lunedì 28 maggio 2007

GOMEZ - How we operate (2006)


Quando una band osannata da tutti pubblica un disco che per la prima volta non riscuote consensi unanimi, è normale che il lavoro successivo venga visto come una specie di test sull’effettiva condizione artistica del gruppo stesso.I Gomez sono giunti a questo punto dopo che il precedente Split The Difference aveva visto più di un aficionado del collettivo di Southport storcere il naso dopo anni di adorazione incondizionata, si trattasse della prima parte di carriera improntata sulle influenze blues o di quella successiva che aveva visto protagoniste le contaminazioni, soprattutto quelle elettroniche. Il problema era soprattutto che anche chi dell’album aveva un parere positivo, come il sottoscritto, non faticava ad ammettere che si trattava del punto più basso (o meglio, meno ispirato) della loro carriera.Evidentemente però a questi ragazzi la sicurezza nei loro mezzi non manca, dato che questo disco, invece di tentare ulteriori cambiamenti, è esattamente in linea con quello “incriminato”. Solo a livello di struttura ed approccio però, perché per quanto riguarda l’ispirazione siamo decisamente tornati ai giorni migliori.
Nello specifico la band mostra di voler insistere nell’aggiungere alle sue due anime tradizionali, quella più blueseggiante e quella maggiormente malinconico - sentimentale, una terza squisitamente pop. E perché la cosa sia chiara, ognuna delle prime tre canzoni è rappresentativa di uno di questi diversi atteggiamenti, con la commovente Notice, la scanzonata See The World e, appunto, la blueseggiante title track.Quello che in primo luogo piace di questo disco è comunque l’abilità da parte del gruppo di mescolare spesso e volentieri tra loro questi diversi stati d’animo, per esempio quello malinconico e quello blues in Chasing Ghosts With Alcohol, o quello blues e quello pop in Cry On Demand, alternando questo tipo di canzoni “ibride” ad altre in cui invece delle tre anime ce n’è una sola, come nel sapore estivo di Girlshapedlovedrug (la cui uscita come singolo è prevista, guarda caso, con l'arrivo dell'estate), o nei quattro quarti di Tear Your Love Apart o ancora nella rassegnazione che pervade Charley Patton Songs. Ogni canzone così riesce più o meno a distinguersi dalle altre, mantenendosi al contempo un forte filo logico tra tutti i brani.Queste squisitezze tecniche sono però solo la conseguenza del miglioramento fondamentale di questo disco, ovvero proprio una maggiore ispirazione, che non è qualcosa che si studia a tavolino o si cerca a tutti i costi, ma che, se si ha talento, potrà non aiutare completamente in un episodio, ma non farà mancare tutta quanta la sua assistenza anche in quello successivo. E qui di ispirazione ce n’è parecchia, nella cascata di melodie brillantissime, nelle canzoni tutte ben centrate senza mai risultare troppo impostate, nella fluidità del disco nel suo complesso, che mantiene una notevole spigliatezza in ogni momento, qualunque suono, ritmo o sensazione lo caratterizzino.
Senza idee che la concretizzano l’ispirazione in sé stessa può non bastare, ma se manca lei si potranno avere un sacco di buone idee ma non si riuscirà mai a proporle in maniera totalmente convincente. Con questo disco si può godere di quanto è bello quando ad una band non mancano né l’una, né le altre.
:: Tracklist ::
01. Notice
02. See The World
03. How We Operate
04. Hamoa Beach
05. Girlshapedlovedrug
06. Chasing Ghosts With Alcohol
07. Tear Your Love Apart
08. Charley Patton Songs
09. Woman! Man!
10. All Too Much
11. Cry On Demand
12. Don't Make Me Laugh
Componenti del gruppo:
Ben Ottewell - Vocals
GuitarIan Ball - Vocals/Guitar/Bass
Tom Gray - Vocals/Guitar/Bass/Keyboards
Paul "Blackie" Blackburn - Bass/Guitar
Olly Peacock - Drums/Percussion
Dajon Everett - Percussion/Keyboards

2 commenti:

chiapaneco ha detto...

pw=chiapaneco

Tungy ha detto...

refresh? continua così!!!!!!