venerdì 19 novembre 2010

AL VENETO NIENTE SOLDI SOLO PROMESSE


Il governo delle chiacchiere e degli spot. Persino durante la gestione delle emergenze. Così come è stato per l’emergenza rifiuti in Campania e per il terremoto a L’Aquila, anche per le alluvioni l’esecutivo Berlusconi punta più agli spot che alla sostanza. Mentre imprese e cittadini attendono fatti. Il Veneto, è stato devastato da alluvioni e smottamenti, ma la regione non ha stanziato un centesimo per l’emergenza, affermando che doveva pensarci Roma. Lo Stato, dopo giorni di tentennamento, ha risposto: fondo di trecento milioni annunciato in pompa magna da Bossi e Berlusconi. Dove sono? Nessuno ancora lo sa perché di questi soldi non c’è traccia in nessun provvedimento economico del governo. Non c’è nella legge di stabilità che si sta approvando ora alla Camera, come invece sarebbe stato naturale. Non ne esiste traccia. Ma non è tutto: il 30 novembre scadono i termini per il pagamento degli acconti Irpef e molte aziende venete sono in difficoltà, sia perché sono ferme e non guadagnano, sia perché a causa delle alluvioni hanno perso fisicamente i faldoni e i computer contenenti i dati. Questa perdita di contabilità si è aggiunta al disastro naturale. Di fronte a questa situazione sarebbe stato naturale approvare un decreto per prorogare le scadenze fiscali nei territori colpiti. Non c’è stato nulla da parte di governo e maggioranza. Per questo, ieri, in Aula, abbiamo presentato un emendamento sulla sospensione del pagamento dei tributi. Bocciato. Irresponsabilmente bocciato. Eppure si trattava di una misura richiesta a gran voce dalla Lega e dal Pdl. L’hanno chiesta, annunciata, invece non solo non l’hanno proposta, ma l’hanno addirittura bocciata quando è stata presentata da una forza di opposizione. In questo momento, in cui il governo è ballerino e la maggioranza sfaldata, non hanno avuto il coraggio di accogliere un emendamento dell’opposizione. E’ la dimostrazione più evidente che ai fatti preferiscono gli spot. Anche quando si tratta di tragedie.

di Massimo Donadi, parlamentare IDV
www.massimodonadi.it

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