lunedì 22 novembre 2010
GRAZIE L'AQUILA
Senza voler usare retorica o sembrare troppo sdolcinato volevo ringraziare pubblicamente tutta la città de L'Aquila e la sua gente. Ho partecipato alla manifestazione del 20 novembre, come tanti, richiamato dal grido di dolore e rabbia di quella città, del nostro capoluogo di regione. Non ero mai stato a L'Aquila dopo il terremoto, chi non vede difficilmente riesce a rendersi conto delle necessità della città, dei piccoli problemi che giornalmente si trovano ad affrontare i suoi abitanti. Ho sentito storie tristi, storie di soprusi, storie che mai nessun TG e mai nessun giornale hanno mai riportato. Ho riabbracciato vecchi amici, mi sono commosso davanti ai simboli del dolore, e per questo mi sento di ringraziare L'Aquila ed i suoi cittadini che hanno condiviso con noi la loro rabbia, il loro dolore, le loro paure e le loro speranze. Ci hanno fatto sentire parte integrante della città, ci hanno fatto sentire più vivi con la loro forza di combattere e lottare contro un potere che antepone sempre il profitto agli interessi della povera gente, che antepone sempre l'immagine, la facciata ed i proclami alla voglia ed alla necessità da parte degli aquilani di tornare a vivere in maniera armonica, sociale e vitale la loro città. Perchè è questo il problema, non è il progetto CASE. Tanti dicono "ma di cosa si lamentno, hanno avuto una casa in pochi mesi". E' vero, per tanti è così. La città però è morta, mancano i centri d'aggregazione, manca la vita, manca un progetto unitario di ricostruzione. Anche chi volesse muoversi in proprio senza aspettare lo Stato è bloccato dalla burocrazia. E quindi grazie, grazie a L'Aquila, grazie a quei cittadini che hanno sfilato con dignità, con forza di volontà e con orgoglio, senza inutili piagnistei, senza fare del vittimismo. Grazie anche ai resistenti di Terzigno, ai familiari delle vittime di Viareggio, grazie a tutti coloro che si sono sobbarcati 5, 6, 10 ore di viaggio per portare il loro sostegno morale. Grazie a tutti, da sabato scorso sono una persona più viva.
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