martedì 16 novembre 2010

Le donne nella nazione del bunga bunga, nuova sconcertante inchiesta del settimanale americano Newsweek


Nuova sconfortante inchiesta di Newsweek, il popolare settimanale americano, sulla condizione femminile nel nostro paese sotto il governo Berlusconi. Un quadro impietoso e mortificante suffragato da dati inoppugnabili

“Sono le 20.30, in Italia tutti gli occhi sono puntati sul popolare programma satirico Striscia la Notizia. Due uomini di mezza età, piazzati sottouna luce stroboscopica, uno dei quali tiene una cintura da cui penzola una vagamente fallica stringa di aglio. Una donna scivola sul pavimento sullo stomaco, indossa un costume di paillettes con un perizoma e una profonda scollatura a V che si tuffa fin sotto l’ombelico. Mentre lei si alza, uno degli uomini ciondola l’aglio di fronte alla sua bocca aperta. Lei lo prende in mano e se lo strofina sulla guancia. “Su, gira su te stessa, facci dare un’occhiata” – dice l’altro uomo, e tocca il didietro della modella”. Questa è la traduzione parola per parola dell’incipit del nuovo “quadretto” di Newsweek, il popolare settimanale americano, dedicato al nostro Paese questa settimana.

L’ITALIA DI MR. BUNGA BUNGA – Ecco come funziona la prima serata televisiva in Italia. E’ la sfilata inevitabile del prurito, “l’espressione – annota NW – del marciume che adesso si sta manifestando al vertice del governo italiano, un riflesso del problema più profondo della società italiana con l’evoluzione – se così possiamo chiamarla – del ruolo delle donne. Mentre ancora si discute dell’ennesimo scandalo sessuale che ha per protagonista il premier Silvio Berlusconi, il “modello italiano” appare ormai delineato: “gli uomini sono uomini, e le donne sono vetrinistica”. Così, mentre Berlusconi si è comportato da “vecchio sporcaccione”, va detto che un buon numero di donne italiane sono disposte a giocare i suoi giochi umilianti”. Una denuncia forte quella di Newsweek, che siamo certi farà discutere e che, molto probabilmente, solleverà nuove polemiche. Sia da parte dei critici di Berlusconi, sia da parte dei suoi fan, quelli sempre disposti a sostenerlo costi quel che costi. Newsweek ripercorre a questo punto le tappe del successo di “Mr.B.“, da quando iniziò come imprenditore edile con la sua impresa di costruzioni, fino alla sua geniale pensata di gettarsi anima e corpo nel nascente business della Tv commerciale. Fino alla sua “discesa in campo” – conferma NW – fatta a posta per tutelare anche in termini politici i suoi immensi interessi economici”. Ma tu pensa, all’estero sono a conoscenza di cose che qui in Italia in molti temono persino di ricordare, magari in tv. “Oggi che controlla la televisione di Stato, il 95% del mercato televisivo è ora sotto il suo controllo, la sua influenza è totale persino sui gusti delle donne italiane”. Un’influenza negativa. “mentre in altre terre europee si promuove attivamente l’uguaglianza di genere, Berlusconi ha guidato la sua carica nella direzione opposta, di fatto soffocando le donne attraverso la creazione di un mondo in cui si vedono in primo luogo solo come oggetti sessuali“.

ITALIA SEMPRE PIU’ IN BASSO – “Un ritratto sconvolgente – conferma Newsweek – dell’Italia di Berlusconi emerge dal World Economic Forum di ottobre 2010, Global Gender Gap Report“. Il WEF si concentra sui temi come la parità salariale, la partecipazione alla forza lavoro, l’opportunità di carriera, l’avanzamento delle donne ecc. sostenendo che la chiusura del gap di genere a livello europeo, potrebbero incrementare il PIL della Zona euro di quasi il 13%“. Ma come stanno le cose ora, l’Italia sarebbe rimasta il fanalino di coda. “In ogni categoria, a cominciare dall’istruzione, per non parlare della partecipazione al lavoro,dove è solo al 87° posto a livello mondiale. E che dire della parità salariale? 121°. E dell’opportunità per le donne ad assumere posizioni di leadership? Di male in peggio, 97°. Nella classifica complessiva del rapporto, l’Italia si pone al 74° posto al mondo per il trattamento che riserva alle donne. Dietro Colombia, Perù e Vietnam, e sette posti in meno rispetto a quando Berlusconi è tornato al potere nel 2008. “L’Italia continua ad essere uno dei paesi a più basso rango nella UE e ad aggravarsi ulteriormente rispetto all’anno scorso”, dice il rapporto. “Un’intera generazione è cresciuta in una società avvilente” dove nella vita quotidiana regna una sorta di cultura del “porno soft-core”. Una cultura impressa per ben 23 anni dalle tv di Berlusconi in trasmissioni come Striscia la Notizia, con le sue donne voluttuose note come veline (letteralmente “pezzi di carta“), che sfilano ogni sera. Alcune di queste sono arrivate addirittura in Parlamento e al governo, nominate direttamente da Berlusconi. I sondaggi mostrano poi un dato inquietante, molte donne italiane, specie le più giovani, vogliono svolgere questa professione, molto più che fare i medici, gli avvocati, o i titolari di aziende”.

MA NON TUTTE LE DONNE SONO UGUALI – Come combattere -si chiede Newsweek – questa “ cultura da harem di Berlusconi”? “La nostra unica forma di protesta sta nel cambiare il canale”, dice la trentenne Concetta Di Somma, un’istruttrice di aerobica. “Ma quando anche la ragazza delle previsioni del tempo mostra la sua scollatura, capisci che inutile, anzi devi rinunciare persino a scoprire che tempo farà domani”. Sottorappresentate nella vita del governo e nelle imprese, le donne hanno poche speranze di cambiare il sistema dall’interno. “E ‘una società dominata dagli uomini e dalla chiesa”, dice Marina, 57enne proprietaria di una gioielleria, che ha chiesto di non usare il suo cognome per paura di arrecare danno alla sua attività. “Le donne nella pubblicità televisiva sembrano puttane perché è quello che gli uomini vogliono vedere. Questa pubblicità, ha arricchito in molti”. L’Italia è alla stregua di un paese del Terzo mondo. “Qualsiasi passo verso l’uguaglianza tra i sessi è avvenuto solo a seguito di pressioni internazionali”. E le cose sono andate solo leggermente meglio durante le passate “amministrazione di centro-sinistra”. Berlusconi, però, “ha indebolito le istituzioni, ha ridotto fondi e bilanci per le donne e per la parità di genere. Ha nominato donne nel suo governo spesso incapaci ed inesperte”, sostiene Celeste Montoya, professoressa associata presso l’Università del Colorado che ha scritto molto sull’Italia. Evidentemente la professoressa non deve essersi accorta dalla “ritrovata autorevolezza internazionale” di cui parla sempre Berlusconi…

PICCOLE DONNE – Dall’inchiesta di Newsweek, emerge come “Solo il 45% di tutte le donne italiane lavoro fuori casa, il tasso più basso dell’Unione europea. In confronto, l’80% delle donne norvegesi e il 72% delle donne inglesi lavorano fuori casa. Quando le donne italiane hanno un lavoro, guadagnano in media il 20% in meno degli uomini, e sono titolari di solo il 7% delle posizioni di gestione ed amministrazione aziendale, contro una media del 33% nei paesi scandinavi. Le donne italiane che lavorano devono però dedicare più tempo ai lavori domestici (21 ore settimanali) di una qualsiasi delle loro omologhe europei. Sono appena sopra le polacche e le slovene. Per non parlare delle americane, che spendono appena quattro ore a settimana per i lavori di casa. E gli uomini italiani non sono molto d’aiuto, sostiene NW. “Per capire una donna italiana, bisogna capire gli uomini italiani“, ammette Maria Silvia Viti, 59 anni, un insegnante in pensione che ha cresciuto sua figlia da sola. “Noi non abbiamo una divisione di compiti all’interno della coppia. I ruoli sono quelli che ci vengono da una rigida tradizione patriarcale e sessista”. Per l’Ocse gli uomini italiani hanno 80 minuti di tempo libero in più al giorno rispetto alle loro controparti femminili, più dei maschi da qualsiasi altro paese Ocse. In Norvegia, gli uomini hanno appena tre minuti di tempo libero in più al giorno rispetto alle donne. Un recente rapporto dell’Associazione Italiana dei casalinghi (un gruppo piuttosto piccolo sostiene NW) ha trovato che il 70% degli uomini italiani non hanno mai utilizzato una stufa, e il 95% non ha mai fatto funzionare una lavatrice. Le donne italiane, invece, hanno una maternità più generosa rispetto ad altre mamme europee, ma paradossalmente appaiono più deboli. Anche se la legge lo vieta, i datori di lavoro non esitano a chiedere alle candidate se hanno intenzione di mettere su famiglia, dato che è spesso discriminante per una loro assunzione.

ITALY IS AN OLD COUNTRY - Ironia della sorte, nonostante l’idealizzazione della madre italiana, tutta casa e famiglia, il tasso di natalità in Italia è il più basso in Europa, con a 1,3 figli. Le donne che devono lavorare sentono di dover scegliere tra lavoro e figli. “Se vogliamo una carriera, questa non si può facilmente gestire con più di un bambino”, dice la signora Viti, la maestra in pensione. Il basso tasso di natalità è un problema enorme per un paese in costante invecchiamento in cui il 15% del PIL va già a pagare le pensioni di cui gode solo un incredibile 22% della popolazione. Come ha risposto berlusconi alla “questione femminile”? Da par suo ovviamente. “Ha nominato un’ex showgirl, Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità. I suoi calendari in topless sono ancora appesi in molti ristoranti e pub, proprio vicino al Parlamento italiano. Anche se lei fa discorsi in cui dice di voler promuovere “uguali diritti e pari dignità” per le donne, Berlusconi ha un’idea della donna esattamente opposta. Tanto che a queste, per assicurarsi un buon domani, le ha invitate pubblicamente a “cercarsi un uomo ricco da sposare”. Un anno fa, più di 100.000 donne hanno firmato una petizione dal titolo “Berlusconi ci offende”. Mentre oggi anche la stampa cattolica ha finalmente condannato le scappatelle di Berlusconi , chiamandolo “malato”. Malato come il suo paese, I suppose.

di Pietro Salvato
Giornalettismo.com

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