venerdì 25 febbraio 2011

BAND OF HORSES - Infinite arms


terzo album per la Band of Horses, e primo dopo il passaggio alla Columbia dalla Sub Pop. 'Infinite Arms' è anche il primo disco con i Band Of Horses per Ramsey e Raynolds. Anche questo lavoro, come il precedente, è stato concepito sotto gli ampi cieli del South Carolina, dove il gruppo risiede dopo aver lasciato Seattle.

Bridwell ha ormai uno stile consolidato e riconoscibile, che anche in quest'ultimo disco si è mantenuto pressoché inalterato. Quello che si può trovare in più (o in
meno) è la pulizia degli arrangiamenti e della produzione, e la scelta di virare decisamente verso il pop, lasciando scivolare lontano il tocco sad-core che li aveva caratterizzati agli inizi. Si troveranno ritmi più serrati e contorni più netti e non ci sarà più bisogno di strizzare gli
occhi per cogliere le immagini evanescenti tipiche della produzione antecedente.
si dice che siano i primi tre minuti a far capire ad una persona se colui o colei che ha davanti sarà o meno di suo gradimento. Se, poi, si aggiungono preconcetti, stereotipi e frammenti non significativi di quello che verrà, il giudizio rischia seriamente di diventare preventivo. A quel punto è difficile abbattere le mura erette a difesa di posizioni preconfezionate. Quello di cui si parla, a detta di molti, è il tipico esempio di un disco nato da buttare, un disco che si ascolta solo per poterlo, poi, stroncare e scartare con sufficienza. Approfondendo, invece, si può scoprire che non è affatto così. Si deve, necessariamente, partire dal fatto che 'Infinite Arms' non è un lavoro degli stessi Band Of Horses di 'Everything All The Time' e 'Cease To Begin'. Quelli di oggi sono profondamente diversi, più semplici, certo, meno empatici (altrettanto vero), ma pur sempre di valore. Bisogna anche accettare che non ci sarà un altra 'The Funeral' e questo è decisamente il passo più difficile, ma imprescindibile, se si vogliono cogliere i molti lati positivi di quest'opera. Nello specifico l'album si presenta, essenzialmente, come una collezione di singoli, tra cui 'Factory', 'Laredo', 'Compliments' e 'For Annabelle' sono, sicuramente, i più ispirati. 'Infinite Arms' non racconta una storia, è fatto per il piacere immediato, dà tutto fin dal primo ascolto, senza sorprese o regali da scoprire. Rispetto al passato manca, poi, l'impasto sonoro a dare quell'effetto emozionale quasi stordente, rendendo tutto più ordinario e rassicurante, per quanto rimanga un'impronta riconoscibile e una certa eleganza compositiva. La sensazione, a posteriori, è che si debba avere un gran talento per mettere insieme una serie di canzoni estremamente efficaci come queste, sicuramente adatte perché i Band of Horses compiano un passo decisivo verso un ampio successo. Una di quelle scelte che, probabilmente, non si può disprezzare, anche se a coloro che li hanno amati dall'esordio
mancheranno molto. Niente lacrime però, questo è un gran disco pop.

www.bandofhorses.com
myspace
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