martedì 23 novembre 2010

L’Aquila, le C.A.S.E. di Berlusconi cadono a pezzi


Nelle abitazioni vendute dal governo come l’emblema di una miracolosa ricostruzione-lampo i disagi continuano.

Ne avevamo parlato poco tempo fa: le case costruite a L’Aquila per i terremotati, che il governo aveva sbandierato ai quattro venti come l’emblema di una ricostruzione-lampo e dell’efficienza di esecutivo e Protezione Civile nel fronteggiare l’emergenza dopo il sisma del 6 aprile 2009 che causò la morte di oltre 300 persone – scrivevamo il 25 ottobre - perdono pezzi.

IL CROLLO – E’ il caso di ripetere lo stesso oggi: dal sito 6 aprile, che aveva già segnalato i problemi relativi alla scarsa areazione della casa, alle infiltrazioni di acquea, agli impianti di scarsa qualità e alla difficoltà che si ricontrano nei lavori di manutenzione degli alloggi, arriva una nuova denuncia. Un corposo pezzo di cartongesso si è staccato da una delle piastre delle C.A.S.E. antisismiche costate ben 2700 euro a metro quadrato. Ad accorgersi dell’accaduto sarebbe stata un’inquilina del complesso, che, recandosi in garage, si è ritrovata davanti un componente edilizio di 2 metri e circa 70 kg di peso a causa delle recenti piogge, ma molto probabilmente anche perchè privo di un adeguato sostegno, staccatosi dal soffitto e crollato al suolo.

ARRIVANO I POMPIERI – “Dal sopralluogo effettuato dai Vigili del Fuoco – ha spiegato l’inquilina delle abitazioni del Progetto C.A.S.E – si evince che le travi di copertura come quella crollata, del peso di 70 Kg circa, sono impregnate d’acqua e si reggono solo grazie alle staffe di ferro, che nella trave in questione non erano state affatto applicate. Le famiglie della zona hanno deciso che appena sarà pronto il verbale dei Vigili del Fuoco, sul quale è specificato che la situazione è da considerarsi rischiosa per persone e cose, procederanno alla denuncia alle autorità competenti“. “Più persone – ha concluso la signora – hanno tentato di contattare il numero verde dell’azienda addetta alla manutenzione, ma dopo aver ascoltato per diversi minuti un disco registrato, l’operatore che ha risposto ha chiaramente detto che l’indirizzo a lui comunicato (via, quartiere e numero civico) non era sufficiente per individuare il luogo esatto a cui inviare gli operai che, di fatto, non sono arrivati anche perchè, la domenica è un giorno festivo e loro non sono tenuti ad intervenire“.

di Donato De Sena
www.giornalettismo.com

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