mercoledì 26 gennaio 2011

Sarni, l'arroganza di un padrone, la dignità e la forza di un'operaia


Ho guardato per la prima volta nei tuoi occhi,oggi,come mai mi era capitato prima...mi sono girata,ed in quei due grandi occhi neri,ho letto lo smarrimento,la paura e lo stupore;ho letto quello che sono sicura avrei trovato,negli occhi di tutte voi;e per un attimo sono tornata a quando tutto è iniziato....l'inizio della fine,una fine piu' volte preannunciata,ma piovutaci addosso d'improvviso...un fulmine a ciel sereno,quel fulmine che inevitabilmente avrebbe per sempre cambiato le nostre vite.
Con oggi si chiudono le udienze,con oggi,c'è solo l'attesa di una sentenza,legata a gran parte della nostra storia lavorativa,che ci ha tenute sospese alla vita,per tanto tempo,troppo,ma la leggerezza dell'anima,mi assale,con lo stupore per un sentimento cosi strano.
Ho sempre cercato di essere razionale nella mia vita,ma non sono mai riuscita,a trovare razionalita’ in quello che ci era successo;ci sono valori ed ideologie con cui cresci,e da questi cerchi di ricamare tutta la tua vita,ma un punto dato male,puo’ rimettere in discussione tutto,puo’ perfino arrivare a farti pensare se il prezzo da pagare,non sia stato cosi alto,se tutto non ha un costo,perfino i nostri pensieri.
Com’è cominciato,dove si è inceppato l’ago,quali sono i meccanismi mentali,che possono spingere un uomo a licenziare otto persone,solo perché non abituato ad un confronto,non abituato a chi non la vede come lui,sono state le domande che mai mi hanno abbandonato in questi lunghi mesi….
La vigliaccheria,ha molte facce,l’arroganza di chi sa che ha potere non dovrebbe aver ragione di esistere,la disperazione di chi perde il posto di lavoro,una sola grande voce:giustizia.
Com’è cominciato,quando è iniziata la svolta che nel suo cervello,ha innescato il pensiero di licenziarci….sicuramente non subito,sicuramente ha tastato il terreno,sicuramente da Gennaio,quando ha deciso unilateralmente che il nostro contratto integrativo,non era piu’ nostro,non era piu’ applicabile…che tutte le nostre sicurezze per lui non avevano nessun tipo di valore…..dovevamo accontentarci della conservazione del posto di lavoro…tutto quello che era stato,tutto quello per cui avevamo lottato,scioperato,non contava…”se non ti conviene,la’ sta’ la porta”….Lui ci stava mettendo alla prova.
Doveva essere un semplice trasferimento di “ramo d’azienda”,come tanti,la societa’ madre,decide per ragioni di riorganizzazioni e assetti aziendali,di scorporare,quelli che erano quattro locali,siti nei centri commerciali,sparsi in tutta Itali, il nostro uno di questi,assicurando la massima trasparenza e la continuita’ dei rapporti lavorativi, dei trattamenti economici e del contratto integrativo ,questo assicurava la Fini Fast S.P.A.,questo assicurava il suo presidente Nicola Popito Sarni.
Non sono brava nel ricordare le date,ma ricordo perfettamente come si sono svolti i fatti in quei mesi,e di quanta fatica,ci è costato,a noi dipendenti,e alle organizzazioni sindacali territoriali, trovare un accordo,perché le carte in tavola come per magia,assunsero altre forme….accordo che mai l’azienda ha voluto….accordo che poteva servire ad arginare i danni….ma chi non è abituato al confronto,non puo’ voler confronto,e mi chiedo quanto possa essere piccolo un uomo che ha paura di perdere potere….contornarsi di persone valide professionalmente puo’ aiutare a crescere,a diventare migliori ,confrontarsi con chi piu’ di noi sa’,non puo’ essere altro che un aiuto,un aiuto a migliorare….aver paura,sentire che la terra trema sotto i tuoi piedi,è sintomo d’insicurezza,spaventarti per chi piu’ di te sa’,è sinonimo di ignoranza,e allora mi chiedo come fa’ una persona del genere a chiamarsi imprenditore,una persona del genere,è semplicemente un padrone,padrone che nessuna ragione sente,padrone abituato a comandare,abituato ad avere attorno a se,tanti “orsi ballerini”,da ammaestrare a sua immagine e somiglianza,da possedere solo perché suo dipendente,la loro anima,la loro dignita’.e la loro stessa vita….e allora di cosa mi meraviglio,ci meravigliamo,se la parola data,la sua stessa parola,per lui non ha valore?
Come è strano il cervello umano,quante cose,quante immagini,riesce a salvare,e a riguardare….e rivedo quella mattina come se non fosse trascorso un anno,riesco ancora a provare gli stessi sentimenti, a sentire le stesse voci,a vedere gli stessi colori…quattro piccoli tavoli messi insieme in modo da formare un unico lungo tavolo,quattro tavoli posti al centro del locale,per far scena ,quattro persone…lui il presidente,il direttore del locale,due fiduciari….le mie colleghe in fila,indiana…sembrava la distribuzione del pane…..alcuni fogli sui tavoli,poche parole,una firma,una stretta di mano….pensavo al mio turno,conoscevo le mie risposte alle loro domande,sapevo che non avrei accettato un nuovo contratto,a che serviva,il nostro era un passaggio di ramo d’azienda,tutelato dalla legge,a che serviva,e allora perché c’è lo chiedevano,e perchè le mie colleghe avevano firmato….dove si era rinceppato l’ago?
Un passaggio di ramo d’azienda,il nostro davvero molto strano,si stava” riscrivendo” la legge che lo tutelava,o per lo meno ci provavano,provavano perfino a farci comprare le quote della nuova societa’,da “garzone a padrone”,settemila euro ogni quota,diventavi socio,e come tale,avresti lavorato senza orari….avresti dato senza mai ricevere…o per lo meno,avresti dovuto accontentarti delle poche briciole che ogni anno,avanzavano, richiesta alquanto assurda, il nostro stipendio si aggirava intorno ai settecento euro..il nostro stipendio serviva per aiutarci a vivere….quali quote voleva che noi comprassimo,quali…se eravamo tutte parte time non per scelta…..”vi faccio diventare ricche come me!!”.
L’arroganza dei soldi,l’arroganza di chi non ha testa e propensione verso i suoi dipenenti,l’arroganza di chi nella sua vita,non ha fatto altro che pensare solo a se stesso,provando e a volte riuscendoci,a schiacciare chi non abbassava la testa,chi non era disposto a “danzare come un orso”…..ma quale imprenditore,o meglio quanti imprenditori,hanno fatto diventare ricchi come lui,i suoi dipendenti….non ne conosco!
Gennaio,Febbraio,Marzo…il declino…tre mesi per decidere delle nostre vite,tre mesi di angoscia per tutte noi…

“Maria…hanno licenziato Grazia,ora ti chiama lei….”ore 09.00 del 24 Marzo,la fine.
Era una mattina come tante altre,era il mio giorno di riposo,era il giorno destinato per me,a “rivoluzionare” casa,infatti ero intenta a spostare il mio como’ in camera da letto…lo stesso como’che per giorni a venire,sarebbe rimasto li,in mezzo alla camera,come un souvenir …..e appoggiata io…con il cellulare in mano,io,incredula per quello che era successo,io che non riuscivo in nessun modo a dare giuste risposte a tutte le domande che mi ronzavano nella testa,io che chiamo la mia segretaria di confederazione,e l’avviso dell’accaduto,io come un automa che cerco mia figlia,la cerco piangendo,perché sapevo che dopo Grazia,dopo di lei,tutte noi,io che non riuscivo a smettere di singhiozzare,per la rabbia,per la paura…la paura di un futuro che mi stavano,ci stavano portando via.
Come un ‘automa mi vesto,ed esco di casa,avevo bisogno di recuperare le mie emozioni,dovevo,lo dovevo per le mie colleghe,lo dovevo,perché solo Dio sa di quanto io mi sentivo,e mi senta tutt’ora responsabile,ero la loro delegata sindacale….perchè rivendicare i propri diritti,oggi,in questo clima sociale politico,è pericoloso.
Erano tutte li’,chi lavorava,chi libera come me,chi doveva ancora entrare in turno,ma tutte li,ad “aspettarci”, tutte,per decidere su cosa fare….tutte licenziate,l’azienda risolveva il nostro rapporto dal primo di Aprile…..il paradosso è venire licenziate in questo modo,il paradosso,è stata una riunione fatta un settimana prima con i vertici aziendali,dove diceva a noi dipendenti,di voler risolvere tutti i problemi del punto ristoro,dove ci chiedeva una collaborazione,che sempre c’era stata,dove pero’ divedeva noi dipendenti tra buoni e cattivi…perché dividere e imperare,è una strategia che tutte le aziende usano,perché molto piu’ furbe di chi vi lavora,che gia’ e diviso di per se da mille fattori….perchè chi vi lavora,non è furbo,non ha la stessa scaltrezza,che invece ha il padrone ed i suoi uomini….perchè chi vi lavora,pensa che coltivare il suo orticello,sia piu’ sano,piu’ redditizio,senza capire,o voler capire,che comportandosi in questo modo,crea crepe che non dovrebbero aver ragione di esistere,crepe dovei vari padroni ,ci si insinuano come un tumore,che si espande,fino a levarti la vita,fin a farti entrare in un vortice vizioso,e a farti danzare come gli orsi.
La prima giornata di sciopero ad oltranza,la prima giornata,di innumerevoli presidi posti al di fuori del centro commerciale,che si sarebbero poi chiusi un sabato,pomeriggio,dopo aver chiesto ed ottenuto la solidarietà di lavoratori come noi.
Pochi,troppo pochi a dir il vero,troppo poco e lontano oggi il solo pensiero di aiutare chi è in difficolta’….anche se lavoratori proprio come noi,anche se nessuno si puo’ sentire immune da certe cose….non puoi non vedere quello che ti sta’ intorno,non puoi non vedere cosa accade oggi,è un dovere morale e civile aiutare chi perde il lavoro….dovrebbe indignarsi l’Italia intera,dovrebbe……ma non è cosi,e se qualcuno inizia a “tossire”,è sempre poco,sempre troppo poco!
L’eredita’ dei nostri padri,di diritti e tutele,che giorno dopo giorno,ci portano via,un eredita’ ,che ti ritrovi dopo decenni,a ridiscutere con le aziende….ma non si dovrebbe guardare avanti,non si dovrebbe cercare di creare una classe operaia che guarda al futuro….e allora perché si torna indietro,e allora perché non fanno altro che levarci,come se il male degli imprenditori,fosse la sua stessa forza,quella forza che permette a lui e alla sua famiglia di star bene…perché vogliono imbavagliarci…..non dovremo essere noi a ringraziare voi,per i miseri stipendi,per le umiliazioni,per il tempo che levate a noi e ai nostri figli,per la stanchezza che mai abbandona il nostro corpo,il nostro cervello….ma voi”,cari” padroni,voi dovreste guardarci negli occhi,e abbassarvi a noi,ogni giorno,ogni minuto della vostra vita.

Era Marzo,l’ultima settimana,era freddo,e chissa’ per quale oscuro motivo,anche lassu’,qualcuno si prendeva gioco di noi,infatti non ci fu un solo giorno senza pioggia,non ci fu un solo giorno che il direttore del centro commerciale,non provasse in tutti i modi a cacciarci via da li….il nostro picchettaggio continuava senza tregua,volantini e striscioni….l’invito da parte nostra ai clienti che bene conoscevamo,a boicottare il ristorante,a farlo per noi,a farlo per un senso di giustizia…..noi,non eravamo stare licenziate,perché l’azienda era in crisi,noi eravamo state licenziate per altro…..noi eravamo il terzo mondo….non avevamo diritti,noi che capivamo sempre di piu’,che non ci sarebbe stata solidarieta’…i nostri volti,le nostre storie,erano su tutti i giornali,su tutti i tg locali….la provincia,la regione,il comune,lo stesso sindacato….tutte strade da noi percorse,ma tutte che ci portavano in un vicolo cieco…non si poteva fare niente…..otto lavoratori,perdono il lavoro,e nessuno puo’ fare niente…..vi rendete conto che siete complici quanto lui….noi siamo state l’anticamera dei non diritti,con noi,si è aperto un varco,che se non avessimo subito cercato di chiudere,rivolgendoci ad un giudice del lavoro,si sarebbe sparso a macchia d’olio in tutto il centro commerciale,in tutti i suoi locali,sparsi per la Toscana,e gran parte dell’Italia? Ma a quale prezzo….forse nessuno ha mai provato a capire…il prezzo da pagare,è stato cosi alto da segnarci per sempre,perché ha rimesso in discussione noi,le nostre sicurezze,le nostre famiglie,la societa’,e la stessa democrazia;una Repubblica democratica,una repubblica fondata sul lavoro,non puo’ permettere questo,non è ammissibile….un uragano che passa nella nostra vita,spazza via tutto,nessuno puo’ far niente,ma se rivendicare diritti,vuol dire questo,chi di noi otto,non ripensera’ a tutto questo,se si dovesse ripresentare l’occasione…e la catena di colisione sociale,si spezza in piu’ parti,il sindacato si indebolisce sempre di piu’,otto noi,dieci da un’altra parte,ma forse a questo nessuno ci pensa,forse questo non ha importanza,e si torna al perché si rivendicano ormai da decenni ,le stesse cose……
Noi,siamo le “Giovanna D’Arco,dei nostri colleghi sparsi per l’Italia…..noi….ma quando serviva il loro aiuto,dov’erano,e dov’era la “regia” per organizzarci tutti…..troppo facile buttare la spugna prima di provare,troppo facile….non lo sappiamo,non potremo mai sapere quello che sarebbe successo….non si è voluto provare….otto licenziate….cosa vuoi che sia,davanti ai fatti che stanno accadendo in Italia?


Ricordo il mio primo giorno di lavoro alla Fini….emozionata,no,ma sorpresa e curiosa per i miei nuovi colleghi,e per il mondo nuovo che mi si stava aprendo…ho lavorato spessissimo nei ristoranti,ma in questo nuovo mondo,dovevo imparare a dare per ogni nome,una faccia,e la sua figura professionale…troppa gente tutta insieme da conoscere,ma mi piaceva,anche perché ritenevo l’azienda FiniFast,molto seria…insomma mi ritenevo fortunata,unire l’utile al dilettevole,non è poco,infatti,qualche anno dopo,quando ho deciso di scegliere per motivi strettamente personali,quali dei due parte-time tenere,decisi senza batter ciglio per Fini…era un po’ come se fosse la mia seconda famiglia,amavo quasi tutte le mie colleghe,con alcune di esse,il mio rapporto era quasi fraterno,e mai mi sarei aspettata che proprio chi piu’ di tutte amavo,potesse voltarmi,voltarci le spalle,nel modo piu squallido e cattivo…ma il potere puo’ dare alla testa…credere di averne puo’ spingere le persone a diventare ciniche e cattive.
Eravamo insieme ad altri quattro nuovi negozi,una nuova avventura per la Fini,un esplorazione di nuove terre,che non fosse la rete autostradale…..so che nessuno dei nuovi “canali”brillava di luce propria,per mille motivi,uno forse comune a tutti,”troppi galli in un solo pollaio”,in piu’ per il nostro,l’essere posti in un centro commerciale,che mai ha funzionato,ma fino a quando i nuovi negozi,rimanevano uniti alla grande famiglia,non c’era da preoccuparsi….la rete autostradale,era salda e redditizia,e poteva aiutare chi come noi galleggiava….chi fa’ questo tipo d’investimento,credo metta tutto in preventivo…perfino le perdite!
Quattro anni trascorsi tra alti e bassi…quattro anni a cercare di far funzionare le cose….quattro anni a chiederci
Il perché l’azienda sempre meno era presente,non investiva piu’,latitava in tutte le sue forme,ed in questo latitare,non trasmetteva piu’ a noi la sicurezza e le prospettive…Fini ci stava abbandonando,e purtroppo,questo non fu solo un nostro sentore,ma la verita’ nuda e cruda che poco dopo ci sarebbe stata comunicata…..Fini Fast,vendeva il suo pacchetto azionario…per ragioni che non sto ad elencare,per ragioni che non mi appartengono,come noi non siamo appartenuti a quella famiglia quando ha deciso,perché ha deciso per lei,noi eravamo numeri,facce mai conosciute,nomi messi su di un contratto al momento dell’assunzione….la famiglia Fini ci abbandonava pensando solo al suo profitto,perché sapeva bene a chi avrebbe venduto…non ci vuole tanto ad informarsi,lo abbiamo fatto noi da profane….sapeva la sua storia,non ha voluto aspettare altri compratori,non è stato suo desiderio tutelarci…..i soldi, non fanno di un uomo,di un gruppo buoni imprenditori….ma la delusione dei suoi,ne fa’ dei cattivi!!!
La parola d’ordine in quei mesi,fu di non preoccuparci,che tutto sarebbe rimasto uguale per noi,nulla sarebbe cambiato…in effetti per quasi un anno,le cose tra alti e bassi,restarono piu’ o meno allo stesso modo,grazie pero’ alle nostre imposizioni….si lavorava con tensione….si stava perdendo lo “spirito di appartenenza”,ci stavano dividendo….i vari orticelli,i vari arrivisti con la smania di potere,il solito idiota mandato dal nuovo compratore a controllarci….ma mi chiedo…puo’ mai avere un ruolo cosi importante,uno che non riesce a mettere insieme una e dico una frase in italiano,puo’ un omino del genere avere la presunzione di mettermi in difficolta’ senza porsi domande,senza farsi problemi…uno che non sa manco quello che dice…e vuole venirlo a dire a me,a noi…..ma il pesce puzza dalla testa….e lui era immagine e somiglianza del suo capo….l’ho capito infatti qualche mese dopo,quando si è presentato,ho capito che non dovevo meravigliarmi, non dovevo sbalordirmi dei suoi uomini,il livello culturale era quello equivaleva allo zero.


Maria Esposito

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