venerdì 25 febbraio 2011

HEY MARSEILLES - To Travels And Trunks


Meglio tardi che mai, verrebbe da pensare nell'osservare la pubblicazione ritardata di due anni, rispetto all'originaria autoproduzione risalente al 2008, della quale oggi è oggetto "To Travels And Trunks", debutto dell'ennesima fresca proposta proveniente da quel territorio fertilissimo per il folk, inteso nell'accezione più lata del termine, che corrisponde al quadrante nord-occidentale degli Stati Uniti.
Stavolta non si tratta della "solita" Portland, bensì della vicina Seattle, ove da poco più di un paio d'anni opera una band di ben sette elementi, dotata di un'ampia strumentazione comprendente tra l'altro fiati, violoncello e un fisarmonica, grazie alla quale riveste di una scintillante veste orchestrale narrazioni folk senza tempo, improntate sia a intimo lirismo che a melodie esuberanti.

La band in questione risponde al nome di Hey Marseilles e, al di là dei riferimenti onomastici e in parte anche musicali legati a un certo gusto francese, può agevolmente collocarsi nella scia delle esperienze di gruppi quali Decemberists e Okkervil River, per il suo tentativo di rideclinare ballate folk secondo un piglio orchestrale e modalità interpretative in bilico tra teatralità e spirito "indie" cantautorale.
L'ora di musica racchiusa in "To Travels And Trunks" ne rappresenta una prova tangibile, articolata in ben tredici brani all'interno dei quali si susseguono senza sosta variazioni di mood, tonalità e registri interpretativi, incarnati con misura ed espressività dalla voce del cantante Mark Bishop, il cui timbro pacato e talora incantato risulta duttile nell'adattarsi tanto a scatenate aperture a cavallo tra tradizione bandistica e magnificenza da musical, quanto a bozzetti nei quali l'accompagnamento si riduce quasi soltanto alla chitarra.



Come testimoniano già il suadente intro pianistico di "Marseilles" e lo strumentale impressionista "Goodbye Versailles", che chiude il disco con un affresco fuori dal tempo, quella proposta dagli Hey Marseilles è una formula capace di contemperare composizioni intrise di compunto romanticismo, danze guidate dalla fisarmonica e scatenati handclapping, il tutto senza tralasciare occhieggiamenti a soluzioni di ormai sperimentata presa. In "To Travels And Trunks", infatti, non è dato riscontrare affinità soltanto con i citati Okkervil River (dei quali "You Will Do For Now" potrebbe sembrare uno degli episodi più lenti) e Decemberists (le cui cadenze claudicanti ricorrono ad esempio in "Gasworks"), bensì anche numerosi spunti a vario titolo riconducibili ad affermati protagonisti del panorama indie-folk. Basti pensare alla cura nelle propulsioni orchestrali, che nel singolo "Rio" sfociano in un profluvio di fiati alla Sufjan Stevens, o alla trasformazione di "Calabasas", dall'iniziale lo-fi gibbardiano alle aperture corali della sua parte finale.



Lungo tutto il corso dell'album, non affiora tuttavia mai con evidenza una dichiarazione di parentela stretta con altri artisti, e questo proprio in ragione di un continuo rimescolamento di registri, frequente anche all'interno di uno stesso brano, che coniuga il nostalgico lirismo delle melodie con una vivacità elegante, che nemmeno nei pezzi più briosi sfocia in ebbrezza da osteria.

Nonostante l'universo di riferimento, l'indie-folk degli Hey Marseilles non sa di alcool e sangue, ma dei miti sentori di un pic-nic primaverile appena fuori città, nel corso del quale vi è il momento per le storie e la parentesi per le danze (perfettamente simboleggiata in "From A Terrace"), ma pure un breve spazio per imbracciare soltanto una chitarra e intonare una canzone d'amore semplice nei modi e nelle parole ("Someone To Love"). Sarà per questo che l'epos gentile e la ricca tavolozza sonora della band riescono a segnalarsi con decisione di fronte a mille altre produzioni analoghe, coinvolgendo con la loro autentica passione per la scrittura e per la composizione. Non resta dunque che recuperare il tempo perduto e rendere il giusto merito agli Hey Marseilles, attendendone con curiosità le prossime mosse.

Raffaele Russo - www.ondarock.it

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