lunedì 31 gennaio 2011

SPROPORZIONATAMENTE PICCOLI


« Malgrado la sua storia, il suo patrimonio culturale, la forza di alcuni settori della sua economia, il paese ha difficoltà di governance e un'influenza sproporzionatamente piccola sulla scena globale. Le sue prospettive economiche e sociali appaiono negative. »
Così, al World Economic Forum 2011, gli organizzatori della session "Italia, un caso speciale" presentano il nostro paese. Tremonti: non pervenuto

Dopo la presentazione, arrivano stangate anche peggiori:
•"Contate molto meno di quel che dovreste nell'economia internazionale, i problemi del vostro governo vi precludono di svolgere il ruolo che vi spetta" [Michael Elliot, editore del Time International]
•"Di solito parlo solo di economia ma nel vostro caso il problema del governo è diventato grave, è una vera distrazione che v'impedisce di fare quello che dovreste. Siete di fronte ad accuse di una vera e propria prostituzione di Stato, orge con minorenni, ostruzione alla giustizia. Avete un serio problema di leadership che blocca le riforme necessarie. Un contagio della sfiducia dei mercati è ancora possibile, perché il divario è enorme tra le riforme strutturali di cui avete bisogno, e ciò che è stato fatto" [Nouriel Roubini, fondatore e chariman di Roubini Global Economics. Nel 2007 previde la crisi globale]
•"La vostra situazione è preoccupante. Siete il paese più direttamente in competizione con la Cina, per la tipologia dei prodotti. Da dieci anni si sa quali riforme andrebbero fatte. Di questo passo l'Italia potrebbe diventare il prossimo grosso problema dell'eurozona" [Daniel Gros, direttore del Centre for European Policy Studies di Bruxelles]
•"Se l'Italia non usa i prossimi cinque anni per un reale cambiamento, vi ritroverete dalla parte perdente dell'eurozona. I gravi reati di cui Silvio Berlusconi è accusato sono ben noti. Ma a voi sta bene lo stesso? E' questo il governo che volete?" [Matthew Bishop, capo della redazione americana di The Economist]
Aspettate, chi era quel leader che continuava, come un mantra, a ripetere che sotto la sua guida l'Italia aveva riacquistato il pese che le compete sullo scenario internazionale? Non è detto che abbia mentito: forse più semplicemente pensava che il peso che ci compete fosse proprio questo.

www.byoblu.com

sabato 29 gennaio 2011

Manifestazione Fiom 28 gennaio, che amarezza


Oggi tutti i giornali parlano della manifestazione Fiom del 28 gennaio, chi gridando al miracolo e chi al flop. Il numero degli affluenti varia da 2000 a 3000 a seconda delle fonti, ma sono pochi in ogni caso. In alcune città ci sarà stata sicuramente una buona affluenza ma io mi limito a parlare di quella abruzzese alla quale ho partecipato e dalla quale sono uscito molto amareggiato. Mi aspettavo una partecipazione massiccia. E' vero, tanta pioggia, freddo intenso ma la salvaguardia di 6000 posti di lavoro Sevel senza contare l'indotto non valevano il sacrificio? mi dispiace dirlo ma così non si va da nessuna parte. Mi aspettavo un'affluenza massiccia, la sede di Lanciano era stata scelta proprio per far partecipare in massa i dipendenti Sevel, saranno stati si e no una quindicina. Non è col menefreghismo, con la rassegnazione agli eventi, con la disillusione che si può combattere per un sacrosanto diritto sancito dall'art.1 della costituzione. Stiamo andando verso il baratro, tra poco non ci saranno più opzioni: saltare il fosso o ripartire. e per ripartire bisogna farsi sentire, bisogna urlare la propria rabbia, bisogna, per quanto possibile, usare la forza, e la forza la si ottiene solo con l'unione, solo con la solidarietà tra lavoratori. Aspettare che qualcuno si muova per noi è da illusi e da folli.

Nàzzaro Spino Pelusi

giovedì 27 gennaio 2011

Arcade Fire - The Suburbs



il gruppo originario di Montreal è sicuramente dotato di una sensibilità musicale sviluppata e difficilmente collocabile in un contesto ristretto. Le radici affondano su territori disparati, sono figli della new wave dei tardi anni settanta (Televison, David Bowie, Blondie, Talking Heads) ma hanno un attitudine folk, lontana dal clamore e dall’eccesso. Per ‘The Suburbs’, Butler e soci hanno scelto di alleggerire la produzione rispetto a ‘Neon Bible’, che investiva con la sua risonante imponenza, affidandosi a suoni più diretti e decisamente più accessibili, sempre con un occhio di riguardo per il dettaglio. Il canto nervoso che caratterizzava alcuni episodi di ‘Funeral’ è stato abbandonato per far spazio ad uno stile che sia funzionale all’intera opera; molto diretto, misurato e maturo. Con le stesse parole del frontman Win Butler, 'The Suburbs' suona come qualcosa tra i Depeche Mode e Neil Young.

www.arcadefire.com

www.myspace.com/arcadefireofficial

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Convivere a L'Aquila


qui conviviamo in modo ben strano: chi ha la propria casa, fresca fresca appena rifatta di mille colori da Stabilo-boss, e chi non ce l’ha più, e vive nel tormento quotidiano (la rivedrò mai? ci saranno i soldi per ricostruirla? se li mangeranno tutti prima? devo vendere? devo svendere?). Viviamo e lavoriamo fianco a fianco! Quelli che hanno il problema di dove andare a fare l’happy hour e quelli che non hanno più né passato, né futuro, solo un orribile presente da accampati. E i primi guardano ai secondi come a dei piagnucolosi rompiballe! Gli danno dei depressi esauriti, gli dicono che la fanno lunga, gli dicono che non si danno da fare, che sono buoni solo a lamentarsi!!! Pretendono le stesse prestazioni lavorative, magari pure di più. Oppure gli dicono “pensa ad altro! non puoi pensare solo al terremoto! vivi la tua vita!”. Vivi la tua vita…. Già: per fartela breve, la legge degli umani è “a chi tocca tocca, ed è toccato a te (per fortuna)”.

Luisa Nardecchia

Venerdì 28 gennaio tutte/i a Lanciano per la manifestazione regionale Abruzzo della Fiom


Per la riconquista del Contratto Nazionale - Per l’unità dei Lavoratori - Per la Democrazia

La FIOM proclama lo sciopero Generale Nazionale
di 8 ore
Per la salvaguardia dei Diritti dei Metalmeccanici
Venerdì 28 gennaio 2011

Dopo gli accordi separati, Confederali e di Categoria, che hanno introdotto deroghe e sanzioni, violando il CCNL 2008, ora la FIAT vorrebbe imporre la sua moderna “dittatura”. Invece di progettare e costruire nuovi modelli di auto, FIAT si esercita su un “moderno” modello contrattuale: il capitale decide, il lavoro è schiavo! Rifiutando di trattare, a POMIGLIANO e a MIRAFIORI, la FIAT ha imposto intese con FIM – UILM – FISMIC – UGL, che cancellano il CCNL, riducono gravemente i diritti dei lavoratori su pause, orario di lavoro, malattia, sopprimono la libertà sindacale e impongono gravi violazioni della Costituzione. Con il ricatto di fantomatici investimenti e del posto di lavoro la FIAT costringe i lavoratori ad un Referendum-Truffa PER CANCELLARE TUTTO

NON VOTERANNO PIÙ PER IL FUTURO;
NON POTRANNO PIÙ SCIOPERARE, PENA IL LICENZIAMENTO;
NON POTRANNO PIÙ ISCRIVERSI LIBERAMENTE, NÈ ELEGGERE PROPRI RAPPRESENTANTI SINDACALI;
COSTITUZIONE, DEMOCRAZIA E CONTRATTO NAZIONALE SPARISCONO DAI LUOGHI DI LAVORO.
LE CONDIZIONI DI LAVORO E DI SALUTE PEGGIORANO PER TUTTI.

Federmeccanica e Confindustria hanno avallato tutto questo e gettato definitivamente la maschera: il Modello FIAT è la base delle “moderne” relazioni contrattuali e sindacali e la crisi va scaricata tutta sui lavoratori. Il lavoro non è un bene comune, non ha valore né dignità, diventa merce usa e getta!

Tutto il Governo è schierato con FIAT, FEDERMECCANICA E CONFINDUSTRIA, di conseguenza non c’è politica industriale, non c’è riforma degli ammortizzatori sociali, anzi, con le “loro” leggi, aumentano precarietà e povertà, rubando in particolare ai giovani il futuro. Contro tutto ciò, è indispensabile lottare rivendicando: una maggiore giustizia sociale, un piano straordinario di nuovo lavoro, un nuovo modello di sviluppo, l’estensione della democrazia e dei diritti a tutte e tutti.

Per queste ragioni, per l’unità e la dignità dei metalmeccanici e tutti i lavoratori, la FIOM invita ad aderire alla giornata di sciopero del 28 gennaio 2011 e partecipare alla Manifestazione Regionale Abruzzo che si svolgerà a Lanciano: concentramento ore 9.00 in Piazzale CUONZO (zona Stadio)
ore 11.00 Piazza Plebiscito.

La FIOM invita altresì tutti i cittadini, i pensionati, i giovani, a partecipare a questa ed alle successive mobilitazioni per la riscossa civile e democratica del lavoro e dell’intero Paese.

Fiom - Cgil Abruzzo

mercoledì 26 gennaio 2011

Sarni, l'arroganza di un padrone, la dignità e la forza di un'operaia


Ho guardato per la prima volta nei tuoi occhi,oggi,come mai mi era capitato prima...mi sono girata,ed in quei due grandi occhi neri,ho letto lo smarrimento,la paura e lo stupore;ho letto quello che sono sicura avrei trovato,negli occhi di tutte voi;e per un attimo sono tornata a quando tutto è iniziato....l'inizio della fine,una fine piu' volte preannunciata,ma piovutaci addosso d'improvviso...un fulmine a ciel sereno,quel fulmine che inevitabilmente avrebbe per sempre cambiato le nostre vite.
Con oggi si chiudono le udienze,con oggi,c'è solo l'attesa di una sentenza,legata a gran parte della nostra storia lavorativa,che ci ha tenute sospese alla vita,per tanto tempo,troppo,ma la leggerezza dell'anima,mi assale,con lo stupore per un sentimento cosi strano.
Ho sempre cercato di essere razionale nella mia vita,ma non sono mai riuscita,a trovare razionalita’ in quello che ci era successo;ci sono valori ed ideologie con cui cresci,e da questi cerchi di ricamare tutta la tua vita,ma un punto dato male,puo’ rimettere in discussione tutto,puo’ perfino arrivare a farti pensare se il prezzo da pagare,non sia stato cosi alto,se tutto non ha un costo,perfino i nostri pensieri.
Com’è cominciato,dove si è inceppato l’ago,quali sono i meccanismi mentali,che possono spingere un uomo a licenziare otto persone,solo perché non abituato ad un confronto,non abituato a chi non la vede come lui,sono state le domande che mai mi hanno abbandonato in questi lunghi mesi….
La vigliaccheria,ha molte facce,l’arroganza di chi sa che ha potere non dovrebbe aver ragione di esistere,la disperazione di chi perde il posto di lavoro,una sola grande voce:giustizia.
Com’è cominciato,quando è iniziata la svolta che nel suo cervello,ha innescato il pensiero di licenziarci….sicuramente non subito,sicuramente ha tastato il terreno,sicuramente da Gennaio,quando ha deciso unilateralmente che il nostro contratto integrativo,non era piu’ nostro,non era piu’ applicabile…che tutte le nostre sicurezze per lui non avevano nessun tipo di valore…..dovevamo accontentarci della conservazione del posto di lavoro…tutto quello che era stato,tutto quello per cui avevamo lottato,scioperato,non contava…”se non ti conviene,la’ sta’ la porta”….Lui ci stava mettendo alla prova.
Doveva essere un semplice trasferimento di “ramo d’azienda”,come tanti,la societa’ madre,decide per ragioni di riorganizzazioni e assetti aziendali,di scorporare,quelli che erano quattro locali,siti nei centri commerciali,sparsi in tutta Itali, il nostro uno di questi,assicurando la massima trasparenza e la continuita’ dei rapporti lavorativi, dei trattamenti economici e del contratto integrativo ,questo assicurava la Fini Fast S.P.A.,questo assicurava il suo presidente Nicola Popito Sarni.
Non sono brava nel ricordare le date,ma ricordo perfettamente come si sono svolti i fatti in quei mesi,e di quanta fatica,ci è costato,a noi dipendenti,e alle organizzazioni sindacali territoriali, trovare un accordo,perché le carte in tavola come per magia,assunsero altre forme….accordo che mai l’azienda ha voluto….accordo che poteva servire ad arginare i danni….ma chi non è abituato al confronto,non puo’ voler confronto,e mi chiedo quanto possa essere piccolo un uomo che ha paura di perdere potere….contornarsi di persone valide professionalmente puo’ aiutare a crescere,a diventare migliori ,confrontarsi con chi piu’ di noi sa’,non puo’ essere altro che un aiuto,un aiuto a migliorare….aver paura,sentire che la terra trema sotto i tuoi piedi,è sintomo d’insicurezza,spaventarti per chi piu’ di te sa’,è sinonimo di ignoranza,e allora mi chiedo come fa’ una persona del genere a chiamarsi imprenditore,una persona del genere,è semplicemente un padrone,padrone che nessuna ragione sente,padrone abituato a comandare,abituato ad avere attorno a se,tanti “orsi ballerini”,da ammaestrare a sua immagine e somiglianza,da possedere solo perché suo dipendente,la loro anima,la loro dignita’.e la loro stessa vita….e allora di cosa mi meraviglio,ci meravigliamo,se la parola data,la sua stessa parola,per lui non ha valore?
Come è strano il cervello umano,quante cose,quante immagini,riesce a salvare,e a riguardare….e rivedo quella mattina come se non fosse trascorso un anno,riesco ancora a provare gli stessi sentimenti, a sentire le stesse voci,a vedere gli stessi colori…quattro piccoli tavoli messi insieme in modo da formare un unico lungo tavolo,quattro tavoli posti al centro del locale,per far scena ,quattro persone…lui il presidente,il direttore del locale,due fiduciari….le mie colleghe in fila,indiana…sembrava la distribuzione del pane…..alcuni fogli sui tavoli,poche parole,una firma,una stretta di mano….pensavo al mio turno,conoscevo le mie risposte alle loro domande,sapevo che non avrei accettato un nuovo contratto,a che serviva,il nostro era un passaggio di ramo d’azienda,tutelato dalla legge,a che serviva,e allora perché c’è lo chiedevano,e perchè le mie colleghe avevano firmato….dove si era rinceppato l’ago?
Un passaggio di ramo d’azienda,il nostro davvero molto strano,si stava” riscrivendo” la legge che lo tutelava,o per lo meno ci provavano,provavano perfino a farci comprare le quote della nuova societa’,da “garzone a padrone”,settemila euro ogni quota,diventavi socio,e come tale,avresti lavorato senza orari….avresti dato senza mai ricevere…o per lo meno,avresti dovuto accontentarti delle poche briciole che ogni anno,avanzavano, richiesta alquanto assurda, il nostro stipendio si aggirava intorno ai settecento euro..il nostro stipendio serviva per aiutarci a vivere….quali quote voleva che noi comprassimo,quali…se eravamo tutte parte time non per scelta…..”vi faccio diventare ricche come me!!”.
L’arroganza dei soldi,l’arroganza di chi non ha testa e propensione verso i suoi dipenenti,l’arroganza di chi nella sua vita,non ha fatto altro che pensare solo a se stesso,provando e a volte riuscendoci,a schiacciare chi non abbassava la testa,chi non era disposto a “danzare come un orso”…..ma quale imprenditore,o meglio quanti imprenditori,hanno fatto diventare ricchi come lui,i suoi dipendenti….non ne conosco!
Gennaio,Febbraio,Marzo…il declino…tre mesi per decidere delle nostre vite,tre mesi di angoscia per tutte noi…

“Maria…hanno licenziato Grazia,ora ti chiama lei….”ore 09.00 del 24 Marzo,la fine.
Era una mattina come tante altre,era il mio giorno di riposo,era il giorno destinato per me,a “rivoluzionare” casa,infatti ero intenta a spostare il mio como’ in camera da letto…lo stesso como’che per giorni a venire,sarebbe rimasto li,in mezzo alla camera,come un souvenir …..e appoggiata io…con il cellulare in mano,io,incredula per quello che era successo,io che non riuscivo in nessun modo a dare giuste risposte a tutte le domande che mi ronzavano nella testa,io che chiamo la mia segretaria di confederazione,e l’avviso dell’accaduto,io come un automa che cerco mia figlia,la cerco piangendo,perché sapevo che dopo Grazia,dopo di lei,tutte noi,io che non riuscivo a smettere di singhiozzare,per la rabbia,per la paura…la paura di un futuro che mi stavano,ci stavano portando via.
Come un ‘automa mi vesto,ed esco di casa,avevo bisogno di recuperare le mie emozioni,dovevo,lo dovevo per le mie colleghe,lo dovevo,perché solo Dio sa di quanto io mi sentivo,e mi senta tutt’ora responsabile,ero la loro delegata sindacale….perchè rivendicare i propri diritti,oggi,in questo clima sociale politico,è pericoloso.
Erano tutte li’,chi lavorava,chi libera come me,chi doveva ancora entrare in turno,ma tutte li,ad “aspettarci”, tutte,per decidere su cosa fare….tutte licenziate,l’azienda risolveva il nostro rapporto dal primo di Aprile…..il paradosso è venire licenziate in questo modo,il paradosso,è stata una riunione fatta un settimana prima con i vertici aziendali,dove diceva a noi dipendenti,di voler risolvere tutti i problemi del punto ristoro,dove ci chiedeva una collaborazione,che sempre c’era stata,dove pero’ divedeva noi dipendenti tra buoni e cattivi…perché dividere e imperare,è una strategia che tutte le aziende usano,perché molto piu’ furbe di chi vi lavora,che gia’ e diviso di per se da mille fattori….perchè chi vi lavora,non è furbo,non ha la stessa scaltrezza,che invece ha il padrone ed i suoi uomini….perchè chi vi lavora,pensa che coltivare il suo orticello,sia piu’ sano,piu’ redditizio,senza capire,o voler capire,che comportandosi in questo modo,crea crepe che non dovrebbero aver ragione di esistere,crepe dovei vari padroni ,ci si insinuano come un tumore,che si espande,fino a levarti la vita,fin a farti entrare in un vortice vizioso,e a farti danzare come gli orsi.
La prima giornata di sciopero ad oltranza,la prima giornata,di innumerevoli presidi posti al di fuori del centro commerciale,che si sarebbero poi chiusi un sabato,pomeriggio,dopo aver chiesto ed ottenuto la solidarietà di lavoratori come noi.
Pochi,troppo pochi a dir il vero,troppo poco e lontano oggi il solo pensiero di aiutare chi è in difficolta’….anche se lavoratori proprio come noi,anche se nessuno si puo’ sentire immune da certe cose….non puoi non vedere quello che ti sta’ intorno,non puoi non vedere cosa accade oggi,è un dovere morale e civile aiutare chi perde il lavoro….dovrebbe indignarsi l’Italia intera,dovrebbe……ma non è cosi,e se qualcuno inizia a “tossire”,è sempre poco,sempre troppo poco!
L’eredita’ dei nostri padri,di diritti e tutele,che giorno dopo giorno,ci portano via,un eredita’ ,che ti ritrovi dopo decenni,a ridiscutere con le aziende….ma non si dovrebbe guardare avanti,non si dovrebbe cercare di creare una classe operaia che guarda al futuro….e allora perché si torna indietro,e allora perché non fanno altro che levarci,come se il male degli imprenditori,fosse la sua stessa forza,quella forza che permette a lui e alla sua famiglia di star bene…perché vogliono imbavagliarci…..non dovremo essere noi a ringraziare voi,per i miseri stipendi,per le umiliazioni,per il tempo che levate a noi e ai nostri figli,per la stanchezza che mai abbandona il nostro corpo,il nostro cervello….ma voi”,cari” padroni,voi dovreste guardarci negli occhi,e abbassarvi a noi,ogni giorno,ogni minuto della vostra vita.

Era Marzo,l’ultima settimana,era freddo,e chissa’ per quale oscuro motivo,anche lassu’,qualcuno si prendeva gioco di noi,infatti non ci fu un solo giorno senza pioggia,non ci fu un solo giorno che il direttore del centro commerciale,non provasse in tutti i modi a cacciarci via da li….il nostro picchettaggio continuava senza tregua,volantini e striscioni….l’invito da parte nostra ai clienti che bene conoscevamo,a boicottare il ristorante,a farlo per noi,a farlo per un senso di giustizia…..noi,non eravamo stare licenziate,perché l’azienda era in crisi,noi eravamo state licenziate per altro…..noi eravamo il terzo mondo….non avevamo diritti,noi che capivamo sempre di piu’,che non ci sarebbe stata solidarieta’…i nostri volti,le nostre storie,erano su tutti i giornali,su tutti i tg locali….la provincia,la regione,il comune,lo stesso sindacato….tutte strade da noi percorse,ma tutte che ci portavano in un vicolo cieco…non si poteva fare niente…..otto lavoratori,perdono il lavoro,e nessuno puo’ fare niente…..vi rendete conto che siete complici quanto lui….noi siamo state l’anticamera dei non diritti,con noi,si è aperto un varco,che se non avessimo subito cercato di chiudere,rivolgendoci ad un giudice del lavoro,si sarebbe sparso a macchia d’olio in tutto il centro commerciale,in tutti i suoi locali,sparsi per la Toscana,e gran parte dell’Italia? Ma a quale prezzo….forse nessuno ha mai provato a capire…il prezzo da pagare,è stato cosi alto da segnarci per sempre,perché ha rimesso in discussione noi,le nostre sicurezze,le nostre famiglie,la societa’,e la stessa democrazia;una Repubblica democratica,una repubblica fondata sul lavoro,non puo’ permettere questo,non è ammissibile….un uragano che passa nella nostra vita,spazza via tutto,nessuno puo’ far niente,ma se rivendicare diritti,vuol dire questo,chi di noi otto,non ripensera’ a tutto questo,se si dovesse ripresentare l’occasione…e la catena di colisione sociale,si spezza in piu’ parti,il sindacato si indebolisce sempre di piu’,otto noi,dieci da un’altra parte,ma forse a questo nessuno ci pensa,forse questo non ha importanza,e si torna al perché si rivendicano ormai da decenni ,le stesse cose……
Noi,siamo le “Giovanna D’Arco,dei nostri colleghi sparsi per l’Italia…..noi….ma quando serviva il loro aiuto,dov’erano,e dov’era la “regia” per organizzarci tutti…..troppo facile buttare la spugna prima di provare,troppo facile….non lo sappiamo,non potremo mai sapere quello che sarebbe successo….non si è voluto provare….otto licenziate….cosa vuoi che sia,davanti ai fatti che stanno accadendo in Italia?


Ricordo il mio primo giorno di lavoro alla Fini….emozionata,no,ma sorpresa e curiosa per i miei nuovi colleghi,e per il mondo nuovo che mi si stava aprendo…ho lavorato spessissimo nei ristoranti,ma in questo nuovo mondo,dovevo imparare a dare per ogni nome,una faccia,e la sua figura professionale…troppa gente tutta insieme da conoscere,ma mi piaceva,anche perché ritenevo l’azienda FiniFast,molto seria…insomma mi ritenevo fortunata,unire l’utile al dilettevole,non è poco,infatti,qualche anno dopo,quando ho deciso di scegliere per motivi strettamente personali,quali dei due parte-time tenere,decisi senza batter ciglio per Fini…era un po’ come se fosse la mia seconda famiglia,amavo quasi tutte le mie colleghe,con alcune di esse,il mio rapporto era quasi fraterno,e mai mi sarei aspettata che proprio chi piu’ di tutte amavo,potesse voltarmi,voltarci le spalle,nel modo piu squallido e cattivo…ma il potere puo’ dare alla testa…credere di averne puo’ spingere le persone a diventare ciniche e cattive.
Eravamo insieme ad altri quattro nuovi negozi,una nuova avventura per la Fini,un esplorazione di nuove terre,che non fosse la rete autostradale…..so che nessuno dei nuovi “canali”brillava di luce propria,per mille motivi,uno forse comune a tutti,”troppi galli in un solo pollaio”,in piu’ per il nostro,l’essere posti in un centro commerciale,che mai ha funzionato,ma fino a quando i nuovi negozi,rimanevano uniti alla grande famiglia,non c’era da preoccuparsi….la rete autostradale,era salda e redditizia,e poteva aiutare chi come noi galleggiava….chi fa’ questo tipo d’investimento,credo metta tutto in preventivo…perfino le perdite!
Quattro anni trascorsi tra alti e bassi…quattro anni a cercare di far funzionare le cose….quattro anni a chiederci
Il perché l’azienda sempre meno era presente,non investiva piu’,latitava in tutte le sue forme,ed in questo latitare,non trasmetteva piu’ a noi la sicurezza e le prospettive…Fini ci stava abbandonando,e purtroppo,questo non fu solo un nostro sentore,ma la verita’ nuda e cruda che poco dopo ci sarebbe stata comunicata…..Fini Fast,vendeva il suo pacchetto azionario…per ragioni che non sto ad elencare,per ragioni che non mi appartengono,come noi non siamo appartenuti a quella famiglia quando ha deciso,perché ha deciso per lei,noi eravamo numeri,facce mai conosciute,nomi messi su di un contratto al momento dell’assunzione….la famiglia Fini ci abbandonava pensando solo al suo profitto,perché sapeva bene a chi avrebbe venduto…non ci vuole tanto ad informarsi,lo abbiamo fatto noi da profane….sapeva la sua storia,non ha voluto aspettare altri compratori,non è stato suo desiderio tutelarci…..i soldi, non fanno di un uomo,di un gruppo buoni imprenditori….ma la delusione dei suoi,ne fa’ dei cattivi!!!
La parola d’ordine in quei mesi,fu di non preoccuparci,che tutto sarebbe rimasto uguale per noi,nulla sarebbe cambiato…in effetti per quasi un anno,le cose tra alti e bassi,restarono piu’ o meno allo stesso modo,grazie pero’ alle nostre imposizioni….si lavorava con tensione….si stava perdendo lo “spirito di appartenenza”,ci stavano dividendo….i vari orticelli,i vari arrivisti con la smania di potere,il solito idiota mandato dal nuovo compratore a controllarci….ma mi chiedo…puo’ mai avere un ruolo cosi importante,uno che non riesce a mettere insieme una e dico una frase in italiano,puo’ un omino del genere avere la presunzione di mettermi in difficolta’ senza porsi domande,senza farsi problemi…uno che non sa manco quello che dice…e vuole venirlo a dire a me,a noi…..ma il pesce puzza dalla testa….e lui era immagine e somiglianza del suo capo….l’ho capito infatti qualche mese dopo,quando si è presentato,ho capito che non dovevo meravigliarmi, non dovevo sbalordirmi dei suoi uomini,il livello culturale era quello equivaleva allo zero.


Maria Esposito

Mojo Monkeys - Blessing and Curses


"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei" dice un vecchio detto, e se vi dicessimo che questi tre vecchi disperati hanno frequentato Keith Richards, Lucinda Williams, Bonnie Raitt e soprattutto Mike Ness dei Social Distortion, che tipo di musica vi immaginate possa uscire dalle tracce di Blessings & Curses? Risposta esatta: blues-rock rauco, riff sporchi affiancati a semi-country paludosi, esattamente quello che ti aspetti da un combo che decidendo di chiamarsi Mojo Monkeys ha marchiato la propria musica prima ancora di suonarla. Già licenziatari di una prima dimenticata opera nel lontano 2000 (Hang, la si trova ancora su CD Baby in ogni caso), Bill Watts (chitarre, dobro e mandolini), Taras Prodaniuk (basso) e il leader David Raven (che le note di copertina segnalano come voce, ma anche suonatore di una "pessima chitarra acustica") vengono da Los Angeles, figli del punk californiano e del blues della zona (tra le loro collaborazioni non a caso anche i Fabulous Thunderbirds e i Black Flag). Raven è personaggio noto in città, attivo fin dal 1980 come batterista al servizio di tantissimi artisti e talmente pittoresco a vedersi, da essere spesso stato usato come caratterista (nella migliore interpretazione di sé stesso) in molte fiction televisive.

Realizzato con l'aiuto di altri validi session-men dell'area (Phil Parlapiano, Marvin Etzioni, Doug Pettibone, Terry Wilson, tutti nomi di casa dalle nostre parti), Blessings & Curses è un album lungo ma mai stancante, pieno di swamp-music caratterizzata dalla voce roca di Raven, Keith-riffs rocciosi (Bodacious), voci filtrate dal microfono dell'armonica e tante mefistofeliche soluzioni produttive che ricordano molto il Tom Waits del periodo Mule Variations. Tra le note che rendono bene l'idea del clima generale, il fatto che ogni brano ha una speciale dedica, la maggior parte destinata ad un immaginario femminile tutto blues fatto di "Kickass Girls", "Red Blooded American Girls", "Bad Girls", "Gigsville Girls" e così via. Tra blues tutto sommato già sentiti ma sempre efficaci (California Alabama, Monkey Thumb) affiora anche qualche brano in grado di innalzarsi dalla media (ottima l'accoppiata Can't Say No e Girl Might Do) o ariose ballate che stemperano un po' i toni da rito voodoo del disco (She'll Be Alright).

In ogni caso sorprese non ce ne sono, o perlomeno nulla che non possa essere già stato fatto o da un Dave Alvin quando era in forma o da John Campbell quando era vivo, e non cambia la storia neppure l'aggiunta di qualche New Orleans-funky (Dirty Money) che dalle parti dei Neville Brothers sono il pane quotidiano. Ma i Mojo Monkeys hanno dalla loro l'energia, la freschezza, e forse anche il fatto che dischi come questo stanno diventando rari, per cui averne per le mani uno buono ogni tanto fa più che piacere. Se siete avvezzi al genere, non perdetelo.
(Nicola Gervasini)

www.rootshighway.com

www.myspace.com/mojomonkeys77

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IL GIORNALE "Ma quest'uomo può mettersi a fare la morale?"


Questo è il titolo di un articolo del prestigioso "Il Giornale" su Nichi Vendola. In pratica si sostiene che chi si fa baciare l'orecchio da un gay non ha titolo per criticare o fare la morale al premier. Seguono squallidi commenti dei cerebrolesi de "Il Giornale"

1)ma infondo la Puglia non e' la patria delle orecchiette?

2)che schifo!

3)Vai avanti VENDOLA, hai vinto le erezioni in puglia e vedrai che vincerai pure le primarie nel PD e infine sarai pure eletto Premier alle prossime elezioni politiche. E, finalmente, si realizzerà il tuo sogno: gli italiani si sveglieranno tutti omosessuali, giustamente rappresentati dal migliore della specie. Allora sì che la leccata, come nella foto, sarà l'esercizio della vera etica/morale. Altro che festini e sobrietà richiesta dall'ex comunista oggi al Colle. Buffoni, buffoni, pagliacci e ancora pagliacci. Ci vorrebbe una vera pulizia per estirpare questa feccia che sta contaminando l'intero paese. Per fortuna in Italia ci sono ancora uomini che tengono DURO...

4)se questo è quello che fà in"pubblico"figurarsi quello che fà in"privato"!ma lo sà il don sciordino della pseudo famiglia cristiana(solo di nome),la gente che spalleggia?

5)E Pensare Che Quell'individuo E' Il Presidente Della Regione In Cui Vivo. Ma Vedi Quanto E' .............................. Il Popolo Pugliese? Non Ci Posso Fare Nulla. Posso Solo Vergognarmi E Cercare Di Non Pensarci Nemmeno Che Il Popolo Italiano Possa Un Giorno Avere Un Presidente Del Consiglio E Magari Dopo Un Presidente Della Repubblica Rappresentata Da Un Burattino Del Genere. Comunque Sia Io Non Ci Saro' Perche' Ho Un'eta' Tale Che Mi Mette Almeno Al Riparo Da Simile Spazzatura.

6)se c'e qualcuno che si dovrebbe vergognare siete propio voi!!!!! Voi che andate in pubblico in certe pose che fanno propio schifo!!! e poi di padrone lo hanno solo quei froc......etti come voi! Io la "pagnotta" me la quadagno nn mettendomi in quella posizione. Saluti e veramente poveri voi!!!!!

7)Che squallore! E li chiamano uomini politici? Meglio che lascio perdere, non ho parole!!!!!! Che tristezza

8)Alla luce di certi fatti,se intercettassero Vendola e Fini ,ne uscirebbero delle belle dal punto di vista sessuale

9) questo lo vogliamo mettere in rappresentanza dell'Italia per non vergogniarci di fronte al Mondo intero?...che strano concetto di vergognia !...invece del bunga bunga...lo slinguo slinguo..e` certamente piu` "sobrio" !

10)Se Nichi avesse avuto la decenza di tacere e non fare il moralista, sarebbe rientrato tra le persone che a pieno titolo possono avere i gusti sessuali che più gli aggradano e nessuno si sabbe potuto permettere alcuna critica. Ma dato che sale in cattedra e fa il "professore" sul problema dei rapporti sessuali, a mio parere non può essere credeibile perchè, chi blatera su di un problema al quale lui per abitudine e scelta volta le spalle non può dare lezione a quelli che il problema sessuale lo affrontano de visu. senior

martedì 25 gennaio 2011

Fermate lo "stupro correttivo"


Cari amici,

Lo "stupro correttivo", l'orrenda pratica di stupro delle lesbiche nel tentativo di curare la loro omosessualità, sta diventando una vera e propria emergenza in Sud Africa. Ma alcuni attivisti coraggiosi stanno agendo e chiedendo al mondo intero di rivolgersi al Presidente Jacob Zuma e al Ministro della giustizia, che potrebbero condannare e penalizzare questi atroci crimini. Sosteniamoli!





Millicent Gaika è stata legata, strangolata, torturata e stuprata ripetutamente per cinque ore di seguito da un uomo che sosteneva di "curarla" dalla sua omosessualità.

E' sopravvissuta per miracolo, ma non è l'unica: questo crimine immondo è comune in tutto il Sud Africa, dove le lesbiche vivono nel terrore di essere attaccate. Ma nessuno è mai stato condannato per "stupro correttivo".

Incredibilmente, da un piccolo rifugio a Città del Capo, una manica di coraggiosi attivisti rischiano la loro vita per far sì che il caso di Millicent sia la miccia per il cambiamento. Il loro appello al Ministro della giustizia è esploso fino a raggiungere le 130.000 firme, costringendolo a difendersi in tv. Ma il Ministro non ha ancora risposto alla loro richiesta di azione.

Accendiamo una luce su questo orrore da tutti gli angoli del mondo: se saremo in tanti ad amplificare questa campagna, potremo non solo raggiungere il Ministro della giustizia, ma anche il Presidente Zuma, che ha la responsabilità di difendere i diritti costituzionali. Chiediamo a Zuma e al Ministro della giustizia di condannare pubblicamente lo "stupro correttivo", penalizzare i crimini d'odio e garantirne l'esecuzione immediata, l'educazione pubblica e la protezione delle vittime. Firma la petizione ora e condividila con tutti - la consegneremo al governo del Sud Africa insieme ai nostri alleati a Città del Capo:

https://secure.avaaz.org/it/stop_corrective_rape/?vl

Il Sud Africa, chiamato spesso la nazione dell'arcobaleno, è rispettato in tutto il mondo per il suo impegno nel periodo successivo all'apartheid contro le discriminazioni. E' stato il primo paese ad aver dichiarato fuorilegge nella sua Costituzione la discriminazione su base sessuale. Ma solo a Città del Capo l'organizzazione locale Luleki Sizwe ha registrato più di uno "stupro correttivo" al giorno, e l'impunità regna sovrana.

Lo "stupro correttivo" si basa su un'opinione falsa e oltraggiosa per cui una donna lesbica se stuprata può diventare eterosessuale; tuttavia questo crimine efferato non è neppure classificato come crimine d'odio in Sud Africa. Le vittime sono spesso di colore, povere, lesbiche ed emarginate. Ma neppure lo stupro di gruppo più l'omicidio di Eudy Simelane, l'eroina nazionale e campionessa della squadra di calcio femminile del Sud Africa, ha potuto ribaltare la situazione. E proprio la scorsa settimana il Ministro Radebe ha insistito che il motivo è irrilevante in crimini come lo "stupro correttivo".

Il Sud Africa è la capitale dello stupro nel mondo. Una ragazza che nasce in Sud Africa oggi ha più possibilità di essere stuprata che d'imparare a leggere. E' stupefacente: un quarto delle ragazze in Sud Africa è stuprato ancor prima di compiere 16 anni. Molti fattori possono spiegare questo abominio: il maschilismo (il 62% dei maschi sopra gli 11 anni ritiene che costringere qualcuno a fare sesso non sia un atto di violenza), la povertà, abitazioni stipate, uomini disoccupati e privati del diritto di voto, l'accettazione da parte della comunità; inoltre, per i pochi casi che vengono denunciati con coraggio alle forze dell'ordine, una riposta penosa della polizia e sentenze lascive.

Questa è una catastrofe umana colossale. Ma Luleki Sizwe e gli alleati di Change.org hanno aperto una piccola finestra di speranza in questa battaglia. Se tutto il mondo decidesse d'intervenire ora, potremmo ottenere giustizia per Millicent e un'azione nazionale per mettere fine allo "stupro correttivo":

https://secure.avaaz.org/it/stop_corrective_rape/?vl

Questa è una battaglia contro la povertà, il patriarcato e l'omofobia. Per mettere fine a questa ondata di stupri occorreranno azioni decise e concertate per un processo di cambiamento d'avanguardia in Sud Africa e in tutto il continente. ll Presidente Zuma è un tradizionalista Zulu, e lui stesso è stato processato per stupro. Ma lo scorso anno ha condannato l'arresto di una coppia gay in Malawi e dopo una pressione a livello nazionale e internazionale enorme, il Sud Africa ha finalmente approvato la risoluzione ONU contro l'omicidio extra-giudiziale delle persone in base al loro orientamento sessuale.

Se saremo in tanti a partecipare a questa chiamata globale all'azione, potremo costringere Zuma a pronunciarsi, guidando così un programma governativo e cominciare una conversione nazionale che potrebbe spostare i comportamenti pubblici nei confronti dello stupro e dell'omofobia in Sud Africa. Firma ora e fai il passaparola:

https://secure.avaaz.org/it/stop_corrective_rape/?vl

Un caso come quello di Millicent tende a far perdere la speranza. Ma quando i cittadini si uniscono sotto un'unica voce, possono vincere nel cambiare pratiche e norme profondamente radicate e sbagliate. Lo scorso anno in Uganda siamo riusciti a costruire un'ondata enorme di pressione pubblica, tanto che il governo è stato costretto ad accantonare una legge che avrebbe condannato a morte i gay ugandesi. Ed è stata la pressione globale in favore di alcuni attivisti audaci che ha costretto i leader del Sud Africa a rispondere alla crisi dell'AIDS che stava divorando il paese. Uniamoci e mettiamoci dalla parte di un mondo dove ogni essere umano può vivere senza la paura di abusi.

Con speranza e determinazione,

Alice, Ricken, Maria Paz, David e il resto del team di Avaaz

FONTI:

Il blog di Luleki Sizwe, l'organizzazione del Sud Africa che sta chiedendo al governo di fermare lo "stupro correttivo" e di difendere le vittime (in inglese)
http://lulekisizwe.wordpress.com

L'intervista al Ministro della giustizia Radebe alla tv di stato (South African Broadcasting Corporation - in inglese)
http://www.youtube.com/watch?v=lkx-PYqHM0U

"Protesta contro lo stupro correttivo" (The Sowetan - in inglese)
http://www.sowetanlive.co.za/news/2011/01/06/protest-against-corrective-rape

La petizione lanciata da Change.org grazie agli attivisti di Luleki Sizwe (in inglese)
http://humanrights.change.org/petitions/view/south_africa_declare_corrective_rape_a_hate-crime

"Sud Africa, stupri correttivi. Così si redimono le lesbiche" (La Repubblica)
http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2010/10/15/news/stupri_correttivi_per_lesbiche-8086384/

"Esplorando i reati omofobici in Gauteng, Sud Africa: questioni, impatto e risposte" (Centro per la psicologia applicata, Università del Sud Africa - in inglese)
http://www.avaaz.org/out_ucap_gauteng_study

"Sud Africa, emergenza stupri" (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/esteri/08_marzo_14/bambine_sudafrica_6d198d06-f1d4-11dc-869a-0003ba99c667.shtml

"Sud Africa, terrore dopo lo stupro della giocatrice lesbica" (Sky sport)
http://sport.sky.it/sport/calcio_estero/2009/03/13/Sudafrica_stupro_giocatrice_lesbica.html

"Cercando di capire la salute degli uomini e la violenza: connessione fra lo stupro e l'HIV in Sud Africa" (Consiglio di ricerca medica - in inglese)
http://gender.care2share.wikispaces.net/file/view/MRC+SA+men+and+rape+ex+summary+june2009.pdf

"Prevenire lo stupro e la violenza in Sud Africa" (Consiglio di ricerca medica - in inglese)
http://www.mrc.ac.za/gender/prev_rapedd041209.pdf


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lunedì 24 gennaio 2011

Delta Spirit - History From Below (2010)



Il mondo delle produzioni indipendenti è servito anche a riaprire gli occhi su quanti ragazzi negli USA ancora vivono vagabondando come gli hippie d'un tempo, vuoi perché portano in giro la loro musica, vuoi perché dopo gli anni 70 ci si è dimenticati di questo popolo che vive perennemente fuori dal mondo e on the road. I Delta Spirit vivono in questo limbo giovanile da tempo, si sono affacciati al mondo nel 2006 con un EP e nel 2008 con il primo album (Ode To Sunshine…e già se non è un titolo da flower power questo…), vengono da San Diego ma potevano arrivare dalla Luna che sarebbe stato lo stesso. History From Below è il loro secondo disco, e nasce da tutto il genuino stupore di chi si affaccia sul mondo reale e scopre all'improvviso che i potenti sono cattivi mentre le "storie dal basso" del titolo parlano di povera gente e buoni sentimenti. Così come il brano che apre il disco (9/11) nasce dalla presa di coscienza di come accadono cose come quelle di quel maledetto 11 settembre e il testo è un'unica lunga domanda "perché accade?", tipica di chi in cuor suo sente che non troverebbe alcuna umana ragione per giustificare tanto orrore, ma si rende conto che per alcuni (troppi) non è davvero così.

Ci sarebbe da sorridere beffardi per i testi del leader Matthew Vasquez, perché sembra davvero di leggere certi proclami umanitari alla Jefferson Airplane, in ritardo di quasi 40 anni, ma poi alla fine ti rendi conto che tutto nasce da una tradizione folk che i Delta Spirit sembrano in grado di tramandare e rinnovare con grande capacità, anche se ancora troppa poca esperienza. Il disco si chiude infatti con la straordinaria Ballad Of Vitality, una lunga intro da folk da Greenwich Village seguita da un esplosione orchestrale, tutto per raccontare la storia (vera e recente) di quel padre russo che ha perso la figlia in un incidente aereo e ha ucciso il controllore di volo svizzero che l'ha causato, una storia dal basso che definisce amaramente la natura umana. Ma è un finale oscuro che serve a rendersi conto che le storie di questo album ci servono ancora, che lo sguardo innocente di questi ragazzi è utile per ricordarci come dovremmo essere, anche se non lo saremo mai, e il bagno purificatore della copertina sembra essere un invito rivolto a tutti più che una semplice foto.

Il tutto ci viene raccontato attraverso un album musicalmente molto studiato (6 mesi di gestazione si sentono) e drammatico (la presenza di Bo Koster dei My Morning Jacket in sede di produzione si sente ancor di più), con momenti di stravolto folk noir alla Felice Brothers (Salt In The Wound, ma ancor più la splendida White Table li ricordano molto), freak-folk alla Okkervil River (Devil Know's You're Dead) o semplice folk e basta (all'orchestrata Randsom Man fa da contraltare la scarna resa di Scarecrow). Definirli è dura, 9/11, Bushwick Blues e Golden State (un giro di piano rubato ai Counting Crows) ad esempio hanno strutture classicissime ma suonano ugualmente moderne, tanto da portarci a dire che se il folk classico ha ancora speranza di poter scandire il ritmo delle nostre coscienze, questa è la via giusta per riuscirci.
(Nicola Gervasini)
www.rootshighway.it
deltaspiritbydeltaspirit.blogspot.com
www.myspace.com/deltaspirit
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The Morning After Girls - Alone


To congeal a rock band in with a new, more innocent environment tends to lead to a discord of sorts that forgets the importance of flow and overall cohesion. For The Morning After Girls, no discord exists, just a calm ambient roll with a rock that gently pops its head in and out.

For the five-man group that recorded Alone, up front vocals shifted to the side along with the cosmic electric presence to open the stage up for a natural progression aglow with foot-tapping drums and fuzzy guitar interludes more serene than a rock-oriented group could hope for.

The posh band of Sacha Lucashenko (vocals, guitar), Martin B. Sleeman (guitar, vocals), E.J. Hagen (bass), Anthony Johnson (drums) and Alexander White (keyboard, guitar) grinds with the best on the charts with “Death Processions” and “You Need To Die”, but the real gist of Alone comes on the title track. “Alone” confides in dual vocal presences and an alternative swagger of calmly laid-out instrumental intros.

In simpler terms, the album thrives off of subtle tones, yet the occassional break-out ballad sporadically lets the group’s electric rock talent fly loose. “Who Is They” plays to the best of all that makes Alone worth hearing multiple times through. Each chord in this track begs to be rewound and memorized.

Overall, the album falters only really with the flow, as the aforementioned grinding rock songs “Death Processions” and “You Need To Die” don’t fit as cleanly into the album as they should. Vocals don’t wow, but they aren’t a setback as the multiple assisting vocals aid when the solo aspect becomes the focus.

myspace
www.themorningaftergirls.com

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venerdì 21 gennaio 2011

e quessa ogni tanto si sveglia la mattina e decide che ci rappresenta....ssa ciavatta !!!



Federica Volpe

Sono stanca!!


Mi trovo a volte,come stasera ad assistere per l'ennesima volta,all'umiliazione che viene perpetuata verso tutte quelle persone pensanti,per bene,e a dirla poca stanchi.
Complice la politica,gli organi d'informazione,complice gran parte il popolo italiano.
Sono mesi ormai,che provo una grande tristezza,e un profondo schifo,sono mesi ormai che la nostra vita,gira attorno a scandali,scandaletti,degni di un qualsiasi ritrovo di comari,scandali e scandaletti,che offuscano il cervello dei molti.
Sono mesi ormai,per non dire anni,che il paese imbarca acqua da tutte le parti,che la coperta tira,tira...non è piu' corta,si è spezzata del tutto.
Sono anni,che si tralasciano i veri problemi,rincorrendo che so, case,varie prostitute,fidanzate piu' o meno vere.
Sono stanca di sentirmi umiliata,ma non perchè un anziano settataquattrenne ha grandezze d'onnipotenza,non m'interessa;sono umiliata perchè mettono in discussione la mia intelligenza.
Sono stanca di un paese che non ricorda piu' il passato,e non guarda al futuro,sono stanca di quel paese dove permette ad un gruppo di cialtroni,pagato profumatamente di comportarsi da cialtroni,allargando le braccia con sproloqui inutili...un ritrovo di comari.
Sono stanca che vengono dimenticati i molti tavoli di trattativa aperti per aziende in crisi;che venga dimenticato chi è lasciato solo,e come unica salvezza vede la morte;chi non ha un lavoro che perde un pezzo di vita ogni giorno;che venga dimenticata la scuola pubblica,il bene piu' prezioso per l'uomo,l'unico mezzo che possiede per il sapere,perchè l'istruzione deve essere di tutti,e non solo di chi ha i soldi,perchè la libertà appartiene a tutti,e la libertà passa dal sapere,dal conoscere;sono stanca di una sanità fatta a pezzi,che il pubblico venga scavalcato dal privato;stanca di vedere persone ,"diverse"per loro,dove niente è riconosciuto,vivere la loro sessualità di nascosto,con vergogna;stanca di uno stato laico dove però la chiesa ha radici cosi profonde da arrivare a decidere per lo stato;stanca della lega ritrovo di razzisti xenofobi;sono stanca di pensare all'isola dell'Asinara,come ultimo baluardo per i miei fratelli,perchè quella gente è dimenticata ormai,sono operai come me,come tanti,e quello che a loro fanno,e come se fosse fatto ad ognuno di noi,sono stanca di pensare all'Aquila come ad"un'isola che non c'è"....perchè quella non è una favola,non fa sognare i grandi e i piccini,l'Aquila deve tornare ad esistere,perchè è anche mia,perchè appartiene a questo stato e non deve essere dimenticata.
Ho bisogno,necessito,di aria nuova,e so che tanti altri come me,ho bisogno di chi inizia a mettere le mani nella merda,a tirar fuori il marcio,di chi vuole un reale cambiamento,un riappropriarci finalmente di tutto quello che ci è stato levato,impariamo a dire no,ad arrabbiarci,a decidere noi della nostra vita,a saper vedere la sottile linea che divide il bene o il male,impariamo a buttare il cappello per aria(come dice chi da sempre mi insegna a vedere e capire in tante direzioni:il mio caro amico Massimo).
Impariamo a rispettare le persone per quel che sono,per come riempiono il nostro cuore e testa,che sono capaci a farci sognare,a farci sperare,rispettarle perchè conoscono,e non per altro.
Consapevolezza nel dover sapere che solo noi possiamo cambiare le cose.

Maria Esposito

Lutto per il Paese, lutto per la Chiesa


"Lutto per il paese, umiliato da un premier immondo, affarista e licenzioso, sequestrato da un'economia forzata e forcaiola imbavagliato da una tv servile e cortigiana. Lutto per una chiesa connivente e concubina, muta e imbavagliata sensale e mercenaria".
don Aldo Antonelli, parroco di Antrosano (AQ)

Mettiamo da parte


METTIAMO DA PARTE LE ATTESE,LE TITUBANZE,I SOGNI DI PACE SOCIALE,I PICCOLI COMPROMESSI,LE INGENUITA'. TUTTO IL CIARPAME METAFORICO CHE CI VIENE FORNITO NEGLI SPACCI DEL CAPITALE.METTIAMO DA PARTE L'ILLUSIONE DEMOCRATICA E BORGHESE DELLA DISCUSSIONE E DEL DIALOGO,DEL DIBATTITO E DELL'ASSEMBLEA,DELLE CAPACITA' ILLUMINISTICHE DEI CAPI MAFIA.METTIAMO DA PARTE IL SENNO E LA SAGGEZZA CHE LA MORALE BORGHESE DEL LAVORO HA SCAVATO DENTRO I NOSTRI CUORI.METTIAMO DA PARTE I SECOLI DI CRISTIANESIMO CHE CI HANNO EDUCATI AL SACRIFICIO E ALL'OBBEDIENZA.METTIAMO DA PARTE I PRETI DI OGNI ORDINE E FUNZIONE,I PADRONI,LE GUIDE RIVOLUZIONARIE,QUELLE MENO RIVOLUZIONARIE E QUELLE PER NIENTE RIVOLUZIONARIE.METTIAMO DA PARTE IL NUMERO,LE ILLUSIONI DEL QUANTITATIVO,LE LEGGI DEL MERCATO,LA DOMANDA E L'OFFERTA.SEDIAMOCI UN ATTIMO SULLE ROVINE DELLA NOSTRA STORIA DI PERSEGUITATI,RIFLETTIAMO,IL MONDO NON CI APPARTIENE,SE HA UN PADRONE E QUESTO PADRONE E' TANTO STUPIDO DA DESIDERARLO COSI' COME SI TROVA,CHE SE LO PRENDA,CHE COMINCI A CONTARE LE ROVINE AL POSTO DEI PALAZZI,I CIMITERI AL POSTO DELLE CITTA',IL FANGO A POSTO DEI FIUMI,LA MELMA INFETTA AL POSTO DEI MARI.IL PIU' GRANDE SPETTACOLO ILLUSIONISTICO DEL MONDO NON CI INCANTA PIU'....SIAMO CERTI.. DALLA NOSTRA LOTTA,QUI E SUBITO USCIRANNO LE COMUNITA' DELLA GIOIA.E PER LA PRIMA VOLTA LA VITA TRIONFERA' SULLA MORTE

Nyia Isicola

giovedì 20 gennaio 2011

The Rural Alberta Advantage - Hometowns



La storia è fin troppo nota: un gruppo (o un artista) si autoproduce il disco d'esordio, lo fa girare un po' in Rete e, grazie al passaparola, il fenomeno si allarga fino a raggiungere proporzioni globali. È quanto è successo nel bene a Bon Iver e nel male ai Clap Your Hands Say Yeah, per limitarci a un paio di esempi, e che ora sta capitando ai canadesi Rural Alberta Advantage, il cui debutto, risalente allo scorso anno, torna adesso alla luce grazie alla Saddle Creek. Un buon disco, che merita le attenzioni rivoltegli grazie a un songwriting vitale e urgente e alla capacità dei suoi autori di attingere a piene mani dal serbatoio del folk-rock come da quello dell'indie, senza compromettersi troppo in una direzione o nell'altra. Tredici le canzoni qui contenute, efficaci con o senza la spina attaccata, che sanno di legno e scintille, di rabbia e dolcezza, di tradizione e tecnologia povera; dense anche quando si presentano in veste minimale, e accessibili nonostante gli spigoli e le ruvidezze. Vien da pensare a una versione più lineare dei Neutral Milk Hotel, specie (ma non solo) per quanto riguarda i passaggi vocali meno addomesticati; un paragone impegnativo e a tratti ingombrante, che però il trio riesce a gestire bene. Abbastanza da far pensare che non si tratti di un fuoco di paglia.

Aurelio Pasini

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Fronteggiare uniti l'emergenza democratica


Il suo è un potere troppo forte, non possiamo sperare di fronteggiarlo così, in ordine sparso, senza costituire qualcosa di organizzato che si possa contrapporre e arginare questa deriva, e soprattutto senza l'intervento di un capo dello stato che difenda le altre istituzioni minacciate solo perché svolgono il loro ruolo e l’azione nuoce agli interessi non del Presidente del Consiglio in quanto tale, ma a quelli privati dell’uomo che organizza “festini” e che tiene la condotta che tiene in barba alle istituzioni e nel totale dispregio di qualunque regola, sia morale che sancita dalle leggi (vedi l’invenzione di Mubarak e il conseguente “affidamento” che di fatto è un semplice rilascio della ragazzina in violazione della legge)!
Quest’uomo si può permettere di dire “i giudici saranno puniti” e tutto nel silenzio, e peggio nell’indifferenza, generale!!! Ma ci rendiamo conto?????
Anche la chiesa ha responsabilità grosse se non alza la voce per dire ancora una volta quello che è giusto da quello che non lo è, se non addita e bolla le condotte devianti, che pericolosamente vengono prese da esempio da sempre più persone. Ognuno di noi nel suo piccolo deve fare il suo ruolo, ma non illudiamoci che possa influire più di tanto se tutti gli sforzi non confluiscono in qualcosa di organizzato.
Anche le opposizioni se non si rendono conto che è giunta l’ora di fare fronte comune, falliranno la loro azione.
C’è un’emergenza, e va affrontata come tale, non come si affrontano le situazioni ordinarie!!!
La magistratura viene attaccata tutti i giorni, ma l’ultima dichiarazione mi pare sia molto più che un attacco, è una vera e propria dichiarazione di guerra!
Il capo dello Stato ha il dovere di essere chiaro e preciso nei confronti di questa scheggia impazzita , appoggiata incondizionatamente, bovinamente, dalla truccata maggioranza, che, costruita ad arte grazie ad una legge col trucco, non corrisponde nemmeno alla volontà popolare. Hanno solo bisogno di far credere che lo sia, in modo ad indurre tanti creduloni a sentire minacciato il “loro” (?????) responso!
Così come chiara e precisa deve essere l’indicazione che la chiesa deve dare ai suoi fedeli, e come già qualcuno dei suoi ministri sta iniziando a fare.
Di fronte a una dichiarazione di guerra, contro tutti i poteri dello Stato che secondo il “capo” costituiscono un pericolo per la sua persona, non si può far finta di niente! Non ci si può comportare come se ancora la guerra non fosse scoppiata… Richiamo di soccombere!!!
Chi crede nella verità, nella giustizia, ha rispetto per la dignità, per la persona, non può stancarsi senza rinunciare alla sua essenza!
Per questo credo che non ci stancheremo, perchè è qualcosa di vitale per noi, che ci porta ad essere o a diventare "insonni d'animo"
Per qualcosa di organizzato intendo partiti e movimenti in cui ognuno di noi confluisca, che abbiano in comune un obiettivo, e che per quell'obiettivo dialoghino tra loro e organizzino le forze sulle quali possono contare.
Quando c'è un emergenza, affrontarla è prioritario rispetto a tutto il resto, altrimenti si rischia di perdere la possibilità di affrontare quel "tutto il resto". Quindi ogni coalizione conservi la sua identità (non deve esserci la comunanza di tutti gli obiettivi, ma di uno), ma prenda coscienza delle situazioni di debolezza, e si apra per promuovere e stabilire condizioni di collaborazione per superarle.
E' come se dovendo spostare qualcosa di imponente, invece ognuno di spingere in una direzione qualsiasi, tutti ci mettiamo d'accordo per spingere nella stessa direzione

Concetta Lucia Leanza

mercoledì 19 gennaio 2011

Altre donne


Esistono anche altre donne. Esiste San Suu Kyi, che dice: «Un’esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all’istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo».

Osservo le ragazze che entrano ed escono dalla Questura, in questi giorni: portano borse firmate grandi come valige, scarpe di Manolo Blanick, occhiali giganti che costano quanto un appartamento in affitto. È per avere questo che passano le notti travestite da infermiere a fingere di fare iniezioni e farsele fare da un vecchio miliardario ossessionato dalla sua virilità. E’ perché pensano che avere fortuna sia questo: una valigia di Luis Vuitton al braccio e un autista come Lele Mora. Lo pensano perché questo hanno visto e sentito, questo propone l’esempio al potere, la sua tv e le sue leader, le politiche fatte eleggere per le loro doti di maitresse, le starlette televisive che diventano titolari di ministeri.
Ancora una volta, il baratro non è politico: è culturale. E’ l’assenza di istruzione, di cultura, di consapevolezza, di dignità. L’assenza di un’alternativa altrettanto convincente. E’ questo il danno prodotto dal quindicennio che abbiamo attraversato, è questo il delitto politico compiuto: il vuoto, il volo in caduta libera verso il medioevo catodico, infine l’Italia ridotta a un bordello.

Sono sicura, so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole come forma di emancipazione dal bisogno e persino come strumento di accesso ai desideri effimeri sia la scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È dunque alle altre, a tutte le altre donne che mi rivolgo. Sono due anni che lo faccio, ma oggi è il momento di rispondere forte: dove siete, ragazze? Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco di possibilità uguale e libero, dove siete? Davvero pensate di poter alzare le spalle, di poter dire non mi riguarda? Il grande interrogativo che grava sull’Italia, oggi, non è cosa faccia Silvio B. e perché.

La vera domanda è perché gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli. Il problema non è lui, siete voi. Quel che il mondo ci domanda è: perché lo votate? Non può essere un’inchiesta della magistratura a decretare la fine del berlusconismo, dobbiamo essere noi. E non può essere la censura dei suoi vizi senili a condannarlo, né l’accertamento dei reati che ha commesso: dei reati lasciate che si occupi la magistratura, i vizi lasciate che restino miserie private.

Quel che non possiamo, che non potete consentire è che questo delirio senile di impotenza declinato da un uomo che ha i soldi – e come li ha fatti, a danno di chi, non ve lo domandate mai? - per pagare e per comprare cose e persone, prestazioni e silenzi, isole e leggi, deputati e puttane portate a domicilio come pizze continui ad essere il primo fra gli italiani, il modello, l’esempio, la guida, il padrone.

Lo sconcerto, lo sgomento non sono le carte che mostrano – al di là dei reati, oltre i vizi – un potere decadente fatto di una corte bolsa e ottuagenaria di lacchè che lucrano alle spalle del despota malato. Lo sgomento sono i padri, i fratelli che rispondono, alla domanda è sua figlia, sua sorella la fidanzata del presidente: «Magari». Un popolo di mantenuti, che manda le sue donne a fare sesso con un vecchio perché portino i soldi a casa, magari li portassero. Siete questo, tutti? Non penso, non credo che la maggioranza lo sia. Allora, però, è il momento di dirlo.
18 gennaio 2011
Concita De Gregorio
L'Unità

martedì 18 gennaio 2011

Il primo vaccino terapeutico del mondo contro il cancro ai polmoni, A CUBA STANNO AVANTI


Come sempre, la premessa d'obbligo è la cautela, tanto più se si considera la condizione di pressoché totale isolamento nella quale lavorano i ricercatori cubani. Tuttavia, proprio da Cuba arriva l'annuncio del primo vaccino terapeutico al mondo contro il cancro al polmone, denominato CimaVax EGF, con il quale sono stati trattati finora circa mille pazienti, come riferisce un quotidiano dell'isola caraibica.
Il progetto di ricerca è stato portato avanti presso il Centro di Immunologia Molecolare dell'Avana, e nello specifico dalla dott.ssa Gisela González, che ha descritto il vaccino come la possibilità di trasformare il cancro in stadio avanzato in una “malattia cronica sotto controllo”.
CimaVax EGF è il risultato di oltre 15 anni di ricerca volta allo studio di questo particolare tumore e secondo la specialista non avrebbe alcun effetto collaterale degno di nota: “il vaccino è basato su una proteina presente in ognuno di noi: il fattore di crescita epidermico, connesso con i processi di proliferazione cellulare, che quando ci si ammala di cancro vanno fuori controllo”, spiega la González.
Partendo dal presupposto che l'organismo tollera ciò che gli è proprio e reagisce contro ciò che avverte come estraneo, il team cubano si è concentrato sulla messa a punto di una sostanza in grado di generare anticorpi che agissero contro la proteina.
Il vaccino ideato dai ricercatori cubani va somministrato solo dopo che il soggetto ha concluso i cicli di radioterapia e chemioterapia previsti dal trattamento ed è ormai considerato un paziente terminale senza alternative terapeutiche, dal momento che la sostanza non fa regredire il tumore, ma aiuta a regolarne la crescita incontrollata, garantendo all'organismo la protezione necessaria nei confronti della tossicità associata al cancro. In tal senso, il vaccino aumenta considerevolmente l'aspettativa e la qualità di vita del paziente.
La dott.ssa González ha espresso la volontà di sviluppare il vaccino anche in altri paesi e di studiarne una possibile applicazione in altri ambiti oncologici, come ad esempio per il cancro della prostata, dell'utero e del seno.
Nei mesi scorsi si era discusso molto riguardo un'altra sostanza prodotta nei laboratori dell'Avana con effetti apparentemente antitumorali, l'Escozul, una tossina naturale derivata dal veleno dello scorpione azzurro, che stando all'azienda produttrice avrebbe un'incidenza positiva sui malati di cancro.

italiasalute.leonardo.it

Vi spiego cos'è l'amore


La figlia minore di Berlusconi chiede al padre: - Papà, cos'è l'amore? - L'amore? L'amore è per esempio incontrare un ricco signore che ti porta in un albergo di lusso a Venezia, che ti fa fare un giro in gondola, che ti porta a mangiare in un bel ristorante a piazza San Marco, che ti compra una Mercedes, un appartamento a Parigi e una villa in Costa Azzura, che ti regala una collana di diamanti e anelli d'oro ecc, questo è l'amore. - Papà! E dove sono i sentimenti, il desiderio, i batticuori, il primo appuntamento, il primo bacio??? - Figlia mia... quelle sono tutte cazzate che si sono inventati i comunisti per trombare gratis...!!!!!!!!

giovedì 13 gennaio 2011

MODERATAMENTE E DEMOCRATICAMENTE.....RIVOLUZIONARI


Quando la pura e semplice contrattazione dei tempi di lavoro, per gli operai di Melfi, Pomigliano e Mirafiori, viene intesa dalla Fiat come un atto di sabotaggio, da combattere con i licenziamenti le minacce; quando tutti i cosiddetti "riformisti" di governo e d'opposizione si schierano con l'azienda, spiegando che quello che chiede è inevitabile; quando la più piccola affermazione dei diritti richiede sacrifici personali e lotte eccezionali, allora è chiaro che siamo entrati in un'epoca nella quale non si può più essere riformisti, ma moderatamente e democraticamente rivoluzionari. Più patto sociale, più diritti, più giustizia e più cultura non sono obiettivi incompatibili con la ricchezza che abbiamo raggiunto e accumulato: lo sono solo con il potere che le governa. Per questo ogni lotta e ogni richiesta autenticamente riformatrice diventano, necessariamente, radicali. Perchè la casta politico-economica che ci comanda non vuole rinunciare a nulla e perchè il suo potere, così come l'ha costruito, è un potere che ad ogni richiesta risponde dicendo di no.
Giorgio Cremaschi, dal libro "Il regime dei padroni"

mercoledì 5 gennaio 2011

La precarizzazione è diffusione della rassegnazione e della paura


La precarizzazione non è soltanto la diffusione della precarietà e dell'incertezza. E' uno strumento psicologico e ideologico di governo della forza lavoro. Essa non è soltanto la condizione sociale di incertezza e di sudditanza al mercato, che oggi colpisce la stragrande maggioranza dei lavoratori salariati di tutto il mondo, ma un processo culturale e politico con il quale si impone al lavoratore di rinunciare alla difesa collettiva dei propri interessi e di competere individualmente con tutti gli altri. La precarizzazione è diffusione della rassegnazione e della paura
Giorgio cremaschi
"Il regime dei padroni"

lunedì 3 gennaio 2011

Marchionne ricatta gli operai


se vince il no al referendum salta Mirafiori, non ho bisogno della FIOM per fare macchine. Ma non è lui a fare le macchine, sono gli operai, che sono capacissimi di far macchine senza Marchionne. Il nuovo ricatto dimostra che è necessario che la FIOM e la CGIL reagiscano in modo forte perché il peso del ricatto non può essere scaricato sugli operai. SOLO LA LOTTA PAGA!
Marchionne sta svolgendo un ruolo di prim'ordine nel colpo di stato piduista-mafioso. Il piano di rinascita democratica di Gelli prevedeva proprio quello che sta facendo lui: distruggere la CGIL, sostituire con l'aiuto di CISL e UIL il sindacato di classe con uno servo delle esigenze padronali e dei poteri forti...

by Adriana Jone

La classifica delle più rifatte a tg2 Costume e società: Nina Moric, Patty Pravo e Donatella Versace. Ora che lo sapete, siete più felici?


Claudia Bertanza