lunedì 29 novembre 2010

Se un lavoratore muore


lettera aperta di un metalmeccanico

Se un lavoratore muore, Il Ministero del Lavoro spende ben 9 milioni di euro, per fare una campagna per la sicurezza, dal titolo "Sicurezza sul lavoro.La pretende chi si vuole bene" Se un lavoratore muore, ai familiari viene data una rendita da fame o peggio solo un assegno di rimborso spese funerarie. Se un lavoratore muore, Il Ministro Tremonti dice che "robe come la 626 sono un lusso che non possiamo permetterci". Se un lavoratore muore, Il Governo Berlusconi varà il Dlgs 106/09, che stravolge il Testo Unico per la sicurezza sul lavoro voluto dal Governo Prodi (Dlgs 81/08). Se un lavoratore muore, i mezzi d'informazione ne parlano raramente. Se un lavoratore muore, i sindacati confederali proclamano uno sciopero generale di un ora. Se un lavoratore muore, non si aumentano gli ispettori Asl. Se un lavoratore muore, L'Inail dice che le morti sul lavoro sono in calo. Se un lavoratore muore, lo Stato utilizza il "tesoretto" derivante dagli avanti di bilancio Inail, che a ammonta a circa 15 miliardi di euro , per ripianare i debiti, quando questi soldi dovrebbero essere utilizzati per aumentare le rendite da fame agli invalidi e ai familiari delle vittime del lavoro. Se un lavoratore muore, ci dicono che oltre il 50% degli infortuni mortali avviene su strada e non nei luoghi di lavoro. Se un lavoratore muore, è normale, doveva succedere, infatti quasi nessuno s'indigna più. Se un lavoratore muore, non si insegna la sicurezza sul lavoro a partire dalle scuole elementari. Se un lavoratore muore, il datore di lavoro viene condannato, molto spesso, a pene irrisorie. Se un lavoratore muore, è perchè la sicurezza sul lavoro è un costo insopportabile per le aziende. Se un lavoratore muore, si fanno "lacrime di coccodrillo", invece ci vorrebbero i fatti per fermare questo stillicidio quotidiano nei luoghi di lavoro.

Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze

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