giovedì 7 giugno 2007

HOWLIN RAIN - Howlin rain (2006)


Early 70’s Heavy drinking Rock & Roll music for die hard air guitars’ fans
Hanno il piglio da supergruppo ciuchedelico anni 70 da radio Am ma è solo una macchina del tempo ben oliata quella su cui viaggiano i tre Howlin’ rain, millesimo side project per Ethan Miller di Comets on Fire e John Moloney di Sunburn hand of the man alle prese con il good ol’ time rock & roll di chi è venuto prima di loro. La eco di Humble Pie, Creedence, James Gang, Blue Cheer, Crazy Horse appare qua e là fra le pieghe di otto brani dove tutto scorre bene nel nome di pace, amore e musica fino a quando la chitarra di Miller pare stracciare gli speakers e farne carta da parati in “Calling Lightening with a Scythe”. Se la vostra long hot summer non è ancora finita e vi manca tanto scorazzare lungo la A1 o volete solo sognare la West Coast , Howlin’ Rain sono quanto di meglio potete portarvi a casa per venti euro. Fatevi allora trascinare dalla chitarra scordata in coda a “Roll on the Rusted Days” o all’apocalittico contrappunto di “Hanging Heart” che pare iniziare con l’ultimo accordo del brano primo e ti si stampa addosso indelebile con la sua lunga coda corale che attende solo tramutarsi nella più invasata delle jam. Se non vi bastasse c’è sempre “Indians, Whores and Spanish men of God” in cui Miller si tramuta nel miglior Steve Marriott degli ultimi anni e la sua chitarra vomita lava. E c’è spazio per un brano dal tono più sperimentale in questa festa di chitarre, bassi e batterie massiccie : la più oscura “ In sand and dirt” pare uscita dalla psichedelica distorta inglese dei tardissimi sessanta, un po’ Black Sabbath, un po’ Ansley Dumbar Retalation, un po’ Edgar Broughton Band, un po’ Killing Floor. La finale “ The Firing of the Midnight Rain” pare addirittura uscire da “Highway” dei Free.Troppe influenze e tutte ben dosate per assomigliare davvero a qualcuno. Diciamolo!: Howlin’ rain è un disco di debutto che trasuda un’ aria non cospiratoria, la gioia di fare musica semplice che va dritto al cuore, senza troppe preoccupazioni pur se il sound prodotto potrà suonare derivativo di questo o quell’artista di riferimento, in definitiva siamo davanti a un disco che vie di luce propria. Rock & Roll, insomma!.
Ernesto de Pascale

Tracklist:
1. Death Prayer in Heaven's Orchard
2. Calling Lightning with a Scythe
3. Roll on the Rusted Days
4. Hanging Heart
5. Show Business
6. Indians, Whores and Spanish Men of God
7. In Sand and Dirt
8. Firing of the Midnight Rain