lunedì 2 luglio 2007

CAMERA OBSCURA - Let's get out of this country (2007)


Il difficile terzo album impone un bilancio alle band che lo raggiungono, esige un elenco di obiettivi raggiunti, sottintende il peso specifico aggiunto della maturità. E se ciò non è sempre vero in un genere bambino come l'indiepop, va detto che i Camera Obscura non sono mai stati una band come le altre. Il personalissimo percorso seguito dalla band scozzese ha spesso eluso le aspettative, stregando con singoli di calibro (del recente "Lloyd, I'm ready to be heartbroken" abbiamo parlato poco tempo fa) mentre perseguiva insondabili rivisitazioni retro tra le pieghe degli album."Let's get out of this country" fa - di nuovo e meglio - esattamente questo, concedendosi al desiderio del titolo: guarda all'America e la rivisita attraverso il suo filtro soporifero con la massima naturalezza. Come un incrocio tra i Mojave 3 di "Excuses for travellers" e i vecchi Belle & Sebastian, gente che ha a sua volta abbandonato la nazione dopo averne esplorato prati e marciapiedi.In un simile esercizio di fantasia lo sguardo dei Camera Obscura mantiene tuttavia il disincanto che gli è consono, custodisce la propria malinconia (in "Dory Previn" e nella dolente "Country Mile") senza disperderla in spazi aperti. Se la compattezza del suono approssima per difetto quella dei Concretes – complice il produttore Jari Haapalainen – la musica conserva tutte le suggestioni e i ricordi cari alla band, che si rintana in una locanda e prende in prestito la fisarmonica dei Cowboy Junkies per un ballo lento alla luce delle candele ("The False Contender"), poi accende i riflettori sul palco e inscena un gioioso numero Motown ("If Looks Could Kill"). Come e più del precedente "Underachievers", Let's Get Out Of This Country si diverte a ricostruire un passato immaginario e idealizzato, guardando un po' più in alto della linea dell'orizzonte; un anelito che procede in felice armonia con il cantato di Tracyanne, la cui esposizione di sentimenti travolge il femminile edulcorato (perchè di norma tradotto da/per orecchie maschili) proprio della musica pop. Ecco, se l'escursione musicale dei Camera Obscura rimane in larga parte ancora indecifrabile, dal punto di vista lirico la maturazione della band appare ormai completa: le difficoltà di comunicazione di "Eighties Fan" lasciano il posto ad un'esplicita richiesta di attenzione (il singolo "Lloyd, I'm Ready to Be Heartbroken") prima che l'ermetica e ambigua vulnerabilità della cantante abbia il sopravvento.
Dopo lo stupore e l'entusiasmo dei primi due album, i Camera Obscura dichiarano concluso il tempo delle sorprese con un disco bello e semplice. E alla fine pare proprio che per loro il difficile terzo album non sia stato poi così difficile.

Tracyanne Campbell - Vocals, Guitars
Gavin Dunbar - Bass
Lee Thomson - Drums
Kenny McKeeve - Guitars, Vocals
Nigel Baillie - Trumpet, Percussion
Carey Lander - Piano, Organ, Vocals

Track Listings
1. Lloyd I'm Ready To Be Heartbroken
2. Tears For Affairs
3. Come Back Margaret
4. Dory Previn
5. False Contender
6. Let's Get Out Of This Country
7. Country Mile
8. If Looks Could Kill
9. I Need All The Friends I Can Get
10. Razzle Dazzle Rose

Nessun commento: