lunedì 13 dicembre 2010

LIBRI: Le ragazze di Benin City di Isoke Aikpitanyi


La guerra alla prostituzione forse non sarà mai vinta, ma ogni volta che una ragazza verrà liberata dalla schiavitù della tratta,e come donna riacquisterà la sua dignità e rispetto umano, avremo vinto una importante battaglia.
Sognava un lavoro come commessa in Italia. Per averlo, aveva giurato di pagare 30mila euro. Ma quando Isoke Aikpitanyi,nigeriana di Benin City, e' arrivata a Torino, nel dicembre del 2000, ha scoperto che il 'posto di lavoro' che le avevano promesso non era affatto in un negozio: ''Era in mezzo a una strada, anzi un marciapiede. Intorno a me camminavano ragazze seminude, nonostante il freddo e la neve, con delle scarpe dal tacco altissimo: prostitute. Peggio: vere e proprie schiave del marciapiede'' racconta oggi Isoke. ''In Italia ne arrivano a migliaia, e tra queste ci sono anche ragazzine di 12-13 anni, cedute dai genitori alle 'maman'. Per pagare i 30-60 mila euro del viaggio sono costrette a prostituirsi. E quelle che provano a ribellarsi vengono picchiate, violentate, uccise in modo terribile per dare l'esempio alle altre''. E' la prima volta, in Italia, che una ex 'schiava del
marciapiede' racconta la sua storia in un libro. L'autrice e' Laura Maragnani, giornalista di Panorama, che ha lavorato insieme a Isoke per un anno: ''Abbiamo coinvolto nel progetto del libro una cinquantina di ragazze di Benin City e dintorni,
tutte vittime ed ex vittime della tratta. Molte sono ancora sui marciapiedi italiani a lavorare, alcune si sono sposate con dei clienti, altre sono sfuggite al racket ma sono costrette a vivere nascoste per paura di essere uccise'' spiega la Maragnani. ''Altre, invece, dopo aver pagato il debito con l'organizzazione che le ha fatte venire in Italia, comprano delle ragazze in Nigeria e diventano, a loro volta, delle maman''. In un racconto di bella qualita' narrativa, in stile molto
corale, in tono diretto, Isoke da' voce alle peripezie di Osas, che per arrivare in Italia ha viaggiato due anni attraverso il deserto (''ora niente piu' la spaventa''), e di Amenawa, che ha partorito in casa il suo bambino, di nascosto, e poi e' stata costretta a mandarlo dai nonni in Africa (''non lo vede da sei anni, se non nelle foto che le arrivano a ogni compleanno''). racconta di Prudence, violentata e torturata da un cliente ma troppo impaurita per andare al pronto soccorso, e di Tessie, obbligata dalla sua maman a bere dell'acido muriatico come
punizione per essersi ribellata. Riti vudu', aborti clandestini, botte, minacce. Ma anche impensabili tenerezze: ''Sono molti i clienti che si innamorano delle ragazze e fanno di tutto per aiutarle a uscire dal giro'' racconta infatti Isoke.
Anche lei sta per sposarsi, ad Aosta, con un fidanzato italiano. E' uscita dal giro, ha quasi 28 anni, sta preparando gli esami di terza media. Ha un permesso di soggiorno come colf ma il suo sogno piu' grande e' quello di aprire, ad Aosta, una piccola casa di accoglienza per le ragazze di Benin City. ''Non basta liberarle dal racket del marciapiede, bisogna anche aiutarle a inserirsi in un paese che non e' il loro e di cui non sanno praticamente niente, ma in cui devono continuare a vivere''
spiega infatti. ''Perche' tornare in patria, per loro, e' impossibile: le famiglie, anche se hanno vissuto alle loro spalle per anni, le rifiutano completamente. In Italia, le accusano, avete fatto una brutta vita''. (ANSA).

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