso verbali e testimonianze dei famigliari, gli episodi più inquietanti, fa il punto sulle indagini in corso e denuncia il silenzio delle istituzioni. Perché l’Italia per legge non ammette la pena di morte e la tortura, ma forse le tollera quando avvengono dietro le sbarre.

LETTERA DI UNA MADRE PER UN FIGLIO CHE NON C'E' PIU'


Andrea aveva 23 anni quando, il 20 giugno 2006, è rimasto con il cranio schiacciato da una macchina tampografica non a norma. Andrea voleva imparare a suonare la tromba, come se la chitarra da sola gli andasse stretta.Perché a quell'età la taglia dei desideri si allarga e non stai più nei tuoi panni dalla voglia di metterti alla prova, conoscere, guardare avanti. Da li a quattro giorni pure la metratura della sua vita sarebbe lievitata di colpo: dalla sua camera da ragazzo, in casa dei genitori,a un mini appartamento, acquistato dai suoi con un mutuo, a metà strada tra Porto Sant'Elpidio e la fabbrica Asoplast di Ortezzano, dove aveva trovato lavoro come precario per 900 euro al mese.Andrea voleva imparare a suonare la tromba, ma non ha fatto in tempo: una tromba che, rimasta la dov'era in camera sua, suona un silenzio assordante.E neppure l'appartamento è riuscito ad abitare: doveva entrare nella nuova casa sabato 24 giugno 2006, se ne è andato il 20 giugno di 4 anni fa. Oggi Andrea avrebbe 28 anni ma è morto in fabbrica alle sei e dieci dell'ultimo mattino di primavera. E suonerebbe ancora la chitarra con i Nervous Breakdwn e non darebbe il suo nome a una borsa di studio. Sarebbe la gioia di sua mamma Graziella e non la ragione della sua battaglia da neo cavaliere della Repubblica, per cultura sulla sicurezza.Una battaglia finita con una sconfitta dolorosa: nel nome del figlio e a nome dei tanti caduti sul lavoro, senza giustizia: Umbria-Oli, Molfetta, Thyssenkrupp, Mineo....Sono solo le stazioni più raccontate di una via Crucis quotidiana, che per un po' chiama a raccolta l'indignazione italiana, che poi guarda altrove. Le morti si fanno sentire, ma le sentenze molto meno, quando passano sotto silenzio anche per una sorta di disagio nell'accettarle e comunicarle. I responsabili di questa orrenda morte sono stati condannati a otto mesi di condizionale con la sospensione della pena, anche se il Procuratore generale del tribunale di Fermo aveva parlato «di un chiaro segnale perché questi reati vengano repressi con la massima severità». Andrea è stato ucciso per la seconda volta.La tragedia è finita nel dimenticatoio, con alcune frasi fatte e disfatte, tipo non deve più accadere, basta con queste stragi, lavoreremo per migliorare la sicurezza. Parole piene di buone intenzioni, che lo spillo della smemoratezza buca in un momento.Parole al vento!Alla fine anche Andrea si è perso tra i morti da stabilimento e da cantiere: martiri del lavoro che fanno notizia il tempo di commuovere, che non promuovono ronde per la sicurezza, spesso rimossi pure nei processi.Tragedie quotidianamente dimenticate da un Paese ignavo e incurante, La tromba silente di Andrea a suonare la sua ritirata. Questo è quanto accade a tutti i morti sul lavoro; di loro restano solo dolore e angoscia dei familiari ma giustamente questo non fa notizia : una mamma che piange tutti i giorni, che guarda sempre la porta di casa aspettando che il suo Andrea rientri perché spera che tutta la sofferenza che sta vivendo sia solo un brutto sogno..... Ma tutto ciò non importa a nessuno!!!!!!!!!!!!Questa è la tragica realtà, di chi rimane e si rende conto di essere emarginato e dimenticato da tutti. Forse ciò che gli altri non conoscono è la realtà del “dopo” di queste tragedie…La vita per i familiari viene stravolta dal dolore e dalla mancanza della persona cara, ti ritrovi a lottare giorno per giorno per sopravvivere e se sei forte riesci in qualche modo a risollevare la testa da quel baratro di depressione in cui sei caduta, altrimenti sprofondi sempre di più!!! Ti accorgi che sei lasciato solo a te stesso….manca il sostegno psicologico, sono assenti tutte le istituzioni e nessuno è disposto ad ascoltare il tuo dolore perché il dolore fa paura a tutti!!!!Speri nella giustizia ma questa si prende beffa di te perché otto mesi e sospensione della pena per chi ha ucciso tuo figlio mi sembra una vergogna per un paese che si definisce civile…..Vogliamo parlare dell’Inail, questo ente che ogni anno incassa milioni di euro? Ebbene la morte di Andrea è stata calcolata 1.600 euro e cioè rimborso spese funerarie, allora mi chiedo ma la vita di mio figlio che è stato ucciso a soli 23 anni , per la società non valeva nulla? Eppure io quel figlio l’ho partorito, l’ho amato , curato e protetto per 23 anni, era il mio orgoglio e la mia felicità e quindi tutto diventa assurdo e inaccettabile!!!Nemmeno l’assicurazione vuole pagare il risarcimento e a distanza di 4 anni e mezzo dovrò subire ancora violenze psicologiche tornando di nuovo in tribunale e ripercorrere ancora una volta questa tragedia….descrivere come è morto Andrea, come lo hanno trovato i colleghi di lavoro, come ho vissuto dopo e come continuo a vivere oggi…Credetemi una pressione che non riesco a sopportare più. Per terminare anche l’amministrazione comunale di Porto Sant’Elpidio si rifiuta di dare una definitiva sepoltura al mio angelo!!!Allora mi chiedo e lo chiedo a voi che state ascoltando questa lettera:La vita di un operaio vale così poco? E’ un essere umano come tutti e se per i soldati morti in “missione di pace” si fanno funerali di stato, per i 1300 operai che muoiono ogni anno per la mancanza di sicurezza, cosa viene fatto? Nulla perché non sappiamo nemmeno nome e cognome…sono solo numeri che fanno parte di una statistica.
Termino questa lettera con un appello disperato: fermiamo questa strage che serve solo a far arricchire gli imprenditori e a distruggere le famiglie!!! Ogni essere umano ha diritto alla propria vita e non si può perderla per 900 euro al mese!
Graziella Marota, mamma di Andrea Gagliardoni

mercoledì 2 febbraio 2011

Lacrime nere oscurano il mondo


Non v'è luce alcuna nell'alba
che segue al tramonto
di un'anima pura

Non v'è gioia negli occhi
spenti, sfregiati dal volto bendato
d'un amore malato

Gridano pietà le stelle
mute nel cielo fumoso;
trema il ventre di Madre Terra
all'urlo rabbioso del tuono;
scorre impotente l'acqua del fiume
sul letto melmoso ove s'è consumato
il più terribile dei crimini:

l'anima di un bimbo
vaga agghiacciata
nel cimitero dell'infanzia
e della speranza

e spettri crudeli s'affacceranno
alla finestra della vita
alitando gelo sui fragili
vetri del cuore
Non v'è pace né fine al tormento
di chi porta in sé il fardello
della propria anima defunta

Laddove sporche carezze infangano l'intimo
e viscidi baci addentano l'infanzia
lo splendore muore

Il sorriso: primo diritto
di un fanciullo;
primo dovere di un uomo

Perché il sorriso dei bimbi
accende la Luce del Mondo.

-- Barbara Brussa

lunedì 31 gennaio 2011

SPROPORZIONATAMENTE PICCOLI


« Malgrado la sua storia, il suo patrimonio culturale, la forza di alcuni settori della sua economia, il paese ha difficoltà di governance e un'influenza sproporzionatamente piccola sulla scena globale. Le sue prospettive economiche e sociali appaiono negative. »
Così, al World Economic Forum 2011, gli organizzatori della session "Italia, un caso speciale" presentano il nostro paese. Tremonti: non pervenuto

Dopo la presentazione, arrivano stangate anche peggiori:
•"Contate molto meno di quel che dovreste nell'economia internazionale, i problemi del vostro governo vi precludono di svolgere il ruolo che vi spetta" [Michael Elliot, editore del Time International]
•"Di solito parlo solo di economia ma nel vostro caso il problema del governo è diventato grave, è una vera distrazione che v'impedisce di fare quello che dovreste. Siete di fronte ad accuse di una vera e propria prostituzione di Stato, orge con minorenni, ostruzione alla giustizia. Avete un serio problema di leadership che blocca le riforme necessarie. Un contagio della sfiducia dei mercati è ancora possibile, perché il divario è enorme tra le riforme strutturali di cui avete bisogno, e ciò che è stato fatto" [Nouriel Roubini, fondatore e chariman di Roubini Global Economics. Nel 2007 previde la crisi globale]
•"La vostra situazione è preoccupante. Siete il paese più direttamente in competizione con la Cina, per la tipologia dei prodotti. Da dieci anni si sa quali riforme andrebbero fatte. Di questo passo l'Italia potrebbe diventare il prossimo grosso problema dell'eurozona" [Daniel Gros, direttore del Centre for European Policy Studies di Bruxelles]
•"Se l'Italia non usa i prossimi cinque anni per un reale cambiamento, vi ritroverete dalla parte perdente dell'eurozona. I gravi reati di cui Silvio Berlusconi è accusato sono ben noti. Ma a voi sta bene lo stesso? E' questo il governo che volete?" [Matthew Bishop, capo della redazione americana di The Economist]
Aspettate, chi era quel leader che continuava, come un mantra, a ripetere che sotto la sua guida l'Italia aveva riacquistato il pese che le compete sullo scenario internazionale? Non è detto che abbia mentito: forse più semplicemente pensava che il peso che ci compete fosse proprio questo.

www.byoblu.com

sabato 29 gennaio 2011

Manifestazione Fiom 28 gennaio, che amarezza


Oggi tutti i giornali parlano della manifestazione Fiom del 28 gennaio, chi gridando al miracolo e chi al flop. Il numero degli affluenti varia da 2000 a 3000 a seconda delle fonti, ma sono pochi in ogni caso. In alcune città ci sarà stata sicuramente una buona affluenza ma io mi limito a parlare di quella abruzzese alla quale ho partecipato e dalla quale sono uscito molto amareggiato. Mi aspettavo una partecipazione massiccia. E' vero, tanta pioggia, freddo intenso ma la salvaguardia di 6000 posti di lavoro Sevel senza contare l'indotto non valevano il sacrificio? mi dispiace dirlo ma così non si va da nessuna parte. Mi aspettavo un'affluenza massiccia, la sede di Lanciano era stata scelta proprio per far partecipare in massa i dipendenti Sevel, saranno stati si e no una quindicina. Non è col menefreghismo, con la rassegnazione agli eventi, con la disillusione che si può combattere per un sacrosanto diritto sancito dall'art.1 della costituzione. Stiamo andando verso il baratro, tra poco non ci saranno più opzioni: saltare il fosso o ripartire. e per ripartire bisogna farsi sentire, bisogna urlare la propria rabbia, bisogna, per quanto possibile, usare la forza, e la forza la si ottiene solo con l'unione, solo con la solidarietà tra lavoratori. Aspettare che qualcuno si muova per noi è da illusi e da folli.

Nàzzaro Spino Pelusi

giovedì 27 gennaio 2011

Arcade Fire - The Suburbs



il gruppo originario di Montreal è sicuramente dotato di una sensibilità musicale sviluppata e difficilmente collocabile in un contesto ristretto. Le radici affondano su territori disparati, sono figli della new wave dei tardi anni settanta (Televison, David Bowie, Blondie, Talking Heads) ma hanno un attitudine folk, lontana dal clamore e dall’eccesso. Per ‘The Suburbs’, Butler e soci hanno scelto di alleggerire la produzione rispetto a ‘Neon Bible’, che investiva con la sua risonante imponenza, affidandosi a suoni più diretti e decisamente più accessibili, sempre con un occhio di riguardo per il dettaglio. Il canto nervoso che caratterizzava alcuni episodi di ‘Funeral’ è stato abbandonato per far spazio ad uno stile che sia funzionale all’intera opera; molto diretto, misurato e maturo. Con le stesse parole del frontman Win Butler, 'The Suburbs' suona come qualcosa tra i Depeche Mode e Neil Young.

www.arcadefire.com

www.myspace.com/arcadefireofficial

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Convivere a L'Aquila


qui conviviamo in modo ben strano: chi ha la propria casa, fresca fresca appena rifatta di mille colori da Stabilo-boss, e chi non ce l’ha più, e vive nel tormento quotidiano (la rivedrò mai? ci saranno i soldi per ricostruirla? se li mangeranno tutti prima? devo vendere? devo svendere?). Viviamo e lavoriamo fianco a fianco! Quelli che hanno il problema di dove andare a fare l’happy hour e quelli che non hanno più né passato, né futuro, solo un orribile presente da accampati. E i primi guardano ai secondi come a dei piagnucolosi rompiballe! Gli danno dei depressi esauriti, gli dicono che la fanno lunga, gli dicono che non si danno da fare, che sono buoni solo a lamentarsi!!! Pretendono le stesse prestazioni lavorative, magari pure di più. Oppure gli dicono “pensa ad altro! non puoi pensare solo al terremoto! vivi la tua vita!”. Vivi la tua vita…. Già: per fartela breve, la legge degli umani è “a chi tocca tocca, ed è toccato a te (per fortuna)”.

Luisa Nardecchia

Venerdì 28 gennaio tutte/i a Lanciano per la manifestazione regionale Abruzzo della Fiom


Per la riconquista del Contratto Nazionale - Per l’unità dei Lavoratori - Per la Democrazia

La FIOM proclama lo sciopero Generale Nazionale
di 8 ore
Per la salvaguardia dei Diritti dei Metalmeccanici
Venerdì 28 gennaio 2011

Dopo gli accordi separati, Confederali e di Categoria, che hanno introdotto deroghe e sanzioni, violando il CCNL 2008, ora la FIAT vorrebbe imporre la sua moderna “dittatura”. Invece di progettare e costruire nuovi modelli di auto, FIAT si esercita su un “moderno” modello contrattuale: il capitale decide, il lavoro è schiavo! Rifiutando di trattare, a POMIGLIANO e a MIRAFIORI, la FIAT ha imposto intese con FIM – UILM – FISMIC – UGL, che cancellano il CCNL, riducono gravemente i diritti dei lavoratori su pause, orario di lavoro, malattia, sopprimono la libertà sindacale e impongono gravi violazioni della Costituzione. Con il ricatto di fantomatici investimenti e del posto di lavoro la FIAT costringe i lavoratori ad un Referendum-Truffa PER CANCELLARE TUTTO

NON VOTERANNO PIÙ PER IL FUTURO;
NON POTRANNO PIÙ SCIOPERARE, PENA IL LICENZIAMENTO;
NON POTRANNO PIÙ ISCRIVERSI LIBERAMENTE, NÈ ELEGGERE PROPRI RAPPRESENTANTI SINDACALI;
COSTITUZIONE, DEMOCRAZIA E CONTRATTO NAZIONALE SPARISCONO DAI LUOGHI DI LAVORO.
LE CONDIZIONI DI LAVORO E DI SALUTE PEGGIORANO PER TUTTI.

Federmeccanica e Confindustria hanno avallato tutto questo e gettato definitivamente la maschera: il Modello FIAT è la base delle “moderne” relazioni contrattuali e sindacali e la crisi va scaricata tutta sui lavoratori. Il lavoro non è un bene comune, non ha valore né dignità, diventa merce usa e getta!

Tutto il Governo è schierato con FIAT, FEDERMECCANICA E CONFINDUSTRIA, di conseguenza non c’è politica industriale, non c’è riforma degli ammortizzatori sociali, anzi, con le “loro” leggi, aumentano precarietà e povertà, rubando in particolare ai giovani il futuro. Contro tutto ciò, è indispensabile lottare rivendicando: una maggiore giustizia sociale, un piano straordinario di nuovo lavoro, un nuovo modello di sviluppo, l’estensione della democrazia e dei diritti a tutte e tutti.

Per queste ragioni, per l’unità e la dignità dei metalmeccanici e tutti i lavoratori, la FIOM invita ad aderire alla giornata di sciopero del 28 gennaio 2011 e partecipare alla Manifestazione Regionale Abruzzo che si svolgerà a Lanciano: concentramento ore 9.00 in Piazzale CUONZO (zona Stadio)
ore 11.00 Piazza Plebiscito.

La FIOM invita altresì tutti i cittadini, i pensionati, i giovani, a partecipare a questa ed alle successive mobilitazioni per la riscossa civile e democratica del lavoro e dell’intero Paese.

Fiom - Cgil Abruzzo

mercoledì 26 gennaio 2011

Sarni, l'arroganza di un padrone, la dignità e la forza di un'operaia


Ho guardato per la prima volta nei tuoi occhi,oggi,come mai mi era capitato prima...mi sono girata,ed in quei due grandi occhi neri,ho letto lo smarrimento,la paura e lo stupore;ho letto quello che sono sicura avrei trovato,negli occhi di tutte voi;e per un attimo sono tornata a quando tutto è iniziato....l'inizio della fine,una fine piu' volte preannunciata,ma piovutaci addosso d'improvviso...un fulmine a ciel sereno,quel fulmine che inevitabilmente avrebbe per sempre cambiato le nostre vite.
Con oggi si chiudono le udienze,con oggi,c'è solo l'attesa di una sentenza,legata a gran parte della nostra storia lavorativa,che ci ha tenute sospese alla vita,per tanto tempo,troppo,ma la leggerezza dell'anima,mi assale,con lo stupore per un sentimento cosi strano.
Ho sempre cercato di essere razionale nella mia vita,ma non sono mai riuscita,a trovare razionalita’ in quello che ci era successo;ci sono valori ed ideologie con cui cresci,e da questi cerchi di ricamare tutta la tua vita,ma un punto dato male,puo’ rimettere in discussione tutto,puo’ perfino arrivare a farti pensare se il prezzo da pagare,non sia stato cosi alto,se tutto non ha un costo,perfino i nostri pensieri.
Com’è cominciato,dove si è inceppato l’ago,quali sono i meccanismi mentali,che possono spingere un uomo a licenziare otto persone,solo perché non abituato ad un confronto,non abituato a chi non la vede come lui,sono state le domande che mai mi hanno abbandonato in questi lunghi mesi….
La vigliaccheria,ha molte facce,l’arroganza di chi sa che ha potere non dovrebbe aver ragione di esistere,la disperazione di chi perde il posto di lavoro,una sola grande voce:giustizia.
Com’è cominciato,quando è iniziata la svolta che nel suo cervello,ha innescato il pensiero di licenziarci….sicuramente non subito,sicuramente ha tastato il terreno,sicuramente da Gennaio,quando ha deciso unilateralmente che il nostro contratto integrativo,non era piu’ nostro,non era piu’ applicabile…che tutte le nostre sicurezze per lui non avevano nessun tipo di valore…..dovevamo accontentarci della conservazione del posto di lavoro…tutto quello che era stato,tutto quello per cui avevamo lottato,scioperato,non contava…”se non ti conviene,la’ sta’ la porta”….Lui ci stava mettendo alla prova.
Doveva essere un semplice trasferimento di “ramo d’azienda”,come tanti,la societa’ madre,decide per ragioni di riorganizzazioni e assetti aziendali,di scorporare,quelli che erano quattro locali,siti nei centri commerciali,sparsi in tutta Itali, il nostro uno di questi,assicurando la massima trasparenza e la continuita’ dei rapporti lavorativi, dei trattamenti economici e del contratto integrativo ,questo assicurava la Fini Fast S.P.A.,questo assicurava il suo presidente Nicola Popito Sarni.
Non sono brava nel ricordare le date,ma ricordo perfettamente come si sono svolti i fatti in quei mesi,e di quanta fatica,ci è costato,a noi dipendenti,e alle organizzazioni sindacali territoriali, trovare un accordo,perché le carte in tavola come per magia,assunsero altre forme….accordo che mai l’azienda ha voluto….accordo che poteva servire ad arginare i danni….ma chi non è abituato al confronto,non puo’ voler confronto,e mi chiedo quanto possa essere piccolo un uomo che ha paura di perdere potere….contornarsi di persone valide professionalmente puo’ aiutare a crescere,a diventare migliori ,confrontarsi con chi piu’ di noi sa’,non puo’ essere altro che un aiuto,un aiuto a migliorare….aver paura,sentire che la terra trema sotto i tuoi piedi,è sintomo d’insicurezza,spaventarti per chi piu’ di te sa’,è sinonimo di ignoranza,e allora mi chiedo come fa’ una persona del genere a chiamarsi imprenditore,una persona del genere,è semplicemente un padrone,padrone che nessuna ragione sente,padrone abituato a comandare,abituato ad avere attorno a se,tanti “orsi ballerini”,da ammaestrare a sua immagine e somiglianza,da possedere solo perché suo dipendente,la loro anima,la loro dignita’.e la loro stessa vita….e allora di cosa mi meraviglio,ci meravigliamo,se la parola data,la sua stessa parola,per lui non ha valore?
Come è strano il cervello umano,quante cose,quante immagini,riesce a salvare,e a riguardare….e rivedo quella mattina come se non fosse trascorso un anno,riesco ancora a provare gli stessi sentimenti, a sentire le stesse voci,a vedere gli stessi colori…quattro piccoli tavoli messi insieme in modo da formare un unico lungo tavolo,quattro tavoli posti al centro del locale,per far scena ,quattro persone…lui il presidente,il direttore del locale,due fiduciari….le mie colleghe in fila,indiana…sembrava la distribuzione del pane…..alcuni fogli sui tavoli,poche parole,una firma,una stretta di mano….pensavo al mio turno,conoscevo le mie risposte alle loro domande,sapevo che non avrei accettato un nuovo contratto,a che serviva,il nostro era un passaggio di ramo d’azienda,tutelato dalla legge,a che serviva,e allora perché c’è lo chiedevano,e perchè le mie colleghe avevano firmato….dove si era rinceppato l’ago?
Un passaggio di ramo d’azienda,il nostro davvero molto strano,si stava” riscrivendo” la legge che lo tutelava,o per lo meno ci provavano,provavano perfino a farci comprare le quote della nuova societa’,da “garzone a padrone”,settemila euro ogni quota,diventavi socio,e come tale,avresti lavorato senza orari….avresti dato senza mai ricevere…o per lo meno,avresti dovuto accontentarti delle poche briciole che ogni anno,avanzavano, richiesta alquanto assurda, il nostro stipendio si aggirava intorno ai settecento euro..il nostro stipendio serviva per aiutarci a vivere….quali quote voleva che noi comprassimo,quali…se eravamo tutte parte time non per scelta…..”vi faccio diventare ricche come me!!”.
L’arroganza dei soldi,l’arroganza di chi non ha testa e propensione verso i suoi dipenenti,l’arroganza di chi nella sua vita,non ha fatto altro che pensare solo a se stesso,provando e a volte riuscendoci,a schiacciare chi non abbassava la testa,chi non era disposto a “danzare come un orso”…..ma quale imprenditore,o meglio quanti imprenditori,hanno fatto diventare ricchi come lui,i suoi dipendenti….non ne conosco!
Gennaio,Febbraio,Marzo…il declino…tre mesi per decidere delle nostre vite,tre mesi di angoscia per tutte noi…

“Maria…hanno licenziato Grazia,ora ti chiama lei….”ore 09.00 del 24 Marzo,la fine.
Era una mattina come tante altre,era il mio giorno di riposo,era il giorno destinato per me,a “rivoluzionare” casa,infatti ero intenta a spostare il mio como’ in camera da letto…lo stesso como’che per giorni a venire,sarebbe rimasto li,in mezzo alla camera,come un souvenir …..e appoggiata io…con il cellulare in mano,io,incredula per quello che era successo,io che non riuscivo in nessun modo a dare giuste risposte a tutte le domande che mi ronzavano nella testa,io che chiamo la mia segretaria di confederazione,e l’avviso dell’accaduto,io come un automa che cerco mia figlia,la cerco piangendo,perché sapevo che dopo Grazia,dopo di lei,tutte noi,io che non riuscivo a smettere di singhiozzare,per la rabbia,per la paura…la paura di un futuro che mi stavano,ci stavano portando via.
Come un ‘automa mi vesto,ed esco di casa,avevo bisogno di recuperare le mie emozioni,dovevo,lo dovevo per le mie colleghe,lo dovevo,perché solo Dio sa di quanto io mi sentivo,e mi senta tutt’ora responsabile,ero la loro delegata sindacale….perchè rivendicare i propri diritti,oggi,in questo clima sociale politico,è pericoloso.
Erano tutte li’,chi lavorava,chi libera come me,chi doveva ancora entrare in turno,ma tutte li,ad “aspettarci”, tutte,per decidere su cosa fare….tutte licenziate,l’azienda risolveva il nostro rapporto dal primo di Aprile…..il paradosso è venire licenziate in questo modo,il paradosso,è stata una riunione fatta un settimana prima con i vertici aziendali,dove diceva a noi dipendenti,di voler risolvere tutti i problemi del punto ristoro,dove ci chiedeva una collaborazione,che sempre c’era stata,dove pero’ divedeva noi dipendenti tra buoni e cattivi…perché dividere e imperare,è una strategia che tutte le aziende usano,perché molto piu’ furbe di chi vi lavora,che gia’ e diviso di per se da mille fattori….perchè chi vi lavora,non è furbo,non ha la stessa scaltrezza,che invece ha il padrone ed i suoi uomini….perchè chi vi lavora,pensa che coltivare il suo orticello,sia piu’ sano,piu’ redditizio,senza capire,o voler capire,che comportandosi in questo modo,crea crepe che non dovrebbero aver ragione di esistere,crepe dovei vari padroni ,ci si insinuano come un tumore,che si espande,fino a levarti la vita,fin a farti entrare in un vortice vizioso,e a farti danzare come gli orsi.
La prima giornata di sciopero ad oltranza,la prima giornata,di innumerevoli presidi posti al di fuori del centro commerciale,che si sarebbero poi chiusi un sabato,pomeriggio,dopo aver chiesto ed ottenuto la solidarietà di lavoratori come noi.
Pochi,troppo pochi a dir il vero,troppo poco e lontano oggi il solo pensiero di aiutare chi è in difficolta’….anche se lavoratori proprio come noi,anche se nessuno si puo’ sentire immune da certe cose….non puoi non vedere quello che ti sta’ intorno,non puoi non vedere cosa accade oggi,è un dovere morale e civile aiutare chi perde il lavoro….dovrebbe indignarsi l’Italia intera,dovrebbe……ma non è cosi,e se qualcuno inizia a “tossire”,è sempre poco,sempre troppo poco!
L’eredita’ dei nostri padri,di diritti e tutele,che giorno dopo giorno,ci portano via,un eredita’ ,che ti ritrovi dopo decenni,a ridiscutere con le aziende….ma non si dovrebbe guardare avanti,non si dovrebbe cercare di creare una classe operaia che guarda al futuro….e allora perché si torna indietro,e allora perché non fanno altro che levarci,come se il male degli imprenditori,fosse la sua stessa forza,quella forza che permette a lui e alla sua famiglia di star bene…perché vogliono imbavagliarci…..non dovremo essere noi a ringraziare voi,per i miseri stipendi,per le umiliazioni,per il tempo che levate a noi e ai nostri figli,per la stanchezza che mai abbandona il nostro corpo,il nostro cervello….ma voi”,cari” padroni,voi dovreste guardarci negli occhi,e abbassarvi a noi,ogni giorno,ogni minuto della vostra vita.

Era Marzo,l’ultima settimana,era freddo,e chissa’ per quale oscuro motivo,anche lassu’,qualcuno si prendeva gioco di noi,infatti non ci fu un solo giorno senza pioggia,non ci fu un solo giorno che il direttore del centro commerciale,non provasse in tutti i modi a cacciarci via da li….il nostro picchettaggio continuava senza tregua,volantini e striscioni….l’invito da parte nostra ai clienti che bene conoscevamo,a boicottare il ristorante,a farlo per noi,a farlo per un senso di giustizia…..noi,non eravamo stare licenziate,perché l’azienda era in crisi,noi eravamo state licenziate per altro…..noi eravamo il terzo mondo….non avevamo diritti,noi che capivamo sempre di piu’,che non ci sarebbe stata solidarieta’…i nostri volti,le nostre storie,erano su tutti i giornali,su tutti i tg locali….la provincia,la regione,il comune,lo stesso sindacato….tutte strade da noi percorse,ma tutte che ci portavano in un vicolo cieco…non si poteva fare niente…..otto lavoratori,perdono il lavoro,e nessuno puo’ fare niente…..vi rendete conto che siete complici quanto lui….noi siamo state l’anticamera dei non diritti,con noi,si è aperto un varco,che se non avessimo subito cercato di chiudere,rivolgendoci ad un giudice del lavoro,si sarebbe sparso a macchia d’olio in tutto il centro commerciale,in tutti i suoi locali,sparsi per la Toscana,e gran parte dell’Italia? Ma a quale prezzo….forse nessuno ha mai provato a capire…il prezzo da pagare,è stato cosi alto da segnarci per sempre,perché ha rimesso in discussione noi,le nostre sicurezze,le nostre famiglie,la societa’,e la stessa democrazia;una Repubblica democratica,una repubblica fondata sul lavoro,non puo’ permettere questo,non è ammissibile….un uragano che passa nella nostra vita,spazza via tutto,nessuno puo’ far niente,ma se rivendicare diritti,vuol dire questo,chi di noi otto,non ripensera’ a tutto questo,se si dovesse ripresentare l’occasione…e la catena di colisione sociale,si spezza in piu’ parti,il sindacato si indebolisce sempre di piu’,otto noi,dieci da un’altra parte,ma forse a questo nessuno ci pensa,forse questo non ha importanza,e si torna al perché si rivendicano ormai da decenni ,le stesse cose……
Noi,siamo le “Giovanna D’Arco,dei nostri colleghi sparsi per l’Italia…..noi….ma quando serviva il loro aiuto,dov’erano,e dov’era la “regia” per organizzarci tutti…..troppo facile buttare la spugna prima di provare,troppo facile….non lo sappiamo,non potremo mai sapere quello che sarebbe successo….non si è voluto provare….otto licenziate….cosa vuoi che sia,davanti ai fatti che stanno accadendo in Italia?


Ricordo il mio primo giorno di lavoro alla Fini….emozionata,no,ma sorpresa e curiosa per i miei nuovi colleghi,e per il mondo nuovo che mi si stava aprendo…ho lavorato spessissimo nei ristoranti,ma in questo nuovo mondo,dovevo imparare a dare per ogni nome,una faccia,e la sua figura professionale…troppa gente tutta insieme da conoscere,ma mi piaceva,anche perché ritenevo l’azienda FiniFast,molto seria…insomma mi ritenevo fortunata,unire l’utile al dilettevole,non è poco,infatti,qualche anno dopo,quando ho deciso di scegliere per motivi strettamente personali,quali dei due parte-time tenere,decisi senza batter ciglio per Fini…era un po’ come se fosse la mia seconda famiglia,amavo quasi tutte le mie colleghe,con alcune di esse,il mio rapporto era quasi fraterno,e mai mi sarei aspettata che proprio chi piu’ di tutte amavo,potesse voltarmi,voltarci le spalle,nel modo piu squallido e cattivo…ma il potere puo’ dare alla testa…credere di averne puo’ spingere le persone a diventare ciniche e cattive.
Eravamo insieme ad altri quattro nuovi negozi,una nuova avventura per la Fini,un esplorazione di nuove terre,che non fosse la rete autostradale…..so che nessuno dei nuovi “canali”brillava di luce propria,per mille motivi,uno forse comune a tutti,”troppi galli in un solo pollaio”,in piu’ per il nostro,l’essere posti in un centro commerciale,che mai ha funzionato,ma fino a quando i nuovi negozi,rimanevano uniti alla grande famiglia,non c’era da preoccuparsi….la rete autostradale,era salda e redditizia,e poteva aiutare chi come noi galleggiava….chi fa’ questo tipo d’investimento,credo metta tutto in preventivo…perfino le perdite!
Quattro anni trascorsi tra alti e bassi…quattro anni a cercare di far funzionare le cose….quattro anni a chiederci
Il perché l’azienda sempre meno era presente,non investiva piu’,latitava in tutte le sue forme,ed in questo latitare,non trasmetteva piu’ a noi la sicurezza e le prospettive…Fini ci stava abbandonando,e purtroppo,questo non fu solo un nostro sentore,ma la verita’ nuda e cruda che poco dopo ci sarebbe stata comunicata…..Fini Fast,vendeva il suo pacchetto azionario…per ragioni che non sto ad elencare,per ragioni che non mi appartengono,come noi non siamo appartenuti a quella famiglia quando ha deciso,perché ha deciso per lei,noi eravamo numeri,facce mai conosciute,nomi messi su di un contratto al momento dell’assunzione….la famiglia Fini ci abbandonava pensando solo al suo profitto,perché sapeva bene a chi avrebbe venduto…non ci vuole tanto ad informarsi,lo abbiamo fatto noi da profane….sapeva la sua storia,non ha voluto aspettare altri compratori,non è stato suo desiderio tutelarci…..i soldi, non fanno di un uomo,di un gruppo buoni imprenditori….ma la delusione dei suoi,ne fa’ dei cattivi!!!
La parola d’ordine in quei mesi,fu di non preoccuparci,che tutto sarebbe rimasto uguale per noi,nulla sarebbe cambiato…in effetti per quasi un anno,le cose tra alti e bassi,restarono piu’ o meno allo stesso modo,grazie pero’ alle nostre imposizioni….si lavorava con tensione….si stava perdendo lo “spirito di appartenenza”,ci stavano dividendo….i vari orticelli,i vari arrivisti con la smania di potere,il solito idiota mandato dal nuovo compratore a controllarci….ma mi chiedo…puo’ mai avere un ruolo cosi importante,uno che non riesce a mettere insieme una e dico una frase in italiano,puo’ un omino del genere avere la presunzione di mettermi in difficolta’ senza porsi domande,senza farsi problemi…uno che non sa manco quello che dice…e vuole venirlo a dire a me,a noi…..ma il pesce puzza dalla testa….e lui era immagine e somiglianza del suo capo….l’ho capito infatti qualche mese dopo,quando si è presentato,ho capito che non dovevo meravigliarmi, non dovevo sbalordirmi dei suoi uomini,il livello culturale era quello equivaleva allo zero.


Maria Esposito